La Turchia riapre i social, ma l’uso delle VPN resta alle stelle

Demonstrators protesting against the arrest of the Mayor of Istanbul Ekrem Imamoglu block Atatürk Boulevard on March 22, 2025 in Ankara, Türkiye.
Dopo 42 ore di blackout, i cittadini continuano a usare VPN come Proton per aggirare i blocchi e accedere alle piattaforme censurate. (Immagine:: Photo by Ugur Yildirim/ dia images via Getty Images)

Il 21 marzo 2025, le autorità turche hanno revocato il blocco dei social media dopo 42 ore, ma l’utilizzo delle VPN resta elevato mentre le manifestazioni di massa continuano.

Dal 19 marzo, giorno in cui sono entrate in vigore le restrizioni, i cittadini hanno iniziato a ricorrere alle migliori app VPN per accedere a X, Instagram, Facebook, YouTube, TikTok e WhatsApp. Proton VPN, ad esempio, ha registrato un aumento delle registrazioni del +1100%.

Nel frattempo, mentre le proteste per l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu e del suo omologo dell’opposizione proseguono, diversi account X di esponenti dell’opposizione e testate indipendenti risultano bloccati su ordine del governo.

L'utilizzo delle VPN in Turchia è salito alle stelle

VPN

(Image credit: Proton)

«La difesa della libertà di espressione e la lotta contro la censura sono al centro della nostra missione, e siamo impegnati a fare il possibile per aiutare le persone in tutto il mondo. Purtroppo, la Turchia è uno di quei Paesi con una storia recente piuttosto negativa sul fronte della censura», ha dichiarato David Peterson, General Manager di Proton VPN, a TechRadar in una nota rilasciata venerdì.

I picchi di utilizzo si sono verificati nonostante Proton VPN sia uno dei 27 provider VPN soggetti a restrizioni in Turchia

Non è la prima volta che Proton VPN registra simili impennate nell’utilizzo in Turchia.

Già nel 2024, i download del servizio erano schizzati alle stelle: +1400% a ottobre e +4500% ad agosto, in seguito a blocchi simili imposti ai social media. Anche nel 2023, molti cittadini si erano affidati sempre più a Proton VPN: l’azienda aveva registrato un impressionante aumento del 15.000% a febbraio, dopo che Twitter era stato bloccato in seguito a un devastante terremoto, e un ulteriore +2100% a maggio, in previsione di possibili restrizioni durante le elezioni presidenziali.

Tutto ciò nonostante Proton VPN sia uno dei 27 provider VPN soggetti a restrizioni in Turchia, insieme a NordVPN, ExpressVPN, Surfshark e altri: in particolare, i loro siti ufficiali risultano bloccati nel Paese.

«Per questo motivo, molte persone – soprattutto chi non ha familiarità con le VPN – non conoscevano Proton VPN», ha spiegato a TechRadar il giornalista turco Ali Safa Korkut, sottolineando che l’interesse per il servizio è cresciuto dopo un tweet pubblicato il 22 marzo dal provider svizzero.
«Conosco persone attorno a me che stanno usando Proton VPN senza alcun problema», ha aggiunto.

Screenshot of a Proton VPN tweet shared on March 22, 2025

(Image credit: Future)

Sebbene l’accesso ai social media sia stato ripristinato intorno all’1 di notte di venerdì (ora locale), la censura online in Turchia non si è affatto fermata.

X (ex Twitter) ha infatti bloccato numerosi account di figure politiche e studenti coinvolti nelle proteste, su richiesta del governo, assieme a quelli di giornalisti e testate indipendenti come Bianet.

Ali Safa Korkut, che sta monitorando da vicino questi blocchi sin dall’inizio, ha contato finora 309 account oscurati sulla piattaforma. «Si tratta sia di giornalisti noti con 1,5 milioni di follower, sia di account anonimi senza alcun seguito», ha dichiarato, aggiungendo che «ogni minuto vengono bloccati nuovi profili».

Isik Mater, Direttrice della Ricerca presso l’organizzazione di monitoraggio della rete NetBlocks, ha spiegato a TechRadar che questa tendenza rispecchia casi precedenti in cui X ha accolto richieste di rimozione da parte del governo turco, sollevando dubbi sulla neutralità della piattaforma e sulla libertà d’espressione.

«L’accesso ai social media è un pilastro fondamentale della libertà di parola e del diritto all’informazione, specialmente nei momenti di tensione politica o crisi», ha affermato. «Restrizioni di questo tipo non solo limitano il dibattito pubblico, ma minano anche la capacità dei cittadini di organizzarsi, comunicare e restare informati durante eventi critici».

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Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.