Netflix dovrebbe migliorare il catalogo prima di pensare alle password condivise

Roger stares at a computer screen as Hannah looks at him in Netflix's Kaleidoscope
(Immagine:: Netflix)

Se voi foste i proprietari di un'azienda che di settimana in settimana vede diminuire il numero di clienti e che subisce critiche pesanti perchè l'utenza percepisce un forte calo della qualità, scegliereste proprio quel momento per trovare un modo per spremere più soldi alla vostra clientela? No, probabilmente. Eppure, è proprio quello che Netflix sta facendo in questo momento con i suoi piani per la condivisione password a pagamento.

La notizia, tra l'altro, arriva in un momento in cui gli spettatori stanno calando, contestualmente alla quantità di contenuti di successo. C'è da dire, infatti, che le serie TV Netflix e i film più apprezzati dagli spettatori sono ormai appartenenti al passato: molti dei nuovi film Netflix e degli altri programmi (come Perfect Match, il reality decisamente trash che questa settimana è nella top 10 delle serie TV Netflix), non sono altro che contenuti vuoti, che offrono un genere di intrattenimento privo di valore o qualità.

Anche questo, probabilmente, è il motivo per cui così tante persone scroccano la password di di qualcun altro invece che sottoscrivere un abbonamento Netflix indipendente.

Molte delle motivazioni espresse dall'azienda per giustificare la condivisione password Netflix a pagamento lasciano il tempo che trovano. Le ragioni per cui gli utenti scelgono di condividere lo stesso account sono molteplici, e possono essere sia personali che dettate da una questione puramente logica.

Magari in molti non avrebbero problemi a pagare un abbonamento Base a 7,99€ al mese, ma dovrebbero accontentarsi della qualità SD. Non ha minimamente senso che per vedere i contenuti in HD o Ultra HD si debba pagare 13 o addirittura 18€, per giunta senza poter dividere l'account con amici o parenti. Realisticamente, un nucleo familiare residente nella stessa abitazione cosa se ne fa di un abbonamento visibile su 4 schermi?

Tornando alla qualità dei contenuti, date un'occhiata alla classifica Top 10 delle serie TV su scala mondiale della scorsa settimana. C'è qualcosa che vi colpisce?

Innanzitutto, il 40% dell'elenco è costituito essenzialmente da una serie (You), e poi sono presenti anche nuove stagioni di serie ormai uscite da tempo come Mercoledì o Ginny & Georgia. Per quanto riguarda i nuovi titoli presenti nell'elenco, Perfect Match ha un punteggio decisamente scarso su Rotten Tomatoes del 60%, mentre il punteggio del pubblico di Red Rose è ancora peggiore (52%).

Ciò che suggerisce questa classifica è che i maggiori successi di Netflix sono in genere appartenenti a tempi passati, e che le persone spesso provano a iniziare la visione delle novità, ma senza poi continuare oppure tollerandone semplicemente la riproduzione in sottofondo mentre fanno altro. 

Lo suggerisce, per esempio, il fatto che il tempo trascorso durante la visione in streaming delle serie TV più popolari della piattaforma è diminuito quasi di settimana in settimana quest'anno.

  • La stagione 2 di Ginny & Georgia, ad esempio, è entrata nella Top 10 di Netflix durante la prima settimana di gennaio con quasi 564 milioni di ore viste in tutto il mondo. 
  • A partire dalla seconda settimana di gennaio, tuttavia, si è assistito a un drastico calo. In quella settimana gli spettatori hanno trascorso 485,8 milioni di ore a guardare le 10 più popolari serie Netflix in lingua inglese, tra cui entrambe le stagioni di Ginny & Georgia, oltre a Mercoledì, la nuova stagione di Vikings: Valhalla e Kaleidoscope (altro nuovo contenuto Netflix non particolarmente degno di nota).
  • Durante la terza settimana del mese, la Top 10 ha registrato un ulteriore calo di spettatori, scendendo a 363,4 milioni di ore.
  • Durante la quarta settimana del mese, il totale è sceso ancora, a 252,85 milioni di ore.
  • Durante la prima settimana di febbraio, il totale ha continuato a scendere, arrivando a poco più di 197 milioni di ore.
  • La seconda settimana di febbraio, i dati più recenti di cui disponiamo, ci porta al primo aumento settimanale dell'anno: 234,8 milioni di ore trascorse a trasmettere in streaming tutti i titoli della Top 10 settimanale.

Vedremo se questo trend continuerà. Ma se a tutto ciò si aggiunge l'insoddisfazione di molti fan riguardo la cancellazione da parte di Netflix di serie molto amate (come per esempio Mindhunter, che non verrà rinnovata per la terza stagione nonostante fosse un contenuto di altissima qualità), non sappiamo in quanto saranno disposti a pagare di più per aprire il proprio account sulla piattaforma streaming. Questa mossa rischia, allontanando un grande numero di utenti, di causare perdite piuttosto che l'acquisizione delle nuove entrate in cui Netflix spera.

È chiaro che la condivisione delle password, un tempo trascurata da Netflix, stia per diventare un bel ricordo del passato. Evidentemente, all'azienda non interessa più quante persone effettivamente guardino i suoi contenuti, ma in quanti concretamente paghino per farlo.

Netflix stima che, su 222 milioni di abbonati paganti, l'account Netflix venga condiviso da oltre 100 milioni di utenti aggiuntivi. Ma quanti di questi sarebbero disposti a pagare di più per un abbonamento singolo?

Giulia Di Venere

Giulia Di Venere è Editor Senior per TechRadar Italia e lavora con orgoglio al progetto da quando è nato.

Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è una grande appassionata di cinema, libri, cucina e cinofilia.

Da sempre considera la scrittura lo strumento più efficace per comunicare, e scrivere per fare informazione, ogni giorno, è per lei motivo di grande soddisfazione.

Copre una grande varietà di tematiche, dagli smartphone ai gadget tecnologici per la casa, gestendo la pubblicazione dei contenuti editoriali e coordinando le attività della redazione.

Dalla personalità un po’ ambivalente, ama viaggiare tanto quanto passare il tempo libero nella tranquillità della propria casa, in compagnia del suo cane e di un buon libro.