Google Stadia, 5 problemi con 5 soluzioni
Un business da valorizzare
Questa settimana, il colosso di Mountain View ha annunciato la chiusura dei suoi studi di giochi interni, con conseguente perdita di posti di lavoro e la cancellazione di titoli esclusivi per Google Stadia.
Sembra che il servizio di streaming sia destinato a seguire le orme di Google Glass e Project Ara. Detto questo, il colosso di Mountain View ha dichiarato che sono "al lavoro sul futuro del cloud gaming".
Sarà, ma un cambiamento così importante suggerisce che non tutto stia andando come previsto. Se Google intende davvero investire su Stadia, deve risolvere 5 grandi problemi.
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1. Il modello di abbonamento
Certamente non siamo i primi a farlo notare e non saremo gli ultimi, ma Stadia Pro non è all'altezza e trascina l'intera piattaforma con sé; bloccare le migliori opzioni grafiche dietro un paywall è stato un errore grave, in particolare rispetto a quanto offerto dalla concorrenza, come Xbox Game Pass Ultimate.
Se Stadia vuole creare una community coesa e attrarre nuovi clienti, dovrebbe eliminare del tutto il paywall e consentire agli utenti di giocare in 4K gratuitamente; dovrebbe anche ridurre la tariffa del pacchetto Pro e regalare un gioco gratuito al mese (anche titoli AAA), come Xbox Live Gold e PS Plus fanno da anni. Una copia gratuita di Assassin's Creed Valhalla o Cyberpunk 2077 sarebbe stato un enorme incentivo a provare la piattaforma e forse ad acquistare altri titoli.
Certo, questa potrebbe essere una mossa dispendiosa, ma Google deve investire se vuole valorizzare Stadia.
2. La libreria dei giochi
A proposito di giochi, la libreria di Stadia era terribile al lancio e, francamente, non è ancora eccezionale. All'inizio, lo store di Stadia offriva una raccolta di diversi giochi dell'ultimo decennio, ma pochi di questi erano rilevanti per i giocatori. Da allora, la situazione è migliorata (è ancora uno dei modi migliori per giocare a Cyberpunk 2077) ma una volta eliminate le diverse collezioni (Assassin’s Creed, Far Cry, Hitman, ecc.), la libreria non offre molta scelta.
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Invece di investire denaro nei propri studi (solo per chiuderli meno di due anni dopo), Google avrebbe dovuto incanalare i propri fondi in titoli indie popolari, rimasterizzarli e renderli disponibili al lancio. La piattaforma ha successivamente proposto tali giochi, si pensi a Celeste (acclamato dalla critica), ma non basta. Stadia deve raddoppiare gli sforzi per far crescere la sua libreria con titoli AAA di terze parti e offrire ai suoi utenti qualcosa di innovativo (titoli indie di successo, ad esempio).
3. Riconquistare la fiducia degli early adopter
Stadia è stata lanciata troppo presto. La mancanza di giochi era sicuramente un problema, ma la mancanza di funzionalità a lungo promesse ha penalizzato ancor più l’immagine del servizio. Di fatto, sembrava una beta più che un lancio ufficiale, e molte funzionalità sono state implementate solo diversi mesi dopo, ragion per cui gli early adopter si sono sentiti raggirati.
Google Stadia deve dunque rimborsare questi ultimi e renderli orgogliosi di aver aiutato il servizio nelle fasi iniziali. L’azienda potrebbe offrir loro un gioco gratuito o un buono sconto, l’importante è ammettere il proprio errore. Insomma, l’azienda deve regolare i conti con gli early adopter e ripagare la fiducia che hanno dimostrato.
4. Il supporto iniziale per i soli smartphone Pixel
Per fortuna questo problema è stato risolto, e ora Stadia è compatibile con smartphone di terze parti, ma la decisione iniziale è stata tutt’altro che comprensibile. Gli smartphone Pixel non erano ancora abbastanza popolari e Stadia non era eccezionale, il che ha ridotto notevolmente la clientela nelle fasi iniziali. Di fatto, Google ha solo ritardato il servizio alla maggior parte degli utenti, oltre che confonderli sulla sua natura “open”.
Google deve far sapere ai clienti che i dispositivi Samsung, Google e Apple sono compatibili con l’app Stadia. In caso contrario, molti utenti potrebbero continuare a credere che il servizio sia disponibile solo su dispositivi Google, sebbene, in realtà, sia compatibile con qualsiasi dispositivo mobile, su PC o tramite un dongle Chromecast.
5. Offrire opportunità quando si è offline
Questa può sembrare l'idea peggiore in assoluto per un servizio online, ma le persone non sono sempre in grado di connettersi a internet, né hanno un piano dati sufficienti per lo streaming dal cloud. In questo momento si tratta di un problema poco rilevante, poiché i cittadini seguono le norme anti-covid. Detto ciò, Google farebbe bene a prender spunto da Microsoft e implementare Play Pass su Google Stadia Pro.
Ciò significherebbe che anche se l’utente si trovasse in mezzo al nulla, potrebbe giocare con lo smartphone e, in sostanza, questo è proprio ciò che Google ha promesso con Stadia: giochi di qualità, in movimento, ovunque voi siate. Se Google crede davvero in questo servizio, dovrà mantenere tale promessa.