Recensione Star Wars Jedi: Fallen Order

L'attacco dei cloni

Star Wars Jedi: Fallen Order review
(Image: © Respawn Entertainment)

Verdetto

Fallen Order rappresenta un mix di generi, una confusa combinazione di stili che in alcuni casi riesce ad entusiasmare, mentre in altri non si dimostra all’altezza. Il sistema di combattimento è fantastico, non c’è nulla da obiettare, ma il resto del gioco non convince e i momenti di attesa non sono proporzionati ai picchi d’azione, lasciando il giocatore con un senso di costante insoddisfazione. Pur trattandosi di un titolo legato a Star Wars, con un protagonista anonimo e una storia poco ambiziosa, questo gioco si avvicina più ad uno spin off che un capitolo della trilogia di Lucas.

Pro

  • +

    Miglior sistema di combattimento tra i titoli a tema Star Wars

  • +

    Un ammirevole tentativo di mixare elementi che richiamano Dark Souls e Uncharted

  • +

    Fedele alle caratteristiche cinematografiche

Contro

  • -

    Gameplay a tratti noioso

  • -

    Protagonista deludente e storia poco convincente

  • -

    Prestazioni alternanti

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Informazioni sulla recensione

 Tempo di gioco: 20 ore

Piattaforma di gioco: Xbox One X

Era da molto che attendevamo un gioco di Star Wars in modalità single player. Sono passati più di dieci anni dall’uscita di Force Unleashed e, dopo lo stop dell’attesissimo Star Wars 1313, è stata una decade difficile per i fan delle spade laser virtuali.

Fortunatamente Respawn Entertainment ha dato vita a Fallen Order, un titolo ispirato a giochi come Uncharted e Dark Souls che rispetta a pieno i canoni cinematografici della saga di Star Wars.

Detto questo, considerando anche il peso del nome che porta, ci chiediamo se Star Wars Jedi: Fallen Order sarà in grado di soddisfare le aspettative o si perderà proponendo un mix di elementi già visti su altri titoli di successo.

 Una nuova speranza? 

Star Wars Jedi: Fallen Order review

Il gioco rispetta a pieno l'universo di Star Wars, eppure manca qualcosa (Image credit: Respawn Entertainment)

Una cosa è certa. Dal primo minuto di gioco vi accorgerete subito che Fallen Order rispetta a pieno i canoni cinematografici di Star Wars. La complessità dei materiali che compongono lo scenario e le inquadrature cinematografiche sono elementi che vi accompagneranno per tutta la storia. Guardare la pioggia scrosciante cadere su un tetto facendolo vibrare e godersi un panorama stellare accompagnato dalla sinfonia di un’orchestra vi catapulterà nel mondo di Star Wars facendovi sentire come se vi trovaste all’interno di un film della saga.

La sceneggiatura è tipica di Star Wars e riesce a rendere interessanti e degne di nota anche le conversazioni meno importanti.  La sequenza di apertura del gioco lascia un po’ di stucco per il modo dubbio in cui introduce i poteri di Cal, ma proseguendo nell’avventura Fallen Order è in grado di cambiare marcia, introducendo il giocatore in delle ambientazioni in stile Metroidvania e spingendolo ad esplorare il vasto e multiforme ambiente di gioco.

Purtroppo l’effetto sorpresa si esaurisce presto, forse troppo, e ci si ritrova spaesati, come se si fosse già visto tutto nelle prime fasi della storia.

Il succo di Fallen Order è costituito dal viaggio esplorativo e solitario alternato a scontri con i nemici sparsi per la mappa, tra i quali troverete i classici stormtrooper, ma anche dei fantastici topi di palude e degli agguerriti robot posti a difesa di delle tombe. Nel complesso, i nemici fanno la loro parte ed hanno un aspetto coerente con l’universo di Star Wars, anche se i personaggi robotici non si distinguono di certo per l’originalità.

Spostarsi tra i vari pianeti ricorda la sensazione che si ha quando si muovono i primi passi fuori dal Santuario Firelink in DarkSouls, anche se il mondo non è collegato come Lordran ma ispirato alla mappa galattica di Star Wars. Alcuni dei pianeti sembrano grandi distese di alberi che formano una vasta giungla, mentre altri come Dathomir e Kashyyyk, già noti, rispecchiano le caratteristiche che li contraddistinguono nei film. Ci siamo entusiasmati nel notare che la nave di Cal The Mantis viene utilizzata come Stella Polare ed è visibile come punto di riferimento in alcuni dei luoghi nei quali si combatte. Senza dubbio un tocco di classe.

Un disturbo nella forza

Star Wars Jedi: Fallen Order review

Il sistema di combattimento di Fallen Order è spettacolare, non si può dire lo stesso per quanto riguarda l'esplorazione (Image credit: EA)

La discontinuità nello stile di gioco non favorisce di certo il gameplay generale, ma aiuta ad aumentare gli elementi in stile Metroidvania presenti nel gioco che spingono il giocatore a tornare su ciascun pianeta esplorato man mano che acquisisce nuove abilità. Questa pratica permette infatti di ottenere oggetti rari e acquisire abilità speciali nell’uso della forza.

Molti dei particolari nascosti nei mondi e il contesto studiato ad hoc faranno felici i fan della saga, anche se, data la grande presenza di questi elementi, c’è il rischio che le dinamiche di gioco possano risultare eccessivamente artefatte per chi non conosce la storia. Tra l’altro gli upgrade sembrano essere maggiormente orientati alla parte cosmetica dei personaggi piuttosto che all’effettivo miglioramento delle abilità del personaggio. Un’abilità combattiva particolare sarebbe di certo più apprezzata di una lightsaber rosa o di un’acconciatura stravagante per il nostro eroe.

Se paragonato alla narrazione archeologica sviluppata tramite la descrizione degli oggetti vista in Dark Souls, il sistema di Fallen Order risulta scialbo. In effetti, dopo qualche ora di gioco, abbiamo deciso di rinunciare agli item collezionabili a meno che non avessero dei perk (bonus) specifici. Anche se è comprensibile che Respawn voglia che i giocatori esplorino ogni angolo della mappa, di certo avrebbe dovuto pensare a delle ricompense più appropriate per spingerli nell’impresa. 

Il resto del gioco è legato allo stile “Design by Subtraction” che prevede la rimozione del superfluo per mettere al centro gli elementi principali, con un HUD minimalista e un approccio hands-off mirato a lasciare al giocatore il massimo della libertà d’azione. Di certo la scelta di evitare vincoli nel gameplay è apprezzabile, ma un gioco basato sull’esplorazione con un sistema di reward inadeguato può rivelarsi un’arma a doppio taglio o risultare monotono dopo poche ore.

Troppi cuochi in cucina

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Avremmo desiderato un maggiore coinvolgimento nella storia (Image credit: Respawn Entertainment)

Come potrete immaginare, le componenti ispirate a Uncharted e Dark Souls presenti in Fallen Order fanno fatica ad amalgamarsi. A parer nostro, gli sviluppatori avrebbero dovuto collegare intrinsecamente questi elementi per rendere Fallen Order qualcosa di più complesso della semplice somma delle sue influenze.

Le tecniche di arrampicata e l’interazione con gli ostacoli che scandiscono i ritmi di gioco sono riprese in toto da Uncharted e, anche se non si tratta di un aspetto negativo, ci aspettavamo una svolta “spaziale” che riuscisse a prendere le distanze dal tipico storytelling che caratterizza il titolo di Naughty Dog. Non c’è dubbio sul fatto che si tratti di dinamiche divertenti, ma avremmo preferito che alcuni dei pericolosi “contrattempi” incontrati durante l’esplorazione avessero un aspetto più caratteristico trattandosi di un’avventura ambientata nello spazio.

A conti fatti, Fallen Order permette di spostarsi in luoghi interessanti, anche se sembra avere qualche problema con le indicazioni sparse per la mappa. Può capitare facilmente di perdersi o rimanere bloccati nonostante i suggerimenti di BD-1, il droide che vi accompagnerà per gran parte del gioco. Alcuni dei rompicapi che bisogna risolvere per passare alle aree successive sono davvero incomprensibili e spesso capita di risolverli per caso. Ad esempio, trovandoci bloccati all’interno di una stanza, abbiamo spostato un cumulo di macerie per passare alla zona successiva; se non avessimo perlustrato completamente il muro della stanza in questione spingendo Cal a contatto con la superficie, data la mancanza di indizi, non ci sarebbe stato modo di sapere con certezza dove posizionarle.

Il combattimento è frenetico e ricorda più Bloodborne che Dark Souls. Durante i test il Joystick della nostra Xbox One ha emesso una quantità di vibrazioni a dir poco sorprendente. Sembra di poter sentire la spada laser di Cal attraversare i corpi dei topi giganti e dei soldati dell’impero, e il modo in cui questa volteggia durante i combattimenti ricorda molto le dinamiche di Sekiro.

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Fallen Order boasts FromSoftware-style combat and it's a welcome surprise (Image credit: Respawn Entertainment)

Senza ombra di dubbio, il combattimento è la parte migliore di Fallen Order. Imparare ad affettare i nemici con la spada laser e combinare la “forza” alle spadate per incrementare i danni è davvero uno spasso. Respingere i proiettili laser non è mai stato così soddisfacente, anche se pensiamo che i combattimenti di massa nelle arene di The Force Unleashed siano più emozionanti dei piccoli gruppi di nemici che si incontrano in Fallen Order. 

Ci sono quattro livelli di difficoltà che rendono il gioco sicuramente più accessibile di Sekiro, ma si sente la mancanza di un livello intermedio impegnativo come quello presente nel titolo di FromSoftware. Giocando a difficoltà “Jedi Master” alcuni punti sembrano impossibili da superare, mentre scendendo di livello e optando per “Jedi Knight” gli scontri sono fin troppo semplici. Siamo stati costretti a cambiare livello di difficoltà quando il gioco si è fatto troppo duro, una caratteristica che di certo non ci ha entusiasmato considerando che si tratta di un gioco Soulslike. Anche la possibilità di utilizzare il “falò” per attirare i nemici è fin troppo allettante; spesso è sufficiente passare davanti ad un gruppo di nemici, farsi seguire in una zona sicura e poi combatterli in una posizione di vantaggio. 

A livello grafico il gioco è duro da sopportare anche per Xbox One X, tanto che abbiamo deciso di utilizzarlo in modalità “Performance”, un’opzione che riduce il dettaglio grafico a 1080p per aumentare il frame rate. Questa scelta è fondamentale in un gioco con un gameplay così frenetico. Speriamo che in futuro si riesca a risolvere il problema, magari con una patch, considerando che si tratta di un titolo in 4K e non ha senso giocarlo in Full HD.

Manca un po' di sale

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Cal non riesce a reggere il confronto con i protagonisti dei film (Image credit: Respawn Entertainment)

Sfortunatamente la storia è abbastanza scontata e Cal Kestis è un protagonista noioso. Il motivo per il quale decide di impugnare la spada laser, ovvero la perdita di un amico, da una parte gli fa onore, dall’altra rende il tutto piuttosto inverosimile e azzardato. Se fosse stato intenzionato a rimanere un fuggitivo, a rigor di logica, avrebbe potuto sopprimere le emozioni ed evitare il coinvolgimento. In generale, si tratta di un personaggio emotivamente prevedibile e, per assurdo, una delle prime cose che fa all’inizio della storia è mettersi a suonare una chitarre a occhi chiusi come un vero hippie sotto l’effetto di qualche sostanza psichedelica. 

Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che la storia principale lo vede abbandonare le vesti del fuggitivo per buttarsi a capofitto in un’avventura alla ricerca di antichi segreti Jedi che, onestamente, hanno ben poco a che fare con il personaggio per come viene presentato. In generale la figura di Cal sembra poco appropriata per trovarsi in prima fila in una storia del genere. 

La cosa che ci ha deluso maggiormente è la mancanza di una trama articolata in grado di incollare il giocatore allo schermo. Mancano dei riferimenti alla saga di Star Wars che riescano ad avere la giusta spinta emotiva e la storia si riduce ad un viaggio eroico alternato da qualche colpo di scena. Ci sono persino dei personaggi presi direttamente dal cast dei film, eppure manca il trasporto emozionale che ci aspettavamo di vivere.

A tratti viene ripreso l’emozionante gameplay che si vede nella sequenza iniziale; la parte che ci ha divertito di più è senza dubbio ambientata sul pianeta Kashyyk, e consiste nell’arrampicarsi su un AT-AT in perfetto stile Shadow of The Colossus.

Purtroppo queste parti arrivano ad intermittenza rendendo gli intermezzi noiosi e ridondanti. La storia in sé non è da demolire, ma potrebbe passare più per uno spin off che per un capitolo della saga di Star Wars. In realtà ci aspettavamo di trovare una trama che riuscisse a stare in piedi da sola, un po’ come si è visto per la serie KOTOR di BioWare.

Tuttavia, nonostante i difetti sopracitati, abbiamo continuato ad avanzare nella storia mentre il gioco aumentava di difficoltà spedendoci in giro per la galassia a vivere la nostra avventura interplanetaria. Se siete appassionati di titoli Soulslike o giochi d’avventura come Uncharted, con Fallen Order troverete pane per i vostri denti, in particolare se decidete di mettere in secondo piano la trama e concentrarvi sul combattimento.

Verdetto

Star Wars Jedi: Fallen Order

(Image credit: Respawn)

Fallen Order è fortemente connesso all’universo di Star Wars edè basato su una narrativa “classica” con alcune scelte di design opinabili. Il valore aggiunto del gioco è senza dubbio il fantastico sistema di combattimento in stile Soulsike. Il titolo di Respawn Entertainment realizza il sogno di tanti fan che sono cresciuti immaginando di maneggiare una spada laser e, anche se il set e i personaggi non reggono il confronto con le triologie cinematografiche, siamo certi che per molti diventerà un must play immancabile. 

Se siete in cerca di un'avventura single-player in un mondo che amate (un genere sempre più raro al giorno d'oggi) è difficile che rimaniate delusi da Fallen Order, nonostante i problemi di performance siano davvero stucchevoli. 

Nel complesso si tratta di un gioco ben riuscito che vi terrà incollati allo schermo per ore e a nostro avviso vale la pena provarlo.

Jordan Oloman

Jordan Oloman is a journalist and documentarian with experience across the pop culture/tech spectrum writing reported features, reviews. news, guides, op-eds and more for a wide variety of outlets. He is also an affiliate streamer on Twitch and have previous experience in scriptwriting, podcasting, game consultation and creating video content.