Star Wars: La Minaccia Fantasma, questo documentario è meglio dei prequel messi insieme

(Immagine:: © LucasFilm 2020)

Uno dei più grandi documentari dietro le quinte mai realizzati è The Beginning, che segue la travagliata produzione di Star Wars: La Minaccia Fantasma. Vi aspettereste che un film ufficiale di Star Wars venga presentato in grande stile, con tanta pubblicità e con gli attori che ripetono quanto sia bello il film e che grande onore sia averne fatto parte.

Ma The Beginning, incluso come extra nel DVD de La Minaccia Fantasma non è disponibile su Disney Plus. Questo documentario ci mostra la cruda produzione vera propria, uno sguardo sulla realtà celata dietro lo sviluppo del film, dalle prime fasi della pre-produzione alla sua uscita nel maggio 1999. Molto importante anche per spiegare perché il prodotto finito è stato un tale disastro, nonostante i suoi rivoluzionari effetti speciali per l’epoca. "Il più grande problema in cui rischiano di andare in contro questo tipo di film", dice Lucas a Ewan McGregor. "è che si spingono troppo oltre."

Il documentario inizia cinque mesi prima delle riprese, in una sala riunioni stranamente silenziosa allo Skywalker Ranch. Lo staff di Industrial Light & Magic, tra cui la leggenda di VFX John Knoll, guarda  Lucas mentre “abbellisce” la storyboard dell'intero film con gli evidenziatori. Le cose evidenziate in rosa, sono un attore o un set, ossia qualcosa che può essere filmato, le cose evidenziate in giallo, si riferiscono ad effetti speciali. "Questi siete voi ragazzi." dice, evidenziando in giallo lo schizzo di un astronave.

Mentre la storyboard viene sempre più evidenziata in giallo, il produttore Rick McCallum osserva con faccia impietrita, masticando con aggressività una chewing gum. "Sarà complicato." dice Lucas, continuando ad utilizzare sempre più giallo fluorescente sulla storyboard, mentre il produttore di VFX Jeff Olson ogni tanto lancia delle occhiate a qualcuno. "Non abbiamo come realizzarlo per il momento", dice Knoll a Lucas, rivolgendosi a degli effetti speciali sulla battaglia finale, con un sorriso che chiaramente nasconde dietro non poca preoccupazione.

Il silenzio nella stanza è assordante, infranto solo da qualche risata agli errori di Lucas. Verrà mantenuta questa atmosfera fredda in tutto il documentario, come se le persone intorno a Lucas avessero paura di calpestargli i piedi, mettendo in discussione ciò che dice. Ciò spiegherebbe il risultato finale del film: Lucas sembra essere circondato soltanto da uomini che approvano le sue idee, che sorridono e annuiscono a tutto ciò che dice.

The making of Episode I: The Phantom Menace is surprisingly frank. 

The making of Episode I: The Phantom Menace is surprisingly frank.  (Image credit: Disney)

Successivamente, Lucas fa un provino a tre ragazzi per il ruolo di Anakin. Vedrete una scena di prova con Natalie Portman, e una in particolare dove si distingue Devon Michael. Riescono a trasformare le battute in un discorso naturale (impresa da non poco, visto quanto è goffo il dialogo). Ha inoltre quell’aspetto calmo di un bambino che diventerà Darth Vader. Sembra persino Mark Hamill. Ma Lucas decide invece di scegliere Jake Lloyd, la cui audizione non è stata tra le migliori.

All’inizio delle riprese ai Leavesden Studios di Watford, le cose non sono molto più rosee. Lucas è visibilmente frustrato dal fatto che Jake Lloyd pronunci in maniera sbagliata il nome di un pianeta, e si lamenta con Knoll pretendendo il giusto tipo di performance tra una lotta e l'altra. In Tunisia, una strana e improvvisa tempesta distrugge il set ed è straziante vedere il duro lavoro dei designer finito in pezzi. "Questa è fottuta sfiga", dice McCallum, in piedi accanto a quel che resta del podracer di Anakin.

Mentre Lucas controlla i filmati di prova di Jar Jar Binks, (in cui una clip è completamente animata e l'altra contiene solo l’animazione della testa, sostituendo quella di Ahmed Best), Knoll nota che la versione totalmente animata ha richiesto metà delle ore di lavoro. "Oh" dice Lucas. "Quindi abbiamo speso $ 100.000 per degli abiti di cui non avevamo bisogno?" Una cosa leggermente meschina su cui cavillare in una produzione da 50 milioni di dollari. Knoll sembra infastidito da questo, sorridendo tra sè e sè, mentre spiega che l'abito dopotutto poteva comunque essere utile come riferimento per gli artisti 3D.

Rick McCallum, executive producer of the prequel movies.

Rick McCallum, executive producer of the prequel movies. (Image credit: Disney)

Uno dei momenti più rivelatori del documentario è quando un McCallum dall'aspetto disperato dice sorridendo alla cinepresa "tutti sono nel giusto stato d'animo", prima di tornare a fissare il set, facendo sparire il sorriso e masticando di nuovo quella gomma. Successivamente si vede una scena in cui due membri dell’equipaggio vengono inquadrati seduti a terra, con la testa tra le mani, come se fossero appena tornati da una guerra. Oltre a Ewan McGregor non sembra essersi divertito nessuno a girare questa scena, ma il suo contagioso entusiasmo è l'unico barlume di speranza qui.

Vedremo anche l’interno della sala montaggio con il co-regista Ben Burtt, messo in agitazione da Lucas che gli chiede di unire digitalmente scene di riprese diverse. "Beh, George, hai ottenuto il film che volevi qui nella sala di montaggio", dice Burtt al cast del documentario quando Lucas se ne va, con un ironico sorriso sul volto, girando sulla sua sedia. "cosa che ama fare."

Finalmente ecco una prima proiezione in bozza del film. "È un pò sconnessa", afferma Lucas in seguito. "È molto spinta in termini di coinvolgimento del pubblico, ma ... potrei essermi allontanato troppo in alcuni punti." Non si può fare a meno di pensare a quello che ha detto a McGregor in precedenza. Burtt critica i ritmi di montaggio e l'incoerenza tonale. Poi ecco McCallum in fondo alla stanza, in penombra, come il colonnello Kurtz alla fine di Apocalypse Now, con un'espressione cupa sul volto.

George Lucas during the making of The Phantom Menace.

George Lucas during the making of The Phantom Menace. (Image credit: Disney)

The Beginning termina con delle riprese che magari potremmo aspettarci da una produzione di documentari più standard. I fan in costume fanno la fila intorno all'isolato per vedere il film, agitando le spade laser, facendo il tifo e battendosi il cinque. Un ragazzo cade in ginocchio per la gioia prima di entrare in teatro.

Ma sapendo come sarebbe stato il film e quale sarebbe stato il suo retaggio, non saremmo qui a parlare di queste immagini, ma non è comunque colpa di queste persone. Il primo trailer è stato magnifico, con quel poster evocativo di Anakin e l'ombra di Vader che incombeva dietro di lui. Tutti gli indizi suggerivano che fosse fantastico.

La Minaccia Fantasma fu un successo su molti fronti. Ha ovviamente svuotato i botteghini. Inoltre è stata anche una vittoria per ILM, che è riuscita a realizzare tutto quello che aveva richiesto Lucas, inclusa la scena di quella battaglia che preoccupava John Knoll. Ma è una sorta di vittoria senza senso, perché nonostante tutti i suoi rivoluzionari effetti speciali, La Minaccia Fantasma è afflitto da dialoghi imbarazzanti, una storia smorta, troppa CG e (con poche eccezioni) personaggi noiosi, sbagliati nel complesso.

Ma almeno abbiamo questo strano e affascinante documentario.