Apple, AMD e Intel sfidano la carenza di chip, il tempo darà loro ragione?

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La carenza globale di chip che ha reso difficile procurarsi nuovi processori, schede video, PS5 e Xbox Series X e molti altri dispositivi sembra non aver mai fine. In questa situazione di valenza epocale, alcuni dei leader del settore hanno deciso di stravolgere i loro piani, tentando quello che è probabilmente l'approccio al mercato più rischioso della loro storia.

I CEO di Apple, Intel e AMD hanno fatto accenno alle sfide che la carenza di chip ha messo davanti alle loro aziende, fornendo la loro visione su come potranno evitare simili problemi in futuro.

Il primo a pronunciarsi è stato Tim Cook di Apple, affermando che "Apple paga alcune carenze per via di una domanda così grande e oltre le aspettative, che sarà quasi impossibile riuscire a ottenere tutti i componenti necessari in tempo utile per soddisfarla" e che l'azienda "farà tutto il possibile per mitigare qualsiasi circostanza sarà chiamata ad affrontare".

Come spiega Ars Technica, tali mitigazioni consisteranno probabilmente nel razionamento dei chip, fornendo assoluta priorità ai prodotti di punta, come ad esempio il prossimo iPhone 13. A farne le spese saranno quasi certamente i dispositivi meno popolari, o meno recenti, come i Mac e gli iPhone delle generazioni precedenti.

iPhone

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Gary Hargreaves, capo tecnico del fornitore di dispositivi ricondizionati WeSellTek è d'accordo, affermando che "Apple vorrà assicurarsi il maggior numero di chip possibile... e potrebbe ridurre la produzione di un modello come iPad Mini per consentire la produzione di più modelli Pro."

Anche se avrebbe senso dare la priorità ai dispositivi più popolari per garantire lo stock maggiore possibile, sacrificare i dispositivi più convenienti potrebbe ritorcersi contro l'immagine dell'azienda. Potrebbe non essere una bella sorpresa per i clienti che pensavano di acquistare un iPad mini o un iPhone SE (2020), scoprire che Apple li sta spingendo ad acquistare un modello più costoso eliminando le opzioni più economiche dal suo listino.

Anche AMD potrebbe usare una tattica simile. Come Apple, AMD collabora con TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) per realizzare i propri chip e, poiché il produttore non riesce a tener testa nemmeno alle esigenze dei suoi clienti più importanti, sembra che AMD abbia deciso di cambiare rotta.

Il CEO di AMD, Lisa Su, ha affermato che "AMD si sta concentrando sui segmenti più strategici del mercato PC" lasciando intendere che l'azienda sta razionando i chip più economici per favorire i suoi prodotti più redditizi.

Secondo Reuters, Dean McCarron di Mercury Research, che tiene traccia delle quote di mercato dei chip, ritiene che AMD si concentrerà nella produzione di chip di fascia alta, "lasciando la fascia bassa del mercato a Intel".

Se questa affermazione si rivelerà veritiera, rappresenterà un enorme cambiamento di strategia per AMD, che storicamente ha operato principalmente nella fascia budget del mercato. La recente serie di successi con i nuovi processori Ryzen 5000 mostra che i tempi sono favorevoli per sfidare la storica rivale Intel nella fascia alta del mercato, ma abbandonare quella bassa rimane un azzardo estremamente rischioso.

A differenza di Apple e AMD, Intel gestisce direttamente la produzione dei chip tramite le proprie fabbriche, pertanto se AMD intende ridurre la propria presenza nella fascia più economica del mercato, Intel potrebbe cogliere l'ottima opportunità.


Sarà il momento migliore per Intel? Forse sì.

Intel

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Intel potrebbe essere a tutti gli effetti nella posizione migliore tra i grandi produttori di chip. Recentemente ha subito la pressione di un’AMD rinvigorita, mentre Apple ha smesso di usare i processori Intel in gran parte dei propri prodotti a favore del chip M1 proprietario, lasciandola orfana di un enorme fetta del proprio introito annuale.

Il problema della mancanza di chip sul mercato mondiale potrebbe riuscire a ridurre parte di quella pressione. Il CEO di Intel Pat Gelsinger ha dichiarato alla BBC che la carenza globale di chip peggiorerà durante la "seconda metà di quest'anno" e potrebbe durare per "un anno o due".

Dopo alcuni anni difficili per Intel, di cui lo stesso Gelsinger ha ammesso che "siamo rimasti indietro in una certa misura", il problema creato dalla mancanza di chip ha permesso all'azienda di prender fiato e potrebbe consentirle di sfruttare i suoi punti di forza.

Intel sta costruendo nuovi siti produttivi, che dovrebbero consentirle di mantenere una certa costanza nelle forniture di chip nel momento in cui i suoi concorrenti stanno incontrando grosse difficoltà, e potrebbe riuscire a vendere un maggior numero di pezzi nei settori abbandonati dai rivali.

Tuttavia, i piani di Intel non sono privi di pericoli. Realizzare nuove fonderie è molto costoso e richiede tempo, quindi se la carenza di chip terminasse presto l'unione di TSMC e di altri produttori potrebbe rendere tardiva l'operazione di Intel, non permettendole di trarre il massimo vantaggio dalla propria, costosissima, operazione.

I piani a lungo termine, poi, non aiuteranno Intel ad affrontare le proprie carenze tecnologiche. L'azienda ha recentemente annunciato che il tanto atteso processo a 7nm verrà rimandato ancora una volta al 2022. Nel frattempo TSMC afferma che sarà in grado di produrre chip a 2 nm nel 2023, ampliando ulteriormente il divario in termini di prestazioni. 

TSMC ha presentato i suoi piani in risposta a Intel che ha affermato "saremo in grado di produrre i semiconduttori più avanzati del mondo entro il 2024" e di voler riconquistare il dominio globale (oggi mantenuto da TSMC e Samsung) nella produzione di chip.

Sembra che la carenza globale di chip non sia riuscita a scalfire le ambizioni dei grandi produttori, ma il periodo è ancora molto incerto e ciò ha portato molte aziende a fare grandi scommesse. Solo il tempo potrà dire se queste saranno in grado di ripagare gli sforzi fatti.