Fotografia HDR, che cos’è e a cosa serve?

fotografia HDR
(Immagine:: Shutterstock / J.Bresser)

In fotografia, HDR è l'acronimo di High Dynamic Range (Alta Gamma Dinamica). Un termine spesso frainteso, perché ci sono in realtà due aspetti della gamma dinamica da capire. La prima è la gamma dinamica del soggetto e la seconda è quella della fotocamera.

Per gamma dinamica si intende la differenza di luminosità della parte più chiara rispetto alla quella più scura del soggetto che intendiamo fotografare. La prima prende il nome di Luci, mentre l’altra quello di Ombre. In uno scenario diurno, la luce del sole e i riflessi sull'acqua e metalli sono le luci, mentre le aree scure delle zone ombreggiate sono le ombre.

Per quanto riguarda la gamma dinamica della fotocamera, si tratta del valore che esprime quanta ampiezza di toni del soggetto può essere catturata in una singola immagine. Esiste un limite tecnico nella capacità dei sensori di raccogliere con successo differenze luminose così elevate. 

Nonostante gli progressi nel campo dei sensori degli ultimi 30 anni, al momento l'occhio umano è in grado di percepire una gamma dinamica molto più elevata rispetto a qualsiasi fotocamera o telefono; ad esempio una fotocamera medio formato recente come la Fujifilm GFX 100 supera i 12 stop a 100 ISO, mentre l’occhio umano vanta oltre 20 stop di dinamica, un valore molto superiore a quello di qualsiasi sensore sul mercato odierno.

Perchè usare la fotografia HDR?

Se una giornata nuvolosa potrebbe non rappresentare una sfida per il sensore medio di qualsiasi fotocamera recente, ci sono scenari in cui sembra impossibile catturare l'intera gamma dinamica in uno scatto. Se si sottoespone per non bruciare le luci, come accade tipicamente nelle foto di paesaggio durante il giorno, la maggior parte dell’immagine risulterà scura, con dettagli corretti nelle luci.

Se, al contrario, si desidera catturare i dettagli di un soggetto con molti punti in ombra, come un bosco, la parte luminosa della foto risulterà quasi completamente bruciata. Il cielo assumerà in tale occasione l’aspetto di un “buco di luce” e sembrerà noioso, poiché l’eccessiva luminosità avrà spazzato via qualsiasi dettaglio visibile ad occhio nudo.

Il risultato tipico è che la parte bassa è esposta correttamente, quindi vedrete gli alberi, le foglie, le ombre, le sfumature ed eventuali altri elementi. Il cielo, invece, sarà completamente bianco (niente nuvole, né colori né sfumature). Al contrario, potremmo ottenere un cielo esposto correttamente, con gli azzurri, le nuvole e tutto il resto... ma la parte bassa (diciamo un bosco) diventa una macchia nera senza alcun dettaglio.

La soluzione a questo problema potrebbe essere la fotografia HDR. Introdotto come un metodo per aumentare la gamma dinamica disponibile in una singola immagine, la fotografia HDR è uno strumento davvero utile, a patto di usarlo con cognizione di causa.

Come padroneggiare la fotografia HDR con la fotocamera o il telefono

Diversi sistemi di fotocamere offrono diversi approcci all'HDR in base alla necessità di ottenere un risultato orientato alla qualità o alla velocità di esecuzione. La maggior parte delle fotocamere reflex e mirrorless offrono il bracketing dell'esposizione, che rende possibile acquisire consecutivamente un numero di immagini identiche, ma con esposizioni differenti. Grazie a specifici software di editing, come ad esempio Photomatix o Photoshop, è possibile fondere le foto scattate in un'immagine composita a elevata gamma dinamica.

Per capire qual è il vantaggio nell’utilizzo del bracketing dell'esposizione, pensate che un’ottima fotocamera con gamma dinamica di 12 EV (1 EV rappresenta il raddoppio della luminosità) un bracketing dell'esposizione di ± 3 EV, può aumentare la gamma dinamica del 50%, un valore enorme.

I modelli più recenti poi offrono una modalità HDR integrata, che si può attivare e gestire dalle impostazioni. La si può vedere come un’evoluzione del bracketing, perché è in effetti “quasi” la stessa cosa: la macchina scatta diverse foto (tre o anche di più) modificando le impostazioni, e poi unisce i diversi scatti automaticamente. E noi vediamo solo il risultato finale.

La opzioni HDR della Canon EOS 80D

(Image credit: Canon)

Se la vostra fotocamera non possiede una modalità HDR integrata, l’unica soluzione è quella di sostituirla con una più recente. Non è obbligatorio farlo, dato che il “vecchio” bracketing funziona ancora piuttosto bene e le ultime fotocamere ne hanno esteso le possibilità permettendo più scatti con EV più elevati. Tuttavia, una funzionalità automatica risulta molto più veloce da usare, poiché la fotocamera si prende in carico l’elaborazione delle immagini, sfornando l’immagine definitiva senza necessità di alcun software di editing e nemmeno di un computer.

Si tratta di un processo meno efficace a livello di qualità e su cui si ha meno controllo, ma incredibilmente più rapido e pratico. Dato che la fotocamera oltre che l’immagine definitiva salva anche i file originali, la funzionalità HDR garantisce una possibilità aggiuntiva senza togliere nulla.

Per quanto riguarda gli smartphone, la procedura per creare immagini HDR viene applicata automaticamente, senza salvare sul telefono i file originali. La funzionalità "Smart HDR" degli attuali iPhone ne è un ottimo esempio, ma oggi la gran parte degli smartphone di fascia media e alta offre questa possibilità, anche se con risultati diversi a seconda dell’hardware e del software messi in campo dal produttore. In genere è scegliere se attivare o disattivare l’HDR, oppure lasciare al telefono la decisione se usarlo o meno. Le prestazioni cambiano da un modello all’altro.

La fotografia HDR non deve essere confusa con la compensazione delle alte luci e delle ombre, che permette l’estrazione di un maggior numero di dettagli in quelle aree dell'immagine. Tecnicamente parlando, in tal modo non si crea un'immagine ad elevata gamma dinamica, ma si vanno a modificare i dettagli già presenti in una singola immagine, dettagli che si sarebbe potuto recuperare manualmente tramite la modifica con un software come Lightroom, Capture One o altri.

Quando è utile usare la fotografia HDR?

Qui a Techradar tendiamo a considerare la fotografia HDR con la dovuta cautela. Certamente l’HDR ha la sua utilità, poiché permette di recuperare molti dettagli che andrebbero persi nelle foto, migliorando la qualità dell'immagine. Riesce a schiarire le ombre senza alcun dettaglio apparente e a recuperare ulteriori dettagli in alcune aree che altrimenti apparirebbero bruciate.

All’atto pratico possiamo affermare che rende le foto più belle e maggiormente dettagliate. Ma il prezzo da pagare è che, esagerando con il recupero dei toni, si rischia di ottenere un’immagine artefatta, surreale e piatta, con le ombre troppo chiare e senza alcun picco di luminosità evidente, nemmeno dove ce ne sarebbe bisogno.

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Questo è un esempio di HDR surreale. Bello? Certamente dipende molto dai gusti di chi guarda. (Image credit: Shutterstock / Marshall Artist)

Come altre tecniche, anche la fotografia HDR ha i suoi limiti, uno di questi si riscontra in particolare quando si cerca di fotografare scene di azione. Eseguendo scatti multipli di soggetti in rapido movimento, assemblare gli scatti in un'immagine HDR porterà ad avere un effetto "fantasma" perché il soggetto si trova in una posizione leggermente diversa in ciascuna immagine della sequenza.

HDR potrebbe anche entrare in negativamente conflitto con alcuni degli effetti creativi desiderati. Ad esempio, se desiderate scattare ad una silhouette in controluce e non siete interessati a recuperare i dettagli nelle ombre del soggetto. In tal caso si andrà probabilmente ad aumentare il contrasto della foto perchè potrebbe essere una l’azione corretta per eliminarli completamente.

Come funziona la fotografia HDR sugli smartphone?

Potrebbero esserci fin troppi esempi da fare, ma la cosa più semplice quando si scatta una foto casual mentre si passeggia è quella di usare la funzione di HDR automatico. Lo "Smart HDR" di iPhone applica l'HDR per impostazione predefinita, creandolo dopo aver analizzato tramite AI la scena acquisita. Giorno soleggiato? Certamente meglio usare la fotografia HDR.

Proprio come nelle fotocamere digitali, gli smartphone acquisiscono diverse immagini una dopo l'altra a diversi livelli di luminosità. Infine, tramite rapidi calcoli, riescono ad unirle in un'unica immagine HDR. L'intero processo impiega normalmente solo una frazione di secondo su iPhone, mentre su altri smartphone potrebbe volerci più tempo. In ogni caso, comunque, scattare senza HDR permette di fare più in fretta, se mai la cosa dovesse interessarvi.

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Effetto Smart HDR di Apple (Image credit: Apple)

Alcuni smartphone permettono di scegliere se usare l’HDR oppure meno, mentre altri permettono di attivare l’HDR automatico lasciando decidere il dispositivo. In generale, la funzione auto HDR fa un ottimo lavoro, eliminando il fastidio di dover applicare l’effetto manualmente. Tuttavia, se si desidera fare uso creativo dell'esposizione o evitare l'effetto fantasma negli scatti a soggetti in rapido movimento, è utile avere un’opzione manuale per disattivare la funzionalità non si desidera usarla.

Alcuni smartphone, poi, riportano la dicitura HDR nei menu ma in realtà si tratta di una funzione di compensazione delle luci e delle ombre, non di vero HDR. Ad esempio, i telefoni Google Pixel utilizzano i cursori di luci e ombre per cui è possibile schiarire o scurire quelle aree, ma ciò non ne estende la gamma dinamica e non è sinonimo di fotografia HDR.

Come realizzare una fotografia HDR

1. Stabilizzate la fotocamera

Sia che si utilizzi una fotocamera o uno smartphone, il primo passo per realizzare una fotografia HDR è quello di stabilizzare il vostro dispositivo. Una fotocamera traballante, o peggio ancora impugnata a mano libera, può rendere l’immagine finale sfocata. È un principio simile al motivo per cui è meglio evitare soggetti in rapido movimento nella fotografia HDR, che tendono a causare un effetto noto come ghosting.

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Nikon su treppiede (Image credit: Nikon)

Basta fissare la vostra fotocamera su un treppiede o appoggiarla su di un supporto stabile, o avere una mano estremamente ferma. Per scattare conviene attivare lo scatto ritardato oppure attivare la fotocamera da remoto per evitare le vibrazioni indesiderate dovute alla pressione dei pulsanti della fotocamera.

2. Selezionare i parametri di esposizione

In una fotografia HDR multi-scatto o nella modalità di bracketing dell'esposizione, di solito è possibile selezionare di quanto aumentare la gamma dinamica su una o entrambe le estremità di luci e ombre.

Non è sempre necessario utilizzare tutte le immagini della sequenza durante la post produzione, ma è meglio realizzare un buon numero di scatti per avere a disposizione quanto necessario per portare a termine il proprio compito nel migliore dei modi. In generale è meglio scattare l'immagine del punto medio esposta per le alte luci, per fare ciò è necessario usare l'istogramma. Si tratta anche di una buona regola generale per le immagini a scatto singolo.

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Un esempio di menu del bracketing dell'esposizione su una fotocamera Fujifilm (Image credit: Fujifilm)

Se state facendo bracketing dell'esposizione manuale, assicuratevi che sia il tempo a cambiare valore, piuttosto che l’apertura. Se così non fosse, la profondità di campo tra le foto cambierà e l'unione delle immagini diventerà problematica.

3. Unite le immagini

Esistono software per fotografia HDR specializzati per modificare le immagini bracketing, Photomatix è uno dei nostri preferiti in quanto ha moltissime opzioni per cercare la combinazione perfetta per realizzare un’ottima fotografia HDR. Ma se sul vostro computer è installato Adobe Photoshop, potete usare le sue opzioni HDR per creare lo scatto perfetto.

Il metodo più semplice per realizzare una fotografia HDR con Photoshop è selezionare nel menu: File>Automatizza>Unisci come HDR Pro, a quel punto vi verrà chiesto di importare la sequenza di immagini scattate, ognuna dovrà avere un valore di luminosità diverso.

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La funzione "Unisci come HDR Pro" di Photoshop (Image credit: Future)

Se sospettate che la fotocamera si sia mossa, potete anche selezionare la casella "Tenta di allineare automaticamente le immagini sorgente" e premere OK. Una volta elaborate le immagini, si apre l'editor "Unisci come HDR Pro" e potete sbizzarrirvi a con gli effetti.

4. Scegliete l’effetto più significativo per il risultato che volete ottenere

Il processo di editing di una fotografia HDR è abbastanza semplice, ma non sempre le opzioni automatiche danno il risultato migliore. Unisci come HDR Pro permette di usare tutte le immagini importate e se avete selezionato +3EV al momento dell'acquisizione, l'effetto potrebbe risultare troppo evidente.

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La funzione "Unisci come HDR Pro" di Photoshop (Image credit: Future)

Esiste un certo margine di intervento manuale, se l'effetto HDR è troppo forte e volete diminuirlo. Provate a deselezionare una delle immagini, ridurre la saturazione e così via, finché non siete soddisfatti. C'è anche l'opzione "Rimuovi effetti fantasma" che tenterà di rimuovere qualsiasi movimento nella scena, e anche se non sempre funziona come dovrebbe, vale la pena fare un tentativo.

Come abbiamo detto poco fa, evitate gli eccessi cercando di schiarire troppo le ombre. Il nostro parere personale è che per ottenere la migliore fotografia HDR, i dettagli devono venire svelati in maniera naturale e poco evidente, tuttavia se desiderate un effetto artistico più spinto il software vi permetterà di ottenere risultati anche molto evidenti, e le vostre fotografie passeranno, nel bene e nel male, meno inosservate.

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