Netflix riduce i prezzi fino al 50%, ma non sarà di aiuto
Il gigante dello streaming riduce le tariffe di abbonamento fino al 50%
Con la crisi del costo della vita in tutto il mondo che continua a colpire e la guerra dello streaming che non accenna a diminuire, Netflix ha deciso di abbassare i prezzi in oltre 30 Paesi, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.
Gli sconti sono stati applicati questa settimana soprattutto nelle regioni a basso reddito dell'Asia, dell'Europa, dell'America Latina, dell'Africa sub-sahariana e del Medio Oriente, dove la diffusione degli abbonamenti è attualmente relativamente bassa.
Tra i Paesi che hanno visto diminuire i prezzi degli abbonamenti, che variano tra il 20% e il 60%, ci sono Croazia, Slovenia, Bulgaria, Nicaragua, Ecuador, Venezuela, Malesia, Indonesia, Vietnam, Thailandia, Filippine, Egitto, Yemen, Giordania, Libia, Iran e Kenya.
Sul fatto che l'Italia non sia inclusa nella lista dei paesi "a basso reddito" si potrebbe creare un discorso a parte e forse lo faremo, ma per oggi valga la notizia che secondo Netflix il nostro Paese non fa parte della lista. Evviva...
Per ora nulla lascia intendere che i tagli di prezzo arriveranno anche nelle aree più ricche del mondo.
"Stiamo sempre esplorando modi per migliorare l'esperienza dei nostri membri", ha dichiarato giovedì Netflix in un comunicato. "Possiamo confermare che stiamo aggiornando i prezzi dei nostri piani in alcuni Paesi".
Sicuramente Netflix ha diversi problemi da gestire al momento. Il primo è lo stesso di tutte le altre aziende del mondo: l'illusione che si possa e si debba crescere per sempre. Non è possibile, è un obiettivo stupido e porta solo problemi - tipicamente la risposta è il licenziamento di lavoratori, per garantire che soci e dirigenti continuino ad avere la loro fetta.
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Se Netflix accettasse il fatto che non è obbligatorio continuare ad avere sempre più abbonati, e che magari si può rallentare, e magari pensare a fare contenuti di qualità... ecco magari potrebbe succedere qualcosa di interessante.
Un altro problema, più facile da comprendere, è che Netflix deve affrontare una concorrenza sempre più numerosa e agguerrita. I servizi rivali non fanno che crescere, il che è abbastanza ovvio visto che sono più piccoli, e quindi per loro non è ancora arrivato il momento in cui non si può crescere più.
Ma i concorrenti hanno anche altre qualità: costano meno, tanto per cominciare, e non hanno abbonamenti frazionati. C'è uno solo tipo di abbonamento, e di sicuro i concorrenti non hanno una stupidaggine come l'abbonamento limitato a un solo schermo, con risoluzione 720p. Per approfondire, si legga il nostro confronto Netflix Vs Disney Plus.
Allo stesso tempo, Netflix sta cercando di bloccare o almeno limitare la condivisione di password. Hanno introdotto l'abbonamento economico con pubblicità, e stanno lentamente adottando sistemi per controllare l'identità di chi si collega al servizio.
Certo, le miglior serie Netflix sono ancora un gran bel motivo per tenere l'abbonamento, ma ormai sono in molti a sentirsi stanchi, esasperati, e pronti a disdire Netflix.
Dunque, in una situazione così complicata, ridurre i prezzi non sarà di aiuto. Soprattutto se la misura non riguarda proprio quei paesi dove la situazione è più complicata.
Analisi: Netflix sta per avere un problema, e questi tagli di prezzo non saranno d'aiuto
La scadenza di marzo si avvicina rapidamente per la tanto attesa (e tanto odiata) fine della condivisione delle password per molti spettatori di Netflix, e la notizia di ieri non mitigherà la delusione di coloro che non potranno più appoggiarsi agli account di parenti o amici. Dal primo aprile, forse, anche in Italia non potremo più condividere l'account Netflix.
È chiaro che questi sconti vengono utilizzati principalmente per incoraggiare i nuovi abbonati nei territori emergenti di Netflix, il che significa che è improbabile che i cali di prezzo vadano a beneficio della maggior parte delle persone interessate dall'imminente cambiamento delle regole.
L'obiettivo di Netflix è ovviamente quello di aumentare le entrate, e per farlo non ci sono ricette miracolose. Tagliare le spese eliminando serie TV, compresi alcuni prodotti che avevano un certo successo. E cercare appunto di far crescere il numero di abbonati.
Funzionerà almeno in parte, perché sono convinto che la maggior parte di noi continuerà a pagare Netflix anche se non potrà più condividerlo. Almeno nell'immediato, ma con il tempo il numero delle disdette potrebbe aumentare.
I dati finanziari della società relativi alla fine del 2022 hanno visto un aumento della base di abbonati di 7,66 milioni, ma con l'imminente eliminazione delle password condivise - una mossa rischiosa che non è stata ancora adottata da rivali come Disney Plus e Hulu - resta da vedere se il servizio di streaming ha preso la decisione giusta
Valerio Porcu è Redattore Capo e Project Manager di Techradar Italia. È da sempre ossessionato dai gadget e dagli oggetti tecnologici che cambiano la nostra vita quotidiana, e dai primi anni 2000 ha deciso di raccontarla. Oggi è un giornalista con anni di esperienza nel settore tecnologico, e ha ancora la voglia di trovare le chiavi di lettura giuste, per capire davvero in che modo la tecnologia può rendere migliore la nostra vita quotidiana.