PC gaming, sempre più potente e sempre meno sostenibile

Climate Crisis
(Immagine:: 123rf)

Negli ultimi anni abbiamo visto arrivare sul mercato componenti come CPU e schede video sempre più potenti e performanti, che hanno fatto la gioia degli appassionati del PC gaming. Così come sono arrivate le console di attuale generazione, la PS5, le Xbox Series X e Series S, senza dimenticare la Nintendo Switch OLED.

Il punto focale nella maggior parte di questi ambiti è sempre quello di prestazioni sempre più elevate: un numero maggiore di core, frequenze di clock sia standard che in boost maggiorate, FPS e risoluzioni sempre superiori.

Nintendo sembra più concentrata sui contenuti ludici che alla gara al potenziamento dell’hardware, ma il resto del mondo gaming sembra impegnato in un continuo rincorrersi a colpi di punteggi di benchmark e tecnologie altisonanti. La recente scheda video Nvidia RTX 4090 è un ottimo esempio di tale tendenza.  

Un aspetto poco discusso: i consumi energetici 

Un aspetto, però, rimane ai margini delle conversazioni. Un dato citato spesso più come fatto curioso che non elemento da prendere seriamente in considerazione nel valutare questi mostri di potenza che continuano ad arrivare (oppure no, se la crisi dei componenti continuerà a colpire il mercato). Stiamo parlando dei consumi energetici. Sì, TDP, TGP, consumi di picco vengono menzionati senza dubbio nelle anteprime, nelle recensioni, magari anche nei leak, ma rimane sempre una parentesi aperta e chiusa senza troppe cerimonie.

In un momento come questo, dove regna l’incertezza assoluta circa la fornitura di energia in vista dell’inverno, dovrebbe invece essere un punto focale. Di più, siamo sull’orlo di una recessione economica, la crisi dei consumi è già iniziata, l’inflazione minaccia di alterare significativamente le nostre abitudini e sentiamo parlare sempre più spesso di “bollette pazze”.

Eppure, quando la conversazione passa sul gaming, sia in ambito di componenti informatici che di console di gioco, il fattore “wow” della potenza promessa dalle prossime schede video come le RTX 4000 mette del tutto in ombra il discorso sui consumi elettrici.

Quasi nessuno sembra fermarsi a riflettere sull’impatto ambientale che queste schede avranno, prima dal lato costruttivo, poi dal lato dei consumi. Nessuno sembra sottolineare che molti appassionati dovranno comprare dei nuovi alimentatori, sempre più potenti e dai consumi più elevati. Eppure, un computer con un alimentatore da 1.000 W a me fa una certa impressione. 

E non stiamo parlando di qualcosa di nuovo, di inedito. Certo la crisi russo-ucraina ha inasprito i toni e ha contribuito senza ombra di dubbio a una situazione già di per sé delicata. Siamo ancora nel mezzo di una pandemia globale, abbiamo visto una crisi produttiva davvero profonda e apparentemente senza una via d’uscita facile, ma il problema della sostenibilità non parte da qui. 

Lowspecgamer e il Sig. Santilio - Il video 

Bill Gates

Bill Gates ha scritto il libro “Clima. Come Evitare Un Disastro: Le Soluzioni Di Oggi - Le Sfide Di Domani” che tratta l'argomento in modo semplice e chiaro (Image credit: Shutterstock / Paolo Bona)

Già l’anno scorso, lo YouTuber Lowspecgamer aveva riflettuto sull’impatto ambientale del gaming, con un video che prende spunto dal libro di Bill GatesClima. Come Evitare Un Disastro: Le Soluzioni Di Oggi - Le Sfide Di Domani. Il video e il libro sono un punto di riferimento per quanto segue. Il video è poi stato ripreso anche dal canale italiano L'Archivio del Sig. Santilio, che ha realizzato la versione fandub.

A febbraio 2021 stavamo ancora parlando delle RTX 3000, di come fosse difficile mettere le mani su una GPU di nuova generazione a prezzi decenti, e di come l’intero settore tecnologico stesse faticando a soddisfare la domanda di componenti e materie prime.

Anche allora, in pochissimi si sono soffermati sull’impatto ambientale di questi nuovi componenti, al netto di alcune riflessioni sul mondo del mining e di provvedimenti come il blocco delle macchine preso in considerazione dallo Stato di New York. In generale, però, si è parlato pochissimo dell’impatto globale dei nuovi computer e delle nuove console gaming.

La crisi climatica e il gaming 

Che piaccia o meno, la crisi climatica è una realtà con cui dobbiamo fare i conti già da tempo. Problemi come siccità, piogge torrenziali o uragani sono sempre più frequenti, così come l’innalzamento delle temperature o la diffusa contaminazione ambientale - che penetra fino all’interno del corpo umano. 

Non ci sono dubbi (credibili) sul fatto che la crisi climatica dipenda dall’intervento umano, cioè che siamo noi a provocarla, ma i fattori da tenere in considerazione sono molteplici. 

Il video li affronta brevemente, citando al primo posto la produzione di beni, al secondo il consumo di elettricità e solo al terzo l’agricoltura e l’allevamento. In ogni caso, il mondo del gaming ha un suo impatto, in primis dal punto di vista produttivo, e in secondo luogo proprio dal lato dei consumi energetici. Quello che ci chiediamo raramente, quando vediamo il susseguirsi di annunci di nuove componenti sempre più performanti, è: “ma tutto questo è sostenibile?”.

La risposta breve è: probabilmente no. Se è vero che assistiamo all’avvento di SoC e CPU che tendono a ottimizzare il rapporto potenza/W, ad esempio tramite la riduzione dei processi di fabbricazione da 7 a 5 o a 4 nm, la fascia alta del mondo PC gaming propone parti sempre più energivore.

In ambito console, la situazione sembra migliore, con consumi stabili da una generazione all’altra, come possiamo vedere in un grafico mostrato durante il video, ma nel PC gaming di fascia alta notiamo dei balzi non indifferenti nei consumi fra una generazione e l’altra. Questo è spiegato soprattutto dal fatto che, in ambito console, si dà maggiore importanza a consumi e calore, in quanto le macchine da gioco vengono più viste alla stregua degli elettrodomestici che non dei computer, oggetti che vanno in soggiorno e che vengono utilizzati per l’intrattenimento di casa.

Tabella comparativa dei consumi fra console e GPU PC

(Image credit: Lowspecgamer)

Di prestazioni per watt, però, si parla molto poco: AMD pare fare meglio con le sue RDNA e RDNA 2, mentre Nvidia sta puntando di più sulla forza bruta, con la RTX 4090 che offre prestazioni molto superiori rispetto alle controparti della generazione precedente, ma con consumi reali significativamente più alti. Ad esempio, se abbinata a qualcosa come l'Intel Core i9-12900K, con la RTX 4090 siamo a quasi 700 W di potenza solo tra questi due componenti. Paradossalmente, fanno meglio, in questo senso, le schede entry-level, dove l’ottimizzazione e il rapporto consumi/potenza assumono un ruolo più importante.

Ma il costo di tutto questo, in termini di impatto sull’ambiente, si continua a parlare poco, troppo poco. Quasi nessuna recensione o articolo di opinione nel settore sembra voler dedicare più di mezzo paragrafo alla questione. Riportare i TDP o l’assorbimento di picco, però, non basta.

Il problema è il consumo di elettricità? 

Nel libro di Bill Gates, c’è una precisazione importante: i consumi di elettricità in crescita sono indice di benessere, significa che in sostanza le persone stanno godendo di una migliore qualità della vita. Tuttavia, osservando i Paesi più ricchi, notiamo dei consumi molto più estremi, ad esempio negli Stati Uniti. E questi consumi vengono influenzati dai prodotti di consumo considerati di lusso.

Ora, fin qui, ci siamo riferiti principalmente alla fascia high-end delle GPU gaming, che possiamo definire prodotti di lusso, tanto che appaiono in modo estremamente sporadico anche nell’ultimo sondaggio hardware di Steam. Tuttavia, sempre più spesso queste periferiche di fascia alta vengono viste come lo standard, basta vedere come Nvidia sembri essersi dimenticata completamente degli altri segmenti di mercato. In ogni caso, questi prodotti non sono per niente lo standard e non devono essere viste come tali.

La questione è molto più complessa, naturalmente: dobbiamo anche distinguere i luoghi dove l’energia è prodotta maggiormente da fonti rinnovabili (come una buona parte dell’Unione Europea) e quelli in cui l’elettricità deriva ancora dal carbone o dal petrolio, principalmente Paesi in via di sviluppo. L’impatto ambientale va misurato anche con questi fattori in mente.

Tuttavia, rimane il fatto che il contributo del gaming a questa problematica è un argomento ancora troppo poco discusso, quando, invece, dovrebbe avere un peso maggiore anche nelle valutazioni dei prodotti sfornati incessantemente dalle aziende.

Le fabbriche continuano a produrre, i gamer continuano a consumare

E la produzione, come dicevamo sopra, è il primo fattore che determina la produzione di gas serra, dunque dovremmo proprio chiederci se sia davvero necessario proporre una generazione nuova di componenti ogni 1 o 2 anni. Fabbricazione e trasporto sono fattori che si aggiungono al consumo vero e proprio e, di conseguenza, con la crescita della produzione, aumentano le emissioni di carbonio. E se da una parte le aziende continuano a pubblicare report sulle loro pratiche eco-friendly, spesso questi documenti omettono un dettaglio di non poco conto: non è che le aziende inquinano meno in assoluto, ma semplicemente la loro produzione di gas serra cresce a ritmi inferiori rispetto ad annualità precedenti. In genere certe dichiarazioni hanno più il sapore del greenwashing che di un serio impegno per la sostenibilità. 

Cronologia delle GPU uscite negli anni

(Image credit: Lowspecgamer)

Dunque, le serie di CPU, GPU, alimentatori, RAM, schede madri, insomma tutto quello che ruota intorno al mondo del PC gaming, si susseguono anno dopo anno. Le fabbriche continuano a produrre, i gamer continuano a consumare. E, in generale, alle esclamazioni di stupore circa benchmark e specifiche, quasi mai vediamo alzare la mano per chiedere: “sì, ma l’impatto sull’ambiente?”.

La spinta del marketing all’upgrade quasi costante, la proposta continua di componenti che aumentano le prestazioni (spesso con percentuali anche trascurabili, magari non oltre il 20%), la pressione ad avere l’ultimo modello dell’ultimo prodotto per fare 5 fps in più in Cyberpunk 2077, sono tutte pratiche insostenibili.

Le console tendono ad avere cicli di vita più prolungati, ma in teoria la longevità di un PC dovrebbe essere imbattibile. Eppure, quelle spinte di cui sopra persistono, e sebbene alla fine si arrivi a cambiare da uno a tre componenti ogni 1-2 anni, resta il fatto che si perpetua un circolo vizioso. E non stiamo nemmeno toccando l’argomento dei rifiuti elettronici, di cui andrebbe scritto un articolo dedicato.

Consideriamo anche i benefici: davvero passare da una 3090 a una 4090 ci cambierà la vita? Esiste oggi un gioco che non riesce a girare più che dignitosamente con una RTX 2060? Davvero la qualità di un titolo deve essere relegata solo a quanti fps riusciamo a spremere dal suo motore grafico?

Sembra che tutta la conversazione sia su questi temi. Ma in sostanza, al netto degli “enthusiast” che hanno l’hobby di spingere le proprie macchine al limite per il gusto di vedere quanti GHz riescono a raggiungere in overclock, c’è davvero bisogno di aggiornare gli attuali PC gaming ogni 12 mesi?

La differenza tra una GPU del 2022 e una del 2020 è davvero così abissale? Una CPU della serie Intel Core i9-9900 è davvero obsoleta?

Cosa fare per cambiare le cose? 

iniziamo a pensare ai nostri upgrade in modo più intelligente

La questione ambientale è molto più complessa di quanto espresso in questa sede, e di sicuro il PC gaming da solo non fa da ago della bilancia. Ma la sfida per contrastare il cambiamento climatico è gigantesca e prevede un’azione corale e articolata, di cui fa parte anche cambiare le nostre abitudini nel gaming su PC.

Come invitano Lowspecgamer e Gianluca Santilio, iniziamo a pensare ai nostri upgrade in modo più intelligente: aggiorniamo i sistemi in modo migliore e non più frequente. Componenti di due/tre generazioni fa hanno ancora tanta vita utile da offrire. Soprattutto, se viviamo in un luogo in cui l’energia non arriva da fonti rinnovabili, cerchiamo di pensare meglio alle nostre abitudini. Di certo, non sarà il possedere l’ultimo grido in fatto di hardware a renderci gamer migliori o più felici.

Anche i media devono fare la loro parte, in questa conversazione. Innanzitutto mettendo in risalto quei prodotti che riescono a offrire buone prestazioni ottimizzando al contempo i consumi. Premiare i prodotti più efficienti e segnalare quando un componente presenta un assorbimento irragionevole, al netto delle prestazioni più o meno eclatanti.

Non basta più, come dicevamo, relegare a una tabella la questione dell’efficienza energetica, magari a fondo articolo: bisogna che questi fattori diventino criteri di valutazione, che il giudizio su un prodotto passi anche dal suo impatto sulla questione ambientale, perché non possiamo più permetterci di ignorare la sua importanza.

Il libro di Bill Gates riesce ad articolare molto bene un problema così complesso, descrivendolo in modo accessibile e semplice, fornendo input quantomeno interessanti alla conversazione sul cambiamento climatico. Il video originale parte proprio da alcune riflessioni dell’autore e dagli spunti forniti dal libro. La sua lettura potrebbe essere un ottimo punto di partenza per iniziare a ripensare alle nostre abitudini, incluse quelle in ambito PC gaming. Ci auguriamo che anche questo articolo riesca a essere uno spunto di riflessione per molti di voi.

Immagine di copertina: 123RF

Marco Doria
Senior editor

Senior Editor and Professional Translator. Boardgaming enthusiast, Tech-lover.