Wi-Fi 7 vs Wi-Fi 6: cosa cambia

Wi-Fi 7 vs Wi-Fi 6
(Immagine:: Huawei)

Wi-Fi 7 vs Wi-Fi 6 sembra, a oggi, un confronto abbastanza teorico e, probabilmente lo è, dato che non vedremo implementato lo standard 802.11be (cioè Wi-Fi 7) prima del 2023, e forse anche dopo. Di conseguenza, oggi non possiamo fare un confronto pratico con i router Wi-Fi 6.

Detto questo, circolano già alcune informazioni, ricavate dai documenti presentati all'FCC per l'approvazione dello standard e da quanto condiviso e dai materiali della Wi-Fi Alliance, l'organizzazione che promuove l'adozione degli standard wireless universali.

Dunque, quali saranno le differenze fra Wi-Fi 7 e Wi-Fi 6, o 802.11be e 802.11ax (la nomenclatura precedente, abbandonata in favore di Wi-Fi X per una maggiore leggibilità, laddove il numero corrisponde anche alla generazione dello standard)?

Prima di procedere è doveroso premettere che esiste anche lo standard Wi-Fi 6E, che è un'evoluzione del Wi-Fi 6: sta faticando a diffondersi, un po' per le problematiche inerenti alle carenze di materie prime e stock, ma anche perché l'attesa è rivolta più che altro al 2023 per il possibile arrivo della settima generazione.

Di conseguenza, in questo articolo ci concentreremo sulle differenze tra Wi-Fi 6 (attualmente diffuso in modo abbastanza omogeneo) e Wi-Fi 7, dedicando alla fine una piccola sezione alle differenze tra Wi-Fi 6 e Wi-Fi 6E.

Wi-Fi 6 e Wi-Fi 7: le differenze principali

Wi-Fi 6 si è diffuso a partire dalla fine del 2019, quando hanno iniziato ad arrivare i primi router compatibili con lo standard.

Come dicevamo, la Wi-Fi Alliance ha deciso di utilizzare la nomenclatura Wi-Fi 6 e non più 802.11ax proprio per rendere gli standard più leggibili e riconoscibili, in questo caso, appunto, il 6 sta a indicare la sesta generazione.

Wi-Fi 6 ha sostituito la generazione precedente, 802.11ac/Wi-Fi 5 che è stato per molto tempo lo standard internazionale, ed è ancora oggi presente sulla maggior parte dei router Wi-Fi in circolazione - anche se naturalmente quelli in vendita sono tutti Wi-Fi 6.

Già con questo passaggio si sono registrate velocità di connessioni maggiori, ma anche e soprattutto una maggiore stabilità. Sì, perché se da un lato la velocità di connessione dipende da diversi fattori, come l'ISP, il tipo di connessione (fibra, misto-rame, ecc.) e il traffico sulla rete, la stabilità delle connessioni Wi-Fi dipende anche e soprattutto dalla banda e da come vengono gestiti i segnali wireless.

A differenza dello standard precedente, Wi-Fi 6 funziona su due bande: 2,4 GHz e 5 GHz, con un guadagno teorico in termini di velocità pari a oltre il 37% rispetto al Wi-Fi 5 per dispositivo.

In ogni caso, è sulla stabilità ed efficienza che si notano i principali passi avanti, fra cui spicca la capacità di gestire agevolmente un numero elevato di dispositivi wireless.

I dispositivi connessi sono ormai numerosissimi, non solo smartphone, tablet, smart TV e portatili, ma anche dispositivi smart home, addirittura elettrodomestici come Instant Pot (alcuni modelli) o smart speaker possono collegarsi alla rete per il monitoraggio, la gestione e l'attivazione delle funzioni offerte. Magari non sapete che farvene di una friggitrice ad aria connessa o di un aspirapolvere robot con il Wi-Fi, ma intanto ci sono e "occupano" la rete di casa. 

Siamo nell'epoca dell'Internet delle cose (IoT) non possiamo che attenderci un ulteriore aumento dei dispositivi collegabili alla rete tramite Wi-Fi.

Detto questo, grazie ad alcune tecnologie come OFDMA, Wi-Fi 6 consente di gestire lo stesso canale wireless in modo più efficiente, con una minore congestione del traffico di rete, l'aumento del throughput e una riduzione della latenza.

Con Wi-Fi 6 migliora anche la tecnologia MU-MIMO vista già su Wi-Fi 5, ma qui i flussi spaziali trasmissibili raddoppiano (da 4 a 8) e arriva il supporto di uplink e downlink. In sostanza, tutto questo contribuisce a ridurre i problemi di sovraffollamento della rete quando ci sono decine di dispositivi collegati.

Sempre in tema di efficienza, la tecnologia TWT consente anche di prolungare l'autonomia dei dispositivi che devono accedere alla rete, dato che il client si attiverà solo quando il router invia una trasmissione, senza restare costantemente collegato in attesa di un input.

Wi-Fi, 5G

Gli attuali router Wi-Fi 6 presentano questa certificazione sulla scatola e/o sulla scocca (Image credit: Wi-Fi Alliance)

In ogni caso, la principale evoluzione che verrà introdotta con il nuovo standard, sarà la possibilità di "accorpare" le bande di 2, 4 e 5 GHz usate dagli standard precedenti, a cui si aggiunge anche quella sui 6 GHz. Wi-Fi 7 dovrebbe consentire di aggregarle (due alla volta) per creare una rete Wi-Fi con una larghezza di banda superiore.

Anche nel caso del Wi-Fi 7 possiamo aspettarci un aumento delle velocità di connessione, considerando che la larghezza di canale in 6 Hz dovrebbe raggiungere i 320 MHz e che la modulazione QAM dovrebbe quadruplicarsi rispetto al Wi-Fi 6, con benefici anche in termini di quantità di dati trasmissibile.

La rivoluzione nel passaggio dal Wi-Fi 6 al Wi-Fi 7, però, si tradurrà principalmente in un ulteriore aumento di stabilità e affidabilità nelle connessioni. Le varie tecnologie che dovrebbero arrivare, come MLO (per l'associazione delle bande) e la gestione del cambio di canale DFS senza cadute di connessione in caso di rilevamento di altri segnali radar, puntano tutte a creare una connessione molto meno soggetta a interruzioni e dispersioni, tanto che qualcuno immagina la possibile obsolescenza delle connessioni Ethernet.

L'aspetto maggiormente di rilievo, in ogni caso, è la possibile gestione delle interferenze, che grazie alla tecnologia Preamble Puncturing, dovrebbe prevedere l'uso delle porzioni libere delle bande: in presenza di dispositivi datati che occupano  una parte minima della banda, infatti, questa tecnologia consentirebbe di sfruttare il resto del canale, senza interferenze e con una maggiore efficienza nel consumo complessivo della banda stessa. Ciò significa che le congestioni di rete date da un numero eccessivo di dispositivi collegati potrebbe diventare un retaggio del passato.

Resta ancora da vedere quando arriverà l'approvazione dell'FCC e come verrà gestita la concessione delle bande nei vari Paesi, inoltre non è detto che i primi dispositivi compatibili con Wi-Fi 7 arrivino davvero entro il 2023, di conseguenza, non è ancora il caso di pensare a un upgrade.

Wi-Fi 6 e Wi-Fi 6E

Lo standard Wi-Fi 6E promette ulteriori benefici rispetto al Wi-Fi 6, sia in termini di velocità che di capacità di connessione. Tale standard dovrebbe introdurre anche il passaggio alla banda di 6 GHz.

Il problema è che, tra l'attesa del Wi-Fi 7 e la carenza di componenti/materie prime, il 6E stenta a decollare.

Certo, sulla carta, il passaggio sarebbe ottimo, con un aumento di 14 canali da 80 MHz e 7 da 160 MHz, e tutti i benefici di cui sopra.

Il Wi-Fi 6E dovrebbe iniziare a diffondersi alla fine del 2022, sempre che si riescano a risolvere le criticità di mercato e, soprattutto, si riesca a incontrare l'effettivo interesse del pubblico, ormai, forse, orientato ad attendere direttamente il Wi-Fi 7 e la promessa di velocità fino a 30 Gbps (a differenza dei 9 Gbps garantiti da 6 e 6E).

Marco Doria
Senior editor

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