Smartphone o fotocamera compatta, quale scegliere?

(Immagine:: Apple)

Conviene acquistare una fotocamera compatta con ottica fissa o è meglio spendere qualche euro in più al momento dell'acquisto di un nuovo smartphone e portarsi a casa un top di gamma?

Il mondo della fotografia sta facendo passi da gigante grazie all'intelligenza artificiale e agli algoritmi AI, come si può facilmente riscontrare se si osservano delle foto scattate con i top di gamma recenti (Apple iPhone 13 Pro Max, Google Pixel 6 Pro, Oppo Find X5 Pro, Samsung Galaxy S22 Ultra e via dicendo). 

Gli smartphone per la fotografia, anche detti cameraphone, dispongono di hardware potentissimi e, laddove non riescono ad arrivare per mancanza di lunghezza focale o per le ridotte dimensioni del sensore, intervengono gli algoritmi AI, capaci di applicare sfocature, effetti HDR e molto altro.

Non è tanto la lente o il sensore che fanno la "bella foto", con uno smartphone, ma anche e soprattutto il software di elaborazione delle immagini. E qualcosa di simile accade anche sulle macchine fotografiche, soprattutto quelle compatte.

Di pari passo, le fotocamere compatte si sono evolute parecchio, tanto che modelli come Fujifilm X100V, Sony ZV-1 e Canon PowerShot G7 X Mark III sono in grado di produrre scatti di elevata qualità offrendo al contempo delle ottime specifiche video. Del resto, se vogliamo paragonare in modo sensato gli smartphone e le fotocamere compatte dobbiamo per forza porci dei limiti.

Nel confronto di oggi prenderemo in considerazione le fotocamere super compatte di ultima generazione, dei modelli tascabili che, nella gran parte dei casi, sono grandi quanto uno smartphone e hanno lenti con focale fissa.

Essendo simili per dimensioni e specifiche, le super compatte più recenti si pongono in diretta competizione con i cameraphone, offrendo qualche vantaggio in termini di qualità dell'immagine e opzioni di scatto, ma rinunciando al contempo alle funzioni AI e alla facilità d'uso che contraddistingue gli smartphone.

Fino a poco tempo fa era facile decidere: anche la fotocamera meno costosa faceva foto migliori del migliore tra gli smartphone. Oggi pro e contro ci sono da entrambe le parti, ma rispetto a qualche anno fa il divario in termini di qualità dell'immagine e funzioni si è ridotto, rendendo la scelta molto difficile. 

Formato e prezzo

Iniziamo il nostro ragionamento partendo dal formato. Per quanto le fotocamere compatte siano molto più piccole rispetto a una reflex o una mirrorless con obiettivi intercambiabili, di norma sono più voluminose e quindi meno facili da infilare in tasca rispetto a uno smartphone.

Detto questo, ci sono delle eccezioni come Ricoh GR III X, una compatta di ultima generazione che risulta più piccola di un iPhone 13 Pro Max, ad esempio, ma anche del più compatto Google Pixel 4a.

(Image credit: Future)

Nel tempo, i produttori di fotocamere si sono resi conto che la convenienza del formato offerta dalle compatte era venuta meno lasciando campo libero agli smartphone e hanno iniziato a produrre dei modelli sempre più potenti e... compatti!

Per questo motivo, oggi, parlare di convenienza del formato smartphone ha poco senso. Sono entrambi oggetti molto piccoli e molto comodi da portarsi appresso. 

Lo smartphone ha il "vantaggio" che ce l'avete sempre in tasca, in qualsiasi momento - e vale sempre la regola d'oro: la migliore fotocamera è quella che hai a disposizione quando ti serve. 

Ma in termini di peso e dimensioni un top di gamma moderno è molto vicino (e a volte più grande) a una fotocamera compatta, quindi questi fattori non giocano più così tanto a favore degli smartphone.

Al contempo se si vuole una buona compatta bisogna spendere cifre importanti, tanto da avvicinarsi a smartphone di fascia alta. La differenza è che quest'ultimi, pur costando di più, offrono una serie di funzioni che vanno dalla messaggistica alle telefonate fino alla riproduzione di contenuti multimediali, oltre a disporre di app dedicate all'editing fotografico praticamente speculari a quelle presenti su PC. 

Se si considera che un top di gamma moderno è a tutti gli effetti un mini computer, si può dire che la differenza di prezzo tra uno smartphone di fascia alta e una compatta è ampiamente giustificata, anche a fronte di una qualità fotografica inferiore.

Del resto alcuni fotografi potrebbero ragionare diversamente. Un iPhone 13 Pro Max costa più di €1.300, cifra con la quale è possibile portarsi a casa uno smartphone di fascia media, magari non particolarmente votato alle foto, e una buona compatta come la sopracitata Ricoh GR III X, che di listino costa €999.

Il problema rimane però lo stesso: scegliendo quest'ultima soluzione viene nuovamente a mancare la convenienza del formato, dato che scegliendo questa opzione è comune necessario portarsi dietro due dispositivi al posto di uno.

Funzioni e qualità dell'immagine

I migliori smartphone per la fotocamera hanno tutte le funzioni che potete desiderare, da quelle dedicate all'astrofotografia alle opzioni HDR, dalle esposizioni multiple ai time-lapse, fino agli scatti macro e super macro. In aggiunta gli smartphone Android possono accedere a una miriade di funzioni interessanti come Google Lens, ad esempio, un software AI integrato nell'app fotocamera Android che permette di inquadrare un oggetto, pianta o animale e ottenere informazioni dettagliate su di esso o di aprire un menù inquadrando un QR code (e molto molto altro). 

Ogni smartphone ha le sue peculiarità, ma la maggior parte dei top di gamma per la fotografia dispone di un set di funzioni tale da far impallidire molte compatte.

La differenza principale tra le due categorie sta nelle dimensioni del sensore. Per rimanere sull'esempio precedente, la compattissima Ricoh GR III X ha un sensore APS-C da 24.2MP abbinato a una lente 40mm f/2.8. Le dimensioni del sensore e la buona apertura dell'obiettivo consentono di avere un controllo organico sulla profondità di campo, permettendo di ottenere dei ritratti con uno sfocato morbido e naturale.

I sensori degli smartphone sono più piccoli di quelli APS-C delle compatte, svantaggio che i produttori cercando di compensare con aperture che scendono facilmente sotto a F2.0 sugli obiettivi grandangolari e ultra grandangolari.

Sensori fotografici

Sensori fotografici (Image credit: Future)

Non potendo contare sulla profondità di campo data dalla lunghezza focale dell'obiettivo, gli smartphone sfruttano gli algoritmi AI per ricreare l'effetto bokeh, isolando digitalmente il soggetto dallo sfondo - parliamo di quella funzione che in genere si chiama Ritratto, nelle opzioni dell'app fotografica. 

L'effetto che si ottiene è simile ma risulta piatto anche con gli smartphone più evoluti, e per un occhio attento è facile notare le differenze. 

Si possono comunque ottenere ritratti spettacolari con un iPhone 13 Pro Max, e anche con un più modesto Pixel 4a. Ma se cercate il massimo in termini di qualità dell'immagine, meglio puntare su una compatta.

Facciamo un esempio: qui sotto potete osservare tre ritratti: il primo è stato scattato con un One Plus Nord CE 2 in modalità ritratto, il secondo con una fotocamera Ricoh GR III X, l'ultimo con un Pixel 4a.

La sfocatura dello sfondo è un effetto naturale delle lenti, nelle fotocamere. Negli smartphone, invece, è un effetto digitale applicato via software, quindi risulta artefatta.

Come potete notare, lo sfondo delle foto scattate con la compatta (immagine 2) è molto naturale, la sfocatura è morbida e le ombre realistiche. Gli scatti effettuati con gli smartphone (1 e 3) sono molto luminosi e hanno colori vividi e caldi, ma lo sfocato risulta piatto e il senso di profondità viene a mancare completamente.

Certo, il risultato è comunque soddisfacente e pubblicando le due immagini sui social gli scatti effettuati con il Pixel 4a o con il One Plus Nord CE otterrebbero lo stesso successo, anzi, probabilmente verrebbero apprezzati maggiormente in quanto più luminosi e di maggior impatto.

Inoltre, spesso gli smartphone fanno affidamento sullo zoom digitale, notoriamente inferiore allo zoom ottico in termini di qualità dell'immagine. Lo stesso discorso vale però anche per le compatte con focale fissa, le uniche che possiamo paragonare ai cameraphone in termini di peso e dimensioni, quindi utili al nostro ragionamento.

A questo si aggiungono altri svantaggi, come una gamma dinamica ridotta rispetto a quella dei sensori APS-C, in parte compensata dalle funzioni HDR che, pur facendo la loro parte, creano problemi di ghosting quando nell'inquadratura ci sono più soggetti in movimento.

Se invece si parla di messa a fuoco, gli smartphone non riescono ancora ad eguagliare le fotocamere, quindi risultano mediamente meno precisi e affidabili.

Nel complesso, in termini di qualità delle immagini le compatte riescono ancora a fare meglio. Il sensore più grande raccoglie più luce, quindi si rivela generalmente superiore sia in termini di dettaglio che negli scatti notturni e la gamma dinamica è molto più estesa.

A proposito di foto notturne, nella nostra recensione di iPhone 13 Pro Max (che al momento guida la nostra classifica dei migliori cameraphone) abbiamo evidenziato come, nonostante i netti miglioramenti, il top di gamma Apple non sia ancora in grado di scattare foto notturne convincenti.

Come potete vedere, entrambe le immagini presentano la tipica grana che compare quando si è costretti ad alzare gli ISO per compensare la mancanza di luce naturale. Il risultato non è pessimo, ma neanche eccezionale.

Se per i ritratti e gli scatti notturni l'ago della bilancia pende a favore delle compatte, il divario si assottiglia negli scatti panoramici con condizioni di luce favorevoli.

I sensori principali degli smartphone sono grandangolari o ultra-grandangolari, spesso hanno tanti megapixel (Oppo Find 5X Pro ha un sensore principale da 50MP) e riescono a produrre scatti panoramici ricchi di dettagli e colori. Non c'è dubbio, se dovete scattare una foto al mare o mentre state facendo una camminata in montagna potete ottenere risultati eccellenti anche con uno smartphone.

Se invece si parla di zoom il discorso si fa più complesso. Alcuni smartphone dispongono di teleobiettivi potenti, ma sono pochi (seppur presenti) i modelli che possono contare su uno zoom ottico e lo zoom digitale, notoriamente, non produce risultati soddisfacenti. Il problema riguarda anche le fotocamere compatte a focale fissa, costrette ad affidarsi allo zoom digitale per gli scatti da lontano. Questo, in sostanza, effettua un ritaglio ingrandendo digitalmente l'immagine (zoomando appunto) e riducendo di conseguenza la risoluzione finale, quindi ingrandisce i pixel ma peggiora visibilmente la qualità dell'immagine.

Sono escluse da questo ragionamento le compatte con obiettivi super zoom, anche dette bridge, che possono raggiungere focali elevate (200mm) permettendo di ottenere risultati ottimi senza compromettere la risoluzione. Del resto, questi modelli sono generalmente molto più ingombranti di una compatta a ottica fissa e non risultano in alcun modo utili al nostro confronto.

In generale possiamo quindi dire che le differenze tra smartphone e fotocamere compatte ci sono ancora (per una questione di dimensioni del sensore e delle ottiche), ma grazie agli algoritmi AI e alla crescente qualità delle lenti e dei sensori, i cameraphone di ultima generazione rappresentano una valida alternativa alle fotocamere a lente fissa presenti sul mercato.

In tal senso diventa determinante la modalità d'uso, come anche l'esperienza fotografica dell'utente, tema che approfondiremo nel prossimo paragrafo.

Esperienza d'uso

Diciamoci la verità, la maggior parte degli utenti (compreso chi scrive) usa smartphone in modalità "punta e scatta".

Cosa vuol dire? Anche se gli smartphone di fascia alta dispongono di numerose funzioni dedicate (alcuni hanno modalità completamente manuali che consentono di modificare i parametri come se si stesse scattando con una fotocamera), nella gran parte dei casi vengono utilizzati in modalità automatica lasciando al software della fotocamera il compito di regolare tempi di esposizione, bilanciamento del bianco, valori ISO e via dicendo.

Del resto è molto più semplice far scegliere le impostazioni ottimali allo smartphone e catturare la scena inquadrata in maniera istantanea, senza perdere l'attimo, piuttosto che impazzire a regolare i parametri rischiando di perdere lo scatto. Se lo scatto non viene come speravamo si può sempre intervenire in post produzione o applicare un filtro in pochi secondi, senza dover scaricare l'immagine su PC e aprirla con un software. Comodo, no?

Non c'è dubbio, gli smartphone fanno di questo aspetto la loro forza più grande. 

Anche le compatte hanno modalità automatiche e consentono di "puntare e scattare" senza impazzire con le regolazioni, ma hanno un altro vantaggio.  A differenza degli smartphone, dispongono di ghiere fisiche e tasti che possono essere assegnati a funzioni specifiche, consentendo di scegliere i parametri più adatti in base allo scatto (si possono impostare dei preset per foto notturne o ritratti, ad esempio) con un semplice clic.

Tale caratteristica va a vantaggio dell'utente più esperto che cerca di dare una direzione precisa allo scatto, ma risulta poco utile per tutti coloro che non conoscono le funzioni avanzate e non hanno alcuna preparazione in ambito fotografico. 

Del resto, chi fa il fotografo di professione dispone già di una fotocamera con funzioni avanzate (spesso due, di cui una compatta), quindi di rado investe ulteriore budget su una compatta a ottica fissa. Al contrario mi è capitato spesso di vedere professionisti che salvano delle giornate di lavoro grazie a uno scatto portato a casa con un click sullo smartphone.

Quale scegliere?

La risposta non è univoca, dipende dall'utente. Se siete degli appassionati di fotografia e amate sperimentare giocando con la profondità di campo, apprezzate le sfocature morbide e i toni naturali della pelle o in generale vi piace studiare lo scatto nei minimi dettagli, l'acquisto di una buona compatta è preferibile.

Oltre a produrre risultati generalmente migliori rispetto a quelli di uno smartphone grazie a sensori di maggiori dimensioni, la compatta è pensata appositamente per le foto e elimina distrazioni come notifiche, chiamate e altri aspetti tipici dei telefoni, permettendo al fotografo di concentrarsi a meglio sugli scatti.

Il ragionamento si fa molto più complesso se si analizzano altri fattori. Il primo, e più importante, è capire a che scopo si fanno le fotografie e dove andranno a finire. 

Chiariamo il concetto: quando scattate con il vostro smartphone, di norma, le foto finiscono sui social o sulle app di messaggistica istantanea.

Il formato digitale degli scatti e la presenza degli algoritmi AI presenti negli smartphone permettono di produrre scatti ottimizzati per la pubblicazione online, che come visto nell'esempio mostrato in precedenza sono già modificati per ottenere un certo impatto sul pubblico. I colori vividi e l'ottima risoluzione degli scatti diurni che si possono ottenere con un cameraphone sono più che sufficienti rispetto a quello che l'utente medio desidera dalle foto che scatta.

La ricerca di uno sfocato perfetto, del realismo nei colori o della massima risoluzione possibile ha senso solo qualora decidiate di stampare le foto per un album, ad esempio, o siate dei professionisti e quindi dobbiate vendere i vostri scatti a un cliente. Eppure, anche in questo caso, diversi fotografi professionisti che operano da anni nel settore utilizzano degli iPhone 13 Pro Max come backup per le situazioni d'emergenza.

Gli scatti prodotti da questi smartphone, oltre ad avere una qualità elevatissima, sono anche migliorabili in post produzione e vengono riconosciuti da software come Lightroom e Photoshop, permettendo di modificare qualsiasi parametro come si fa con gli scatti RAW delle fotocamere. In particolare ci riferiamo al formato Apple Pro Raw.

Certo, un iPhone 13 Pro Max o un Huawei P50 Pro costano quanto una fotocamera compatta (o di più in molti casi), ma oltre a scattare foto eccellenti hanno tutte le funzioni di uno smartphone moderno in un formato compatto e indipendentemente da dove vi state recando saranno sempre con voi, pronti all'uso.

Inoltre, quando scattate con uno smartphone, le fotografie vanno a finire direttamente nella libreria o nel cloud (a seconda delle preferenze) e risultano molto più facili da trovare e catalogare piuttosto che doverli scaricare su PC, creare una cartella, aggiungerli a una raccolta e via dicendo. 

Le foto si possono modificare direttamente dallo smartphone con il software della fotocamera o con i pacchetti Adobe, ad esempio, consentendo di scattare, modificare e pubblicare una foto senza dover utilizzare altri dispositivi o effettuare trasferimenti. Inoltre gli algoritmi AI fanno tre quarti del lavoro utilizzando le impostazioni migliori in base alla scena e annullando di fatto il dispendio di tempo necessario a effettuare manualmente le regolazioni.

Nel complesso, scegliere una compatta piuttosto che uno cameraphone è legittimo, ma solo per una nicchia di utenti che ama il formato compatto e desidera avere una maggiore libertà di scatto. Se siete utenti medi che puntano a portarsi a casa belle foto con il minimo sforzo, non volete avere sempre dietro una fotocamera (oltre allo smartphone che portereste comunque con voi) e non vi importa di ottenere il massimo in termini di qualità dell'immagine, un buon cameraphone riuscirà a soddisfare tutte le vostre esigenze e, probabilmente, andrà anche oltre le vostre aspettative.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.