Elden Ring, vendite folli come GTA V. Ecco perché
Il capolavoro di FromSoftware ha una (impensata) marcia in più
Elden Ring è uscito da nemmeno due mesi e ha già colonizzato gran parte del web. Prima del lancio del gioco l’hype era alle stelle, con i fan che si fiondavano come piranha su qualunque anticipazione, pettegolezzo o questione che riguardasse l’ultima produzione FromSoftware.
Nel frattempo, hanno visto la luce altri titoli attesi da gruppi più o meno grandi di affezionati, come Gran Turismo 7 e Final Fantasy Origin. In tutti e tre i casi abbiamo a che fare con un bacino di utenza quasi simile: nicchie, categorie o gruppi di giocatori di diversa ampiezza appassionati di certi tipi di produzioni che fremono per mettere le mani sull’ennesimo capitolo del loro gioco preferito.
Tuttavia, all’atto pratico le cose sono andate molto diversamente. Final Fantasy Origin ha finito per deludere le aspettative dei giocatori di Final Fantasy più tradizionalisti ed è passato praticamente inosservato al resto del pubblico. Gran Turismo 7 ha fatto felici i suoi fan e se l’è cavata piuttosto bene con i novizi. Elden Ring al contrario è semplicemente esploso.
Il successo post-lancio dell’RPG fantasy open world frutto della collaborazione tra Hidetaka Miyaazaki e il bestsellerista George RR Martin è andato notevolmente oltre ogni aspettativa, trasformandosi subito in un miracolo di critica, vendite e affluenza.
Nel caso dei titoli Square Enix e Polyphony Digital, le nicchie sono state confermate (sebbene, vale la pena ripeterlo, si tratti di due nicchie di dimensioni decisamente diverse). Per quanto riguarda Elden Ring invece, la bolla è scoppiata, e per capirlo basta dare un’occhiata ai numeri in casa FromSoftware.
Bloodborne, uscito in esclusiva per PS4, ha venduto in tutto 3 milioni di copie, confermando ciò che doveva essere sin dall’inizio: un gioiello macabro per allettare gli adepti dei Soulslike, ambientato in un mondo persino più cupo, violento e brutale di quelli di Dark Souls.
Il più recente Sekiro, eletto Miglior gioco dell’anno nel 2019 e che traspone il fantasy oscuro tipico della casa di produzione nelle ombrose ambientazioni del Giappone del XVI secolo, ha venduto 5 milioni di copie in un anno.
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Dark Souls 3, l’ultimo atto della saga di punta del marchio, ha venduto 10 milioni di copie in quattro anni. Un numero di tutto rispetto per una serie di giochi notoriamente difficile e poco accessibile.
Che dire di Elden Ring? Beh, Elden Ring ha mietuto 12 milioni di copie in appena due settimane. Non si tratta semplicemente di un record interno a FromSoftware, ma di un risultato assoluto, paragonabile ai ritmi sovrannaturali di GTA V (via Cnet).
A questo punto conviene chiedersi: ci aspettavamo che Elden Ring andasse bene? Assolutamente si, le premesse erano buone come non mai, la partnership con il pluripremiato George Martin, autore de Il Trono di Spade, ha garantito al gioco un’esposizione mediatica drasticamente superiore a qualsiasi altro Soulsborne, facendo confluire tipologie di utenze diverse in un unico, meraviglioso metaverso.
Elden Ring riprende, ora attenuandoli ora esasperandoli, numerosi contenuti e motivi dei Soulsborne, ma trasponendoli in un open world sconfinato. Non solo avete a disposizione una mappa (optional non proprio caratteristico della tradizione FromSoftware), ma ne avete una enorme, che si costruisce pezzo per pezzo e assembla al suo interno ecosistemi dall’ossessiva complessità.
È un po' come in Skyrim, ma senza le città in cui poter riprendere fiato, con in più un mondo sotterraneo nascosto che vi attende tra le viscere delle terre emerse. In Elden Ring non esistono percorsi rigidi, quasi nulla risponde a sequenze di gioco obbligate. Ogni volta che lo avviate potete fare quello che volete e qualsiasi cosa facciate ci sarà sempre (molto) altro da fare.
Se non riuscite a sconfiggere un determinato Boss o a superare certe aree, non sarete obbligati a salire di livello ripercorrendo noiosamente lo stesso dungeon più e più volte. Potrete salire in groppa a Torrente ed esplorare nuovi territori, darvi battaglia con mini-Boss da campo che droppano oggetti rari, oppure dedicarvi alla miriade di missioni secondarie disponibili.
Ma cerchiamo di riformulare la domanda precedente in modo più preciso: ci aspettavamo che Elden Ring andasse così bene? Al di là della mole impressionante di vendite e delle unanimi valutazioni da capogiro, il gioco ha creato una comunità nella comunità. In meno di due mesi dalla sua diffusione, Elden Ring ha monopolizzato l’attenzione del web. Su reddit e siti affini sono nate fazioni, gruppi e persino sette di giocatori che differiscono non soltanto per build, ma anche per etica.
Ad esempio, si sono aperti numerosi dibattiti sulla liceità del cheesing (tattiche non convenzionali per superare certi Boss); esistono forum in cui ogni glitch e bug del gioco viene chirurgicamente dissezionato e analizzato per capire cosa ci si può fare; ogni giorno emergono nuovi percorsi, nuove possibilità, inimmaginabili strategie.
Ovviamente, Elden Ring non è perfetto. Personalmente, sono rimasto piuttosto deluso dalle scarse possibilità offerte dalla personalizzazione del vestiario, che si riduce fondamentalmente all’aggiungere o togliere mantelli e al rifinire il dettaglio di qualche armatura. La fauna è o aggressiva e forte oppure passiva e debolissima (pensate alle varie testuggini di Final Fantasy XIII, tanto indifferenti quanto ostiche). Anche la gestione di determinate altezze non brilla per coerenza: potreste sopravvivere a una caduta abissale ma anche morire precipitando da pochi metri.
Eppure, alcune di queste imperfezioni contribuiscono paradossalmente a rendere il gioco più interessante. Qualcuno si è lamentato del fatto che non esistano scelte veramente decisive riguardo le caratteristiche del personaggio. Da un certo punto in poi del gioco potete cambiare l’aspetto e il nome del vostro giocatore a piacimento e, se avete abbastanza lacrime di larva con voi, ridistribuirne i parametri ogni volta che volete.
Può sembrare una pecca, ma guardate l’influenza che una simile chance ha avuto sulle sorti del web. Dopo l’iconico ceffone di Will Smith alla Notte degli Oscar, molti utenti hanno modificato nome e aspetto dei loro personaggi per farli assomigliare il più possibile all’attore e sono andati in giro per l’Interregno a rifilare schiaffi volanti.
Un redditor è persino riuscito a trasformare il proprio personaggio in un Signore oscuro dei Sith, munendolo di cappa nera, fulmini e spada laser.
Elden Ring è diventato un vero e proprio laboratorio a cielo aperto in cui confluiscono attualità, tradizione, cultura di massa e tanto altro. La maggior accessibilità del titolo rispetto alle precedenti produzioni FromSoftware è stata tramutata in un una spropositata capacità espressiva che non ha precedenti.
Oltre ad essere divertente da giocare, Elden Ring è anche un articolatissimo medium in cui ciascun giocatore può sfruttare le possibilità offerte dal gioco per dire la sua. E questo, forse, non ce lo aspettavamo.