Windows 7, Microsoft dà l'ultimatum agli utenti che si rifiutano di passare a Windows 10
Che questo possa diventare un problema serio per Microsoft?
Sul finire dello scorso gennaio, Microsoft ha finalmente staccato la spina al supporto ufficiale per Windows 7. Malgrado la popolarità del vecchio sistema operativo, è chiaro che l’interesse del gigante di Redmond sia quello di promuovere Windows 10 e il suo ecosistema in continua espansione.
Secondo quanto riferito da NetMarketShare, fra dicembre 2019 e gennaio 2020, la società avrebbe riscontrato un significativo calo della percentuale dei PC connessi alla rete attraverso Windows 7: ben - 4,01% su scala mondiale. Così, si è modificato uno scenario che fino a quel momento era stato definito da un 30% circa di utenti ancora arroccati sull’ormai obsoleto sistema operativo. Quasi 1 PC su 3.
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Sebbene questa modifica possa essere facilmente attribuita alla naturale scelta dei giganti dell’industria di aggiornare i propri sistemi per evitare futuri problemi di sicurezza o compatibilità, è interessante notare come a distanza di un ulteriore mese questa percentuale sia invece mutata - al ribasso - solamente dello 0,36%, per un totale di 25,2% di utenti mondiali che rimarrebbero ancora impassibili al cambiamento dei tempi.
E se il dato conferma che ben il 57,08% degli utenti connessi a Internet utilizza il vecchio sistema operativo di casa Microsoft, pare che l’incremento in tal senso, registrato tra gennaio e febbraio 2020, sia di un mero + 0,31%, come se la larga fetta di utilizzatori di Windows 7 si fosse affrettata a migrare al nuovo sistema operativo per poi tornare sui propri passi, per nulla intimorita dalla possibilità che si verifichino future criticità.
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Rallentamenti
Una politica retrograda che potrebbe costare cara, come ha voluto ricordare Amy Hood di Microsoft durante una recente teleconferenza, nella quale ha voluto anche chiarire che questi dati poco incoraggianti sono stati senza dubbio influenzati anche dagli scarsi approvvigionamenti di nuove componentistiche hardware.
Hood ha ricordato che gran parte delle modifiche del mercato dei sistemi operativi è infatti influenzata dalla vendita di nuovi computer e dai pacchetti di aggiornamento offerti ai nuovi utenti, evidentemente scoraggiati all’acquisto dalla recente epidemia di COVID-19 che ha colpito il mondo, e di riflesso l’industria tecnologica, già vessata dalla penuria di componentistica assemblata, spesso a basso costo, nei Paesi asiatici.
Sebbene sia passato solamente un mese dal termine del supporto ufficiale di Windows 7 da parte di Microsoft, è lecito aspettarsi che la situazione possa modificarsi nei prossimi mesi con importanti incrementi percentuali a favore di Windows 10. E prima che i disfattisti possano darsi alla pazza gioia, è giusto chiarire che bisogna interpretare il dato rilevato da NetMarketShare per quello che rimane: un semplice dato statistico pervenuto da un sola compagnia.
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E se nel passato l’amore smisurato dimostrato dall’utenza Microsoft per Windows XP ci ha insegnato qualcosa, benché a volte l’aggiornamento da Windows 7 a Windows 10 sia addirittura offerto gratuitamente, ci sarà sempre qualcuno che preferirà il vecchio al nuovo senza badare alle conseguenze che questo comporta. Questo, almeno, fino all’inevitabile vulnerabilità di un sistema operativo che, per forza di cose, non potrà più garantire la sicurezza che il mondo della produttività pretende - a buon ragione.
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Darren is a freelancer writing news and features for TechRadar (and occasionally T3) across a broad range of computing topics including CPUs, GPUs, various other hardware, VPNs, antivirus and more. He has written about tech for the best part of three decades, and writes books in his spare time (his debut novel - 'I Know What You Did Last Supper' - was published by Hachette UK in 2013).