Samsung Galaxy S20 Ultra, i 108 megapixel sono solo marketing? Un po' sì ma c'è anche la sostanza
Non è soltanto il numero di megapixel a determinare la qualità di una fotocamera
Il recente debutto di Samsung Galaxy S20 Ultra sulle scene mondiali rappresenta uno strano mix di vecchio e nuovo: ci siamo trovati di fronte a una fotocamera dai tratti futuristici, ma anche al ritorno in auge della cosiddetta “guerra dei megapixel”.
Fin dai tempi delle prime fotocamere digitali, questo fenomeno ha influenzato molto le scelte dei vari produttori, i quali affermavano che il numero di megapixel fosse un indicatore fondamentale della qualità dell’immagine.
Tutto ciò era vero prima che la fotografia digitale rimescolasse le carte in tavola, attribuendo al comparto software, piuttosto che a quello hardware, il fattore più importante nel giudicare la qualità della fotocamera di uno smartphone. Tuttavia, ci ritroviamo nel 2020 a dover fare i conti con l’uscita del nuovo Samsung Galaxy S20 Ultra, che propone una fotocamera da 108 megapixel, facendo riemergere un annoso problema altrimenti accantonato.
Dunque, cosa sta succedendo? Si tratta di una semplice trovata di marketing da parte di Samsung oppure Galaxy S20 Ultra rappresenta davvero un salto di qualità per le fotocamere degli smartphone? Per farla breve, Galaxy S20 Ultra propone realmente qualcosa di diverso e interessante, e non soltanto a causa del numero di megapixel. Cerchiamo, quindi, di fare chiarezza e andare più a fondo nella questione…
Galaxy "Ultra" di nome e di fatto
Se vi siete persi il lancio di Samsung Galaxy S20 Ultra, ecco un breve riepilogo del comparto fotografico presente sullo smartphone: nella parte superiore troviamo un obiettivo ultra-wide da 12 MP f / 2.2 in linea con gli standard moderni, ma è nella parte inferiore che sono situati i pezzi da novanta dell’hardware dedicato alla fotografia.
In primo luogo, troviamo un teleobiettivo da 48 MP f / 3.5, in grado di supportare lo "Space Zoom" 100x esclusivo di Galaxy S20 Ultra.
Sulla carta, tali specifiche risultano inferiori agli obiettivi da 64 MP f / 2.0 presenti sia su Galaxy S20 che su S20 Plus, pur mantenendo inalterata la grandezza del singolo pixel di 0,8 micron. Inoltre, non è presente il teleobiettivo da 102 mm che troviamo nella parte posteriore di S20 Ultra e gli zoom ottico e digitale si fermano rispettivamente a 3x e 30x, valori tutto sommato buoni, ma non “Ultra”.
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Il teleobiettivo di Samsung Galaxy S20 Ultra utilizza una tecnologia che, in teoria, è superiore ai due fratelli minori e a rivali come Oppo Reno 10x Zoom. Allo stesso modo di Oppo, l’obiettivo periscopico è in grado di offrire uno zoom ottico 4x, ma è possibile raggiungere la soglia dei 10x (senza perdita di qualità), grazie a un mix di tecniche digitali di ritaglio e pixel binning. Per quanto riguarda lo zoom digitale, le prestazioni sono un po’ claudicanti e incerte e lo "Space Zoom" 100x risulta eccessivamente macchinoso.
Se Space Zoom sembra uno specchietto per le allodole, lo stesso non si può dire della fotocamera principale da 108 MP f / 1.8 di Samsung Galaxy S20 Ultra. "Ogni singolo scatto mostra un livello di dettaglio degno del miglior album fotografico", parole di Drew Blackard, vicepresidente dell’area di telefonia e IoT di Samsung, risalenti al momento del lancio dei tre nuovi smartphone della serie S20; Blackard ha poi affermato che "la chiave per scattare una foto di alta qualità è una fotocamera ad alta risoluzione".
Si tratta di affermazioni che racchiudono allo stesso tempo una visione ottimistica e semplicistica nei confronti di una fotocamera che possiede specifiche molto interessanti, come il sensore da 1 / 1,33 pollici che è il secondo più grande mai visto a bordo di uno smartphone, piazzandosi alle spalle soltanto di Nokia 808 Pureview.
Tale specifica è molto importante poiché le tecniche di apprendimento automatico, come la "Deep Fusion" di Apple e la "fotocamera IA" di Samsung, ricoprono sempre più un ruolo fondamentale nella qualità dell'immagine e avere una buona base hardware è senza dubbio un elemento di vantaggio.
L'enigma dei megapixel
L’aumento delle dimensioni dei sensori permette di assorbire un quantitativo maggiore di luce. Bisogna immaginare i milioni di fotorecettori presenti sul sensore (ovvero i pixel) come dei secchi che raccolgono la pioggia, ovvero i fotoni di cui è composto lo spettro luminoso.
Più grande è il secchio, migliore è la qualità dell'immagine e minore è la necessità di ricorrere a un'amplificazione che può causare rumore (che porta a un’immagine sgranata) o una riduzione della gamma dinamica. È proprio questo l'enigma dei megapixel: dotare un sensore di molti secchi piccoli significa aumentare il numero di pixel dell’immagine, rendendola più nitida; d’altro canto, i secchi più piccoli di solito forniscono segnali più deboli, che potrebbero essere disturbati dal rumore generato da un’inopportuna gestione a livello software, portando alla perdita di potenziali dettagli extra.
Questo è il motivo per cui Samsung Galaxy S20 Ultra (e altri smartphone ad alta risoluzione) trae molto vantaggio dalla tecnica di "binning dei pixel". La modalità predefinita presente su S20 Ultra consente di scattare foto da 12 megapixel, raggruppando i pixel in gruppi di nove per formare un unico blocco da 2,4 micron. Ciò permette, almeno in teoria, di avere a disposizione un “enorme secchio” per scattare fotografie di ottima qualità anche in condizioni di scarsa illuminazione.
Nel caso l’utente si trovi in ambienti ben illuminati e desideri dettagli estremi, S20 Ultra permette di impostare la modalità di scatto a 108 megapixel. Si tratta di una risoluzione persino eccessiva (a meno che voi non stampiate inserzioni per cartelloni pubblicitari), ma che vi permetterà di immortalare i dettagli meno visibili con una qualità dell’immagine di prima scelta.
Dopo aver tessuto le lodi del comparto fotografico di Samsung Galaxy S20 Ultra, è doveroso informarvi che, per ovvi motivi legati alla fisica, non siamo comunque ai livelli di fotocamere ad alta risoluzione, come Fujifilm GFX 100. Anche nel campo della fotografia professionale, lo sfruttamento massimo della risoluzione rappresenta un’arma a doppio taglio, nonostante la presenza di treppiedi e otturatori remoti.
Il numero di megapixel non è l'unica cosa che conta
Nel mondo reale, la qualità di una foto dipende da diversi fattori. Concentrarsi esclusivamente sul numero di megapixel sarebbe come assemblare un PC e dare priorità assoluta alla scelta del processore, non curandosi delle altre componenti: per fare un esempio, nel caso abbiate il desiderio di regalarvi una nuova workstation, non vi basterà soltanto munirvi di una CPU AMD Ryzen 9 3950X, ma avrete anche bisogno di una scheda video, in quanto il vostro processore non sarà dotato di grafica integrata (oltre, ovviamente, a scheda madre, alimentatore, RAM, storage ecc…).
Inoltre, bisogna tenere in considerazione altre specifiche al di là della risoluzione, come la gamma di colori, l'elaborazione delle immagini, la qualità dell'obiettivo e (soprattutto) l'autofocus. Se questi ultimi due aspetti non dovessero essere all'altezza, la risoluzione sarebbe l’ultimo dei vostri problemi. Tutto ciò contribuisce a smentire le affermazioni di Blackard secondo cui "la chiave per scattare una foto di alta qualità è una fotocamera ad alta risoluzione": questa frase non è del tutto vera in molti frangenti della vita reale.
Dunque, ogni fotocamera rappresenta un compromesso tra diversi fattori e quella di S20 Ultra non è un’eccezione. Ad esempio, è interessante notare che il sensore principale da 108 MP non è dotato del veloce Dual Pixel AF visto su S20 e S20 Plus, preferendo invece il meno avanzato autofocus con rilevamento di fase standard. Questa mancanza potrebbe essere colmata da qualche trucchetto di I.A., ma ciò potrebbe comportare errori di messa a fuoco.
Ma allora Samsung ci prende in giro quando enfatizza i 108 megapixel della fotocamera di Galaxy S20 Ultra? Assolutamente no. L'enorme sensore rappresenta un vantaggio reale in termini di foto scattate in condizioni di scarsa illuminazione e non possiamo che elogiare il lavoro compiuto da Samsung in ambito software. Tuttavia, crediamo che i modelli S20 e S20 Plus siano in grado di soddisfare da soli le esigenze della maggior parte del pubblico di oggi e che S20 Ultra rappresenti una soluzione d’élite.
Grandi potenzialità
Tra le funzionalità innovative della serie S20, menzioniamo la modalità Single Take (vedi immagine qui sopra). Si tratta di scattare simultaneamente una varietà di foto diverse (ultra-wide, ritratti o video hyperlapse) per un periodo di dieci secondi, per poi consentire all'utente di scegliere la migliore.
Questa funzionalità ci aveva già colpiti durante la nostra anteprima di Samsung Galaxy S20 Ultra e si tratta di una caratteristica unica nel suo genere. Ci auspichiamo di vedere sempre più smartphone pionieri di trucchi user-friendly come questo, piuttosto che la comparsa di obiettivi con uno spessore di 9 mm. D’altronde, la macchina fotografica Fujifilm X100V ci insegna che le migliori fotocamere sono quelle che si sono evolute per adattarsi al loro ambiente.
Non possiamo ancora trarre dei giudizi definitivi su Samsung Galaxy S20 Ultra, ma sosteniamo che la scelta di una risoluzione da 108 megapixel sia stata dettata dal tentativo dell’azienda sudcoreana di colpire il proprio pubblico attraverso i grandi numeri (vedi anche zoom 100x e video in 8K con limite di registrazione di cinque minuti), piuttosto che la qualità della fotografia in senso stretto. I comparti hardware e software sono frutto di una progettazione all’avanguardia e S20 Ultra si candida di diritto al titolo di migliore smartphone per la fotografia.
Per ora, ci fermiamo qui per quanto riguarda la trattazione delle specifiche della fotocamera; ne sapremo di più, in termini pratici, non appena avremo ultimato la nostra recensione completa di Samsung Galaxy S20 Ultra.
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Valerio Del Vecchio is an Editor at TechRadar.