Recensione Panasonic Lumix S1R

Lumix S1R, un prodotto davvero degno di nota

Panasonic Lumix S1R
Immagine: TechRadar

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Prestazioni

  • Mirino elettronico straordinario 
  • LCD reattivo, ma ha un raggio di estensione limitato  
  • Buona ampiezza di buffer, vista la risoluzione del sensore 

 

La qualità del mirino elettronico ci aveva già impressionato quando avevamo avuto l’occasione di provare una S1R in fase di preproduzione e, adesso che abbiamo provato a fondo la fotocamera per questa recensione, le impressioni fortemente positive che avevamo avuto sono state confermate. 

Per dirla in maniera semplice, stiamo parlando del migliore mirino elettronico in assoluto attualmente oggi in commercio. L’elevata risoluzione pari a 5,76 milioni di punti, circa due milioni di punti in più rispetto a quelli che si trovano in altre mirrorless in commercio, già è impressionante. E se aggiungiamo un display OLED davvero luminoso, un ottimo fattore di ingrandimento pari a 0,78x e, in ultimo, una frequenza di aggiornamento che può arrivare a 120 fps, ci troviamo di fronte al migliore mirino elettronico mai provato finora. 

Si può vedere facilmente l’inquadratura nella sua interezza, le informazioni sull’esposizione sono poste sia in alto che in basso del mirino e il fattore di ingrandimento si può rapidamente regolare passando da 0,74x a 0,7x tramite un pulsante a lato. Tutto questo sarà accolto con favore da chi porta gli occhiali, visto che, generalmente, queste persone hanno più difficoltà ad avvicinarsi all’oculare. 

Se da un lato il fattore di ingrandimento di 0,78x non è tanto elevato quanto quello che troviamo su Nikon Z6 e Z7, dall’altro, quando effettuiamo un confronto diretto tra la S1R e la Z7 non notiamo differenze degne di nota tra le due fotocamere. Il mirino della S1R, inoltre, dimostra di avere un miglior livello di contrasto, restituisce meglio i dettagli e non sono visibili artefatti di tipo aliasing nella stessa misura di quanto invece accade per il modello Nikon.Il sistema di stabilizzazione dell’immagine molto efficace fa si che il feed  sia sempre buono e stabile anche quando si scatta a lunghezze focali da teleobiettivo, il che è un un vantaggio in sede di composizione. Il mirino della Z6 è molto buono, ma quello della S1R dimostra di avere qualcosa in più.  

Anche il display LCD se la cava bene, visto che i 2,1 milioni di punti sono un livello alla pari di quello che troviamo sui prodotti concorrenti. Con le impostazioni di default la retroilluminazione è impostata su Auto, una modalità che sicuramente aiuta a risparmiare energia, ma a volte fa sì che il display appaia più scuro di quanto ci si potrebbe aspettare. Nella nostra prova abbiamo notato che passare all’impostazione manuale è l’opzione migliore. 

Questo mirino è il migliore attualmente in commercio tra le fotocamere di questo tipo

Il pannello in sé risponde efficacemente ai tocchi con le impostazioni di default e colpisce vedere come sia possibile controllare tantissimi aspetti della fotocamera tramite il touchscreen. Infatti è possibile impostare il punto di messa a fuoco, sfogliare le varie immagini fino a selezionare e regolare vari elementi nel Menu Q e in quello principale.   

Un aspetto che abbiamo particolarmente apprezzato è la posizione del sensore di prossimità sopra il mirino. Il fatto che sia più distante dallo schermo LCD rispetto ad altre fotocamere fa sì che la propria mano venga scambiata per il volto meno frequentemente. Quando questo succede, il display LCD viene disattivato se si usa il touchscreen.

Un cambiamento che vorremmo vedere sul prossimo modello è uno schermo LCD che si possa allontanare maggiormente dal corpo principale. Da un lato è ottima la possibilità di muovere lo schermo in tre direzioni diverse, però, sebbene il braccio su cui il display è montato non sia cortissimo di per sé, il mirino e la protezione per l’occhio sporgono di circa due centimetri e mezzo e questo va facilmente a coprire la parte superiore dell’LCD quando si osserva il display dall’alto. 

Secondo Panasonic la fotocamera è in grado di scattare a 9 fps senza messa fuoco a scatto singolo e a 6 fps con messa a fuoco continua attivata. Utilizzando la scheda XQD più veloce che abbiamo trovato, più nello specifico si tratta di una Sony G-series da 32 GB con una velocità di scrittura di 400 MB/s,la fotocamera è arrivata, mediamente, fino a  38 scatti in modalità Raffica, salvando i file in doppio formato (RAW e JPEG ad alta qualità). 

Questo valore sale a 49-50 frame in raw e JPEG quando si attiva la messa a fuoco continua (a 6 fps), sebbene si veda un po’ di blackout tra frame all’interno dell’EVF. Questo difetto non è presente quando si attiva la modalità a scatto singolo a 9 fps. 

Entrambi questi risultati sono ottimi se consideriamo la risoluzione del sensore e si tratta di valori assai superiori rispetto a quello che si può fare con la Nikon Z7, un prodotto molto simile. Il fatto che sia possibile continuare a utilizzare la fotocamera mentre i file vengono salvati sulla scheda è un altro punto a favore. 

Qualità dell'immagine

  • Immagini con un livello di dettaglio straordinario 
  • L’obiettivo in Kit offre prestazioni molto valide 
  • Ottima qualità video e buon controllo del rolling shutter 

Nel complesso, la fotocamera restituisce immagini e video di qualità eccellente. Il sensore da 47,3 MP che troviamo sulla fotocamera richiede un buon obiettivo per essere sfruttato al meglio e la lente S 24-105mm f/4 Macro O.I.S è un prodotto davvero di buona qualità per essere un obiettivo multiuso, sebbene, visto il prezzo a quattro cifre dell’obiettivo quando comprato separatamente, ci si aspetta che il livello di prestazioni offerto sia superiore a quello che troviamo negli obiettivi in kit.

Sebbene sia un po’ grande, il fatto che arrivi fino a 105mm lo rende più versatile rispetto agli obiettivi in kit tradizionali. Inoltre, il buon funzionamento del sistema di stabilizzazione dell’immagine rende meno pesante la mancanza di un’apertura più ampia. Se, da un lato, qualcuno avrebbe apprezzato la presenza di un’apertura massima più rapida, dall’altro la capacità di mettere a fuoco a 30 cm di distanza dal soggetto, unita ai 105mm di valore massimo raggiungibili, si dimostra particolarmente utile quando si vogliono separare soggetti più piccoli dallo sfondo. Le aree non a fuoco sono rese in maniera piacevole, come mostrato dall’immagine qui sotto.

Quando si usa l'obiettivo in kit le aree non a fuoco sono rese in maniera piacevole. Immagine: TechRadar

Quando si usa l'obiettivo in kit le aree non a fuoco sono rese in maniera piacevole. Immagine: TechRadar

Da un punto di vista ottico, gli obiettivi se la cavano bene in ambiti meno specifici. I file Raw hanno un profilo che riduce immediatamente eventuali distorsioni e aberrazioni cromatiche, il che torna utile se si usa Photoshop o altri programmi Adobe.

Per il resto, si notano distorsioni curvilinee in quantità moderata quando si scatta a lunghezze focali grandangolari e si notano anche alcune aberrazioni cromatiche laterali ai lati dell’inquadratura. 

L’esposizione è generalmente sempre corretta, sebbene abbiamo avuto strane inquadrature dove la fotocamera tende a sottoesporre un po’ l’immagine (come nel caso della foto con la frutta che vedete in basso). La compensazione dell’esposizione, però, è facile da attivare quando si usa la fotocamera. Anche la gamma dinamica sembra essere di ottimo livello quando si catturano immagini a ISO più bassi, il che rende possibile recuperare tantissimi dettagli legati alle ombre. 

I video registrati sulla S1R si caratterizzano per livello di dettaglio davvero ottimo

Il rumore è anch’esso molto controllato, nonostante l’alta risoluzione del sensore. Sebbene la fotocamera non disponga dell’ampiezza ISO più elevata in assoluto, gli scatti effettuati a ISO6400 mantengono un ottimo livello di dettaglio e la fotocamera applica pure una leggera riduzione del rumore. 

Come visto anche nella S1, è necessario essere molto attenti quando si usa la modalità di scatto ad alta risoluzione, dato anche il movimento più piccolo può compromettere la nitidezza del risultato finale. 

I video registrati sulla S1R si caratterizzano per livello di dettaglio davvero ottimo e sebbene, a volte, ci siano dei minimi artefatti visivi, generalmente si tratta di un’eventualità assai poco frequente. Similmente, quando si fa del panning può capitare che si noti un po’ di effetto rolling shutter, ma in generale è un problema sotto controllo. 

Forse, l’unico difetto quando si catturano in video immagini più variegate è legato al sistema di autofocus che tende ad andare “avanti e indietro” mentre la fotocamera si muove verso la giusta distanza focale, anziché effettuare una transizione fluida. Ovviamente, per chi vuole registrare in maniera più professionale, è più indicato l’utilizzo della messa a fuoco manuale.