Recensione Nikon Z7

La nuova serie Z di Nikon inizia alla grande

Nikon Z7
Editor's Choice
Image credit: Nikon

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Recensione Nikon Z7: Prestazioni 

  • 9 fps di scatto in raffica (8 fps a 14 bit in raw) 
  • Mirino EVF molto nitido da 3.69 milioni di punti 
  • Touchscreen risponde molto bene ed è reattivo 

Uno svantaggio delle fotocamere mirrorless rispetto alle Reflex è che possono essere un po’ lente quando si accendono. Il tempo tra l'azione di accensione della fotocamera e il momento in cui può scattare, potrebbe farvi perdere un momento critico; non è il caso della Z7 che ci ha sorpreso, con il mirino attivo e il sistema di messa a fuoco automatica pronto all'azione senza alcun ritardo.

Il mirino della Nikon Z7 è eccezionale. L'ingrandimento da 0,80x e l'oculare da 21 mm sono una combinazione eccellente, quando si avvicina la Z7 all’occhio la visione del mirino è ampia e confortevole. La visione risulta completa se si guarda all’interno del mirino e non si sente il bisogno di doversi guardare attorno, mentre coloro che indossano gli occhiali si ritroveranno con l’oculare in gomma che ostruisce un pochino la vista, ma è una cosa normale con tutte le fotocamere.

All’interno del mirino sono presenti una manciata di informazioni sui dati di scatto che arricchiscono la parte alta e bassa dello schermo EVF. Oltre al classico esposimetro vengono visualizzate informazioni sull durata della batteria, i profili colore, il bilanciamento del bianco e le impostazioni riguardanti la stabilizzazione.

La frequenza di aggiornamento è di 60 fps, valore inferiore rispetto non alla pari alle concorrenti anche di fascia molto più bassa (Sony Alpha 6300 dispone della scelta tra 50 e 100 fps), ma questo non sembra fermare la Z7 che mostra una scena molto realistica e ben dettagliata. Insieme alla sua alta risoluzione, i dettagli risultano nitidi e reali, ed è facile controllare la messa a fuoco o rivedere le immagini dopo l'acquisizione. Il rumore inizia a presentarsi intorno alla scena in condizioni di scarsa luce, ma l'immagine rimane molto visibile e non crea artefatti.

Lo schermo da 2.1 milioni di punti, offre una visione molto nitida e chiara della scena e la funzionalità touch è stata ben implementata. Lo schermo risponde a tocchi leggeri senza alcun problema e per scorrere le immagini acquisite bastano dei tocchi delicati. SI verifica un piccolo ritardo durante lo spostamento dell'immagine quando si sta controllando la messa a fuoco in un punto ben specifico. Nel complesso, c'è poco da contestare, occasionalmente si può utilizzare il mirino quando si usa il touchscreen, interrompendo temporaneamente l’utilizzo del display.

La Z7 vanta uno scatto a raffica molto buono da ben 9 fps, è leggermente meno della sorella Z6 ma rispetta gli standard delle case concorrenti. Se si desidera scattare con una qualità più alta e sfruttare i 14 bit per i file raw, gli fps scendono a 8, ma non è un grosso problema. Se invece si scatta a raffica, con la messa a fuoco continua per seguire un soggetto in un’azione, bisogna scendere a compromessi; il limite massimo in questo caso sarà di 5.5 fps, valore che scende a 5 fps se si desidera scattare file raw a 14 bit.

Se c'è una cosa che ci ha deluso rispetto alle prestazioni della Nikon Z7 è la profondità del buffer. Se si passa allo scatto Raw a 14 bit + JPEG fine ad altissima qualità il buffer diminuisce drasticamente con un massimo di 8 fps per 10-12 scatti. Prestazioni molto lontane da quelle offerte sulla Nikon D850 a cui siamo abituati.

Per fortuna non è possibile acquistare delle schede XQD a basse prestazioni, questo fattore peggiorerebbe notevolmente le prestazioni di buffer.

Se si scende ai 12 bit in raw e 9 fps massimi è possibile scattare circa 18-19 foto consecutivamente, ma anche qui il buffer risulta molto deludente (questo è lo stesso numero che si ottiene quando si scatta in Raw a 14 bit a 8 fps senza JPEG). I JPEG di alta qualità senza file raw vengono acquisiti a 9 fps, ma la Z7 può gestirne circa 25-26 prima che inizi a saturare il buffer e rallentare drasticamente. Ci teniamo a sottolineare che tutto questo è possibile solo con l’esposizione e la messa a fuoco bloccati ai valori del primo scatto. Se volete utilizzare la messa a fuoco continua con esposizione automatica la frequenza dei fotogrammi diminuisce a 5 fps o 5,5 fps, a seconda dei bit scelti.

Dopo aver scattato molte foto in raffica ed aver riempito il buffer, la Z7 non si blocca, ma impedisce l’accesso ad alcuni menù e non permette di scattare altre foto fino a quando non vengono salvati tutti i dati dal buffer sulla scheda di memoria. Questo problema è normale nella maggior parte delle fotocamere, ma nella Z7 risulta molto limitante poiché è facilissimo riempire il buffer. Tuttavia, questa è un'area in cui modelli come la Sony A7R III e la Panasonic G9, che sono le dirette rivali, si dimostrano superiori assicurando buffer e raffica molto più prestanti.

In genere, gli scatti in raffica vengono esportati sulla scheda XQD nel giro di pochi secondi. Il fatto che al momento non sia possibile acquistare una scheda XQD lenta o di bassa qualità è anche una benedizione, data la fragilità delle normali schede SD e la facilità nel poter rovinare i contatti se non si presta attenzione; il design più solido che contraddistingue le schede XQD sarà senza dubbio apprezzato nel tempo.

Usare le lenti con innesto F e lenti di terze parti sulla Z7 

La caratteristica a cui i potenziali possessori di Z7 saranno senza dubbio interessati è la possibilità di utilizzare le ottiche con attacco F e di terze parti di Nikon. Ovvero qualsiasi obiettivo non nativo può essere utilizzato senza problemi sulla Z7, come è possibile fare con le reflex digitali Nikon, dando la possibilità di scegliere tra un parco ottiche molto più vasto supportato da Sigma, Tamron, Samyang e altre società leader nel mercato delle lenti.

Nikon assicura agli utenti che la maggior parte degli obiettivi NIKKOR moderni sarà in grado di funzionare sia con l'esposizione automatica che con la messa a fuoco automatica, ma non commenta la compatibilità degli obiettivi di terze parti in quanto non ne raccomanda l'uso. In realtà molte persone optano per queste ottiche per ridurre i costi durante l’acquisto, infatti è possibile risparmiare circa la metà del prezzo rispetto ad alcune lenti prodotte da Nikon. 

Nikon AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED mounted via the FTZ adapter. Click on the top right to view the full-size image

La Z7 sembra funzionare perfettamente con i moderni obiettivi Nikon come il  Micro 60mm f / 2.8G ED e il AF-S 24-70mm f / 2.8G ED, con una velocità di messa a fuoco molto simile rispetto a quando si utilizzano sui modelli reflex e non abbiamo riscontrato nessun problema con l'esposizione automatica. La dimensione dell'adattatore ad montare tra la lente e il corpo allunga leggermente l’ottica, quindi un'ottica da 60 mm risulta perfettamente utilizzabile ed equilibrata. Al contrario un’ottica più pesante, come un 24-70 mm, crea uno squilibrio maggiore.

La Z7 durante i nostri test si è comportata bene con il Sigma 85mm f / 1.4 DG HSM serie Art, sebbene essendo una lente molto pesante e ingombrante montata su un corpo decisamente molto piccolo, ripresenta lo stesso problema sopra descritto per la distribuzione dei pesi. 

La Nikon Z7 sembra comportarsi bene anche con il Sigma 10-20mm f / 3.5 EX DC HSM, progettato per fotocamere APS-C, con il quale si percepisce solo un crop della lente dato dal fatto che si tratta di un’ottica costruita per sensori più piccoli, ma non crea nessun problema al risultato finale.

Sigma 10-20mm f/3.5 EX DC HSM mounted via the FTZ adapter

Questi due obiettivi Sigma sono solo una piccola parte della gamma totale disponibile per le lenti di terze parti che potreste potenzialmente utilizzare con la Z7, quindi è possibile che possiate incontrare qualche difficoltà con ottiche più vecchie. Detto questo, data la buona riuscita dei nostri test con queste due lenti di casa Sigma relativamente moderne, questa è una buona notizia per tutti coloro che desiderano fare l’aggiornamento da reflex a mirrorless e non vogliono perdere le lenti acquistate negli anni precedenti né tantomeno rinunciare alle tecnologie moderne messe a disposizione dalla Z7. 

Recensione Nikon Z7: Qualità dell’immagine 

  • Valori ISO da 64 a 25,600 (espandibile da ISO 32 a ISO 102,400) 
  • 8 profili colore e 20 profili colore creativi 
  • Elaborazione file raw in camera (è stata inclusa la compensazione della diffrazione) 

La Z7 vanta una misurazione di tipo matrix pesata al centro e anche selezionando l’opzione predefinita la fotocamera si comporta molto bene e in modo prevedibile. Nella maggior parte delle scene non richiede alcun intervento manuale, sebbene tenda leggermente a sottoesporre in scene relativamente piatte. L'aggiunta di + 1 / 3EV  in questa situazione aiuta ad aprire un po’ di più le ombre, sebbene il D-Lighting attivo sia efficace anche nel fornire una maggiore equilibro allo scatto.

Il tentativo della Z7 di mantenere i dettagli in tutte le zone del fotogramma comporta la sottoesposizione di alcune aree che risultano più luminose, ma questo può essere facilmente risolto con compensazione dell'esposizione o D-Lighting attivo; quest'ultimo è disponibile in quattro versioni tra le quali è disponibile la modalità automatica .

Anche la gamma dinamica è molto buona. I file raw a ISO bassi, sottoesposti di 5 stop, risultano semplici da rielaborare in post produzione e non sono soggetti a rumore eccessivo, anche quando si desidera fare dei grossi recuperi sulle ombre e luci. Questo è un esempio estremo, ma certamente in situazioni in cui si è costretti a sottoesporre di uno o due stop, si riesce a recuperare un ottimo livello di dettaglio dalle aree più scure.

I livelli di rumore sembrano ben controllati sulla Z7, senza dubbio aiutati dal sensore retroilluminato. Con le impostazioni ISO native più basse, il rumore è appena percettibile in aree piane (cieli blu, per esempio). Quando si sale con gli ISO e si superano i 1000, rimanendo sempre in valori nelle media, si può iniziare a vedere una trama sottile che non rovina l'immagine e non comporta perdita di dettagli. Il rumore diventa più evidente a ISO 6400, anche se i dettagli rimangono e non ci sono artefatti. La riduzione del rumore predefinita nella fotocamera per i JPEG funziona abbastanza bene, anche con impostazioni più elevate come ISO 25.600, anche se coloro che sono abituati a vedere immagini con riduzione del rumore lo noteranno subito.

La resa cromatica predefinita dalla Z7 è gradevole. Lo standard Picture Control rappresenta la scena come appare nella vita reale e rispecchia ciò che ci si aspetta dalle reflex digitali dell'azienda. Le stesse opzioni Vivid, Flat, Monochrome, Portrait, Landscape, Neutral e Auto che abbiamo visto prima sono ora integrate con 20 controlli immagine creativi, che includono stili comunemente visti come Toy e Bleached. 

Il sistema di bilanciamento del bianco automatico della Z7 è affidabile, anche se a volte è possibile notare la tendenza di Nikon a neutralizzare i toni più sottili. Si ha la possibilità di cambiare il bilanciamento del bianco automatico, ma non ha molto senso usarlo di giorno perchè da il suo meglio con fonti di luce artificiali calde. Le prestazioni in condizioni di illuminazione artificiale mista sembrano comunque buone, anche cambiando l’esposizione non si notano particolari differenze.

Anche il sistema di riduzione delle vibrazioni basato sul sensore si comporta bene. Come con qualsiasi sistema di questo tipo, il vantaggio si percepisce in base alla distanza del soggetto, alla lunghezza focale utilizzata e tanti altri fattori, ma la maggior parte delle immagini catturate mostra che il sistema permette di guadagnare fino a 2-3 stop. 

Con soggetti in primo piano, è possibile ottenere immagini nitide a circa 1/10 s a circa 70 mm, circa 3 stop più lento dello standard. Per soggetti più distanti, si ottiene una nitidezza accettabile a velocità dell'otturatore fino a 0,5 secondi (che equivale a cinque stop), ma con dei risultati un po’ scarsi. 

In generale un tempo di esposizione di 1/4 sec risulta il compromesso migliore.

Le riprese video in 4K della Z7 risultano nitide e i vantaggi dell'utilizzo sia della VR basata sul sensore, sia di quella elettronica, si possono notare subito se si confronta il risultato con le riprese effettuate senza utilizzare le due funzioni. 

Se si scatta con un grandangolo, è presente un po’ di rolling shutter, che si accentua a lunghezze focali più spinte, ma nel complesso i file sono utilizzabili e non hanno particolari problemi. Anche i filmati a rallentatore sono ben dettagliati e privi di artefatti evidenti, anche se in condizioni di illuminazione scarsa e artificiale possono mostrare rumore e banding.

SAMURAI ARTIST KAMUI / K2 Company., Inc.