The Last of Us 2, l'ultimo trailer mostra un gameplay intenso e forse fin troppo violento
Le nostre considerazioni sull'ultimo filmato
Litri di sangue, fanatici che usano martelli per rompere le braccia delle persone, cani dati alle fiamme con le molotov e ancora tantissime persone sgozzate. Non vogliamo essere troppo crudi ma questo è proprio quello che è stato mostrato nell'ultimo, lungo, trailer di The Last of Us 2 diffuso da Sony nel corso dell'ultimo State of Play.
Il trailer in italiano che trovate qui sotto dura una trentina di minuti e permette di dare uno sguardo definitivo al gioco prima dell'uscita prevista per il 19 giugno. Anche se apprezziamo il risultato finale, l'ultimo trailer mostra quanto sarà intenso il gameplay.
Il video mostra in maniera approfondita le nuove mosse e le armi a disposizione di Ellie, oltre ad alcuni nuovi nemici come il fronte militarista Washington Liberation Front e i cultisti Seraphites.
Sicuramente il gioco sarà molto impressionante.
Già un paio di anni fa sapevamo che The Last of Us 2 sarebbe stato così, ovvero basato sull'azione stealth e una buona dose di violenza. Il primo capitolo, d'altronde, si era distinto per la crudezza di alcune scene e di alcune situazioni.
Anche per una serie che fa della violenza il proprio tema principale, l'ultimo filmato si è rivelato forse fin troppo estremo.
The Last of Us 2 sarà troppo violento?
Il tema della violenza nei videogiochi esiste ormai da tempo, sin dalla nascita stessa del medium. Sicuramente è un dibattito che vale la pena aprire ciclicamente ma non è un argomento semplice da affrontare.
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In The Last of Us la violenza viene giustificata a livello tematico dalla necessità di sopravvivere in un mondo ostile e di proteggere le persone a cui si vuole bene. Nel primo capitolo era Joel a difendere Ellie per gran parte del gioco.
Quando però era Ellie a impiegare la violenza per proteggere Joel, l'effetto diventava sicuramente diverso dato che si assisteva a un cambiamento, al momento in cui la ragazza perde la sua innocenza e finisce per adeguarsi alle regole spietate del mondo del gioco.
In un certo senso è simile a Shadow of the Colossus, in cui il protagonista vuole riportare in vita la ragazza amata sconfiggendo una serie di colossi. Nel titolo di Ueda, quando ci si fermava per un attimo, era possibile realizzare come in realtà si stesse facendo una strage per motivi prettamente egoistici (in quel caso i nemici non erano neanche aggressivi o pericolosi di per sé).
Non mettiamo in discussione la violenza del gioco ma ci chiediamo quanto determinate rappresentazioni violente e brutali siano sostenibili in un gioco che dura 20 ore o ancora di più.
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