Activision Blizzard, arriva (in ritardo) un responsabile per le diversità

Activision Blizzard, arriva (in ritardo) un responsabile per le diversità
Activision Blizzard, arriva (in ritardo) un responsabile per le diversità (Immagine:: Activision Blizzard)

Tempi duri per Activision Blizzard, il colosso statunitense produttore di pietre miliari come Call of Duty, Guitar Hero e Warcraft recentemente finito nell'occhio del ciclone per accuse di molestie sessuali interne e la discutibile gestione del personale

Dopo la valanga di critiche, Activision Blizzard ha deciso di nominare un responsabile per le diversità, l’equità e l’inclusione. L’incarico creato ad hoc è il primo dei cerotti con cui l’azienda cerca di arginare l'emorragia mediatica che l’ha interessata negli ultimi anni. E non dovrebbe sorprendere che a prendere le redini di un simile reparto sia proprio una donna. 

La neonominata Kristen Hines dovrà infatti diversificare la forza lavoro dell’azienda e garantire che i giochi del marchio includano prospettive che rappresentino e rispettino le differenze di ciascuno. 

La cattiva fama accumulata dall’azienda negli ultimi anni si è tradotta in veri e propri guai legali, che avrebbero avuto a loro volta un impatto negativo sulle assunzioni e la gestione dei contratti dei dipendenti.

Una di queste grane riguarda l’annosa questione di genere: non solo le donne costituirebbero un modesto 24% della forza lavoro totale di Activision, ma si vocifera persino che il co-CEO Jen Oneal abbia rassegnato le dimissioni dopo aver ricevuto un’offerta retributiva inferiore a quella del suo collega maschio Mike Ybarra. 

Kristen Hines, che aveva precedentemente ricoperto un incarico molto simile per l’azienda di tecnologia informatica Accenture, sarà chiamata a svolgere un compito su larghissima scala per ripulire la nomea del marchio. Dovrà garantire prospettive di lavoro più inclusive, maggior equità di genere e tradurre questo spirito solidale nella progettazione dei prossimi titoli Activision, dallo sviluppo dei personaggi al gameplay, fino al rapporto diretto con la comunità dei giocatori (via The Verge). 

Come dire, meglio tardi che mai?