Netflix ha ragione: basta lamentarsi del blocco condivisione password

Netflix, blocco condivisione password
(Immagine:: Shutterstock / rafapress)

Quando si è abituati a fruire di un contenuto gratuitamente o pagando molto meno di quello che si dovrebbe, è del tutto normale che ci si arrabbi quando ce la tolgono o la rendono più difficile da ottenere. 

È il caso di Netflix e della condivisione della password: fino ad ora abbiamo potuto condividere l'abbonamento con altri, suddividendo la spesa in 4 o anche 5 persone diverse. Tra poco però tutto ciò potrebbe finire, e comprensibilmente molti sono arrabbiati con Netflix e si dicono pronti a disdire - ma poi chissà se lo faranno veramente. 

D'altra parte, le aziende devono tenere conto dei propri bilanci, recuperare il capitale investito e farlo fruttare nel miglior modo possibile. Indipendentemente dalla ragionevolezza di determinate decisioni, non si può certo imporre ad una compagnia di funzionare come una famiglia di cui gli utenti fanno parte.

Proprio di famiglia, anche se non è esattamente così, si parla quando entrano in gioco le recenti decisioni di una delle piattaforme streaming più famose, vale a dire Netflix. Le nuove misure per bloccare la condivisione di un account al di fuori del nucleo abitativo e, più precisamente, al di fuori di un medesimo indirizzo IP, hanno sollevato un’ondata di critiche, più o meno sensate, che si sono susseguite nel corso delle settimane.

Spesso o quasi sempre, tali lamentele sono superficiali e inutili, ma occorre capire il contesto in cui ci trova. Infine, bisogna anche valutare le decisioni dell’azienda in merito ai contenuti, che potrebbero portare ad un calo dell’utenza generale ma far scattare i campanelli di allarme sbagliati.

Perché Netflix ha ragione sulla condivisione password?

Il blocco della condivisione password interviene direttamente sulle entrate di Netflix e lo fa in maniera semplice e diretta: se posso dare la mia password a chiunque, indipendentemente da dove si trovi, quel qualcuno non farà l’abbonamento alla piattaforma e, in caso dovesse versare una quota a me per la condivisione, sarò io a guadagnarci. Di fatto, Netflix non ci ricava nulla, anzi ci perde e forse molto , perché non sappiamo che abbonamento farebbe quella persona se non potesse condividere. Anche perché, purtroppo, con Netflix bisogna pagare l'abbonamento più caro di tutti per avere i contenuti in versione 4K/HDR.

Proprio per questo motivo, la condivisione sarà a pagamento.

Ora, lasciando da parte il discorso “giusto o sbagliato”, che per sua natura non porta ad alcuna conclusione, cerchiamo di limitarci alla realtà dei fatti, tenendo presente che l’ovvio molto spesso ci passa sotto al naso senza che ce ne accorgiamo.

Netflix vuole e deve guadagnare, e ciò non è affatto strano. Netflix può adottare le misure che ritiene necessarie sulla piattaforma di sua proprietà? Sì, e sarebbe insensato pretendere che faccia gli interessi di qualcun altro, persino se questo qualcuno sono i suoi abbonati.

Ultima domanda, ma forse la più importante: bloccando la condivisione password verso utenti che non condividono l’indirizzo IP con l’account, Netflix lede la libertà del proprietario e dell’utente secondario? No, questo non è un atto contro la libertà di nessuno perché ciò che si acquista con un abbonamento è la fruizione dei contenuti, non la proprietà della piattaforma.

Il vero problema

Nonostante il diritto di un’azienda di disporre della sua proprietà adottando le misure che ritiene opportune per ottimizzare il bilancio, la piattaforma non è esente da critiche e potrebbe anche non “meritare” un abbonamento, soprattutto quelli più costosi. Tuttavia, la questione non si pone sul piano della condivisione password.

L’utente tramite un piano di abbonamento acquista la fruizione dei contenuti e non si può negare che il modo in cui il servizio si vende influenzi la scelta. Dunque, cosa succede se il catalogo Netflix non è all’altezza di quanto dichiarato? Ecco, questo è un punto su cui gli utenti possono e devono dire la loro, perché Film e Serie TV con argomenti ripetitivi che ormai sembrano più cartelloni pubblicitari a determinate correnti di pensiero sono, a tutti gli effetti, l’antitesi dell’intrattenimento che il cliente acquista.

Perché sì, ciò che si compra è proprio questo: l’intrattenimento.

Da che parte stare?

Sebbene questa trattazione sul blocco della condivisione account di Netflix sia stata breve, è ora più facile farsi un'idea di quale sia la situazione reale e, soprattutto, la complessità che la moltitudine di interessi e attori in gioco (non dimentichiamo i competitor) creano.

Con una quadro chiaro diventa più facile scegliere se sottoscrivere un abbonamento o restare in attesa delle future novità che la piattaforma saprà, o non saprà, introdurre sia a livello di funzioni che di contenuti.