Pragmata è vivo: Capcom unisce puzzle e sparatutto in un’odissea lunare da non perdere
Tra IA senzienti, combattimenti ibridi e misteri alla Dead Space, il nuovo sci-fi di Capcom è pronto a sorprendere nel 2026.

Pragmata è rimasto in silenzio per anni, ma ora che finalmente abbiamo potuto provarlo al Summer Game Fest, il lungo silenzio sembra più che giustificato. Nonostante il tempo limitato della demo, l’avventura sci-fi targata Capcom ha lasciato un’impressione fortissima.
Il fascino nasce subito dal contesto: una stazione lunare di ricerca, minacciata da presenze sconosciute e abitata da una misteriosa IA bambina e un protagonista adulto, con cui forma una coppia inedita. Questa dualità si riflette nel gameplay, che alterna fasi puzzle, combattimenti e momenti narrativi, sfruttando al meglio le capacità complementari dei due personaggi.
Il design dei nemici, robotici e inquietanti, alimenta una tensione costante, mentre l'atmosfera rarefatta dello spazio e il ritmo misurato della storia lasciano intuire che Pragmata non punta solo all’azione, ma anche alla profondità.
Ciò che colpisce di più, più ancora dell’atmosfera o del design, è quanto sia piacevole da giocare. Impugnare il controller e muovere direttamente Hugh e Diana all’interno della stazione lunare ha offerto un primo assaggio davvero convincente del cuore del gioco.
Il modo in cui i due protagonisti interagiscono con l’ambiente, si muovono tra le strutture fluttuanti e collaborano per risolvere enigmi o affrontare i nemici, trasmette una sensazione di controllo precisa e gratificante. Capcom sembra aver curato in modo maniacale l’ergonomia del gameplay, dando corpo e sostanza a ogni input.
How two become one
Nei panni di Hugh, inviato sulla Luna per indagare su una stazione silenziosa, ci si risveglia confusi, salvati da Diana: un'androide all'avanguardia dall’aspetto infantile. Nonostante siano due personaggi distinti, l’impressione è quella di un’unica entità giocabile, soprattutto quando Diana si aggrappa alle spalle di Hugh, fondendosi nel suo movimento e nelle sue azioni.
Il pericolo è immediato: tra i detriti si stagliano i corpi di altri androidi, inerti solo in apparenza. Le armi di Hugh, da sole, non bastano a fermarli. È qui che Diana diventa indispensabile: disattiva le difese nemiche grazie alle sue capacità di hacking, aprendo varchi per gli attacchi mirati di Hugh. Il risultato è un sistema di combattimento ibrido, dove sparatorie in terza persona e enigmi tattici si fondono in tempo reale.
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All’inizio può sembrare una combinazione azzardata, ma in mano al giocatore funziona sorprendentemente bene. L’alchimia tra Hugh e Diana non è solo narrativa, ma strutturalmente integrata nel gameplay, creando un’esperienza intensa e originale.
Utilizzare Diana per hackerare i nemici attraverso una griglia interattiva sullo schermo – scegliendo i percorsi giusti per attivare effetti bonus come danni extra – per poi colpire con Hugh in un’esplosione controllata, è un sistema stratificato ma accessibile. La combinazione è stimolante, e costringe il cervello ad alternare rapidità d’azione e pensiero strategico. Ogni scontro diventa così più coinvolgente e memorabile.
Detto ciò, ci sono ancora aspetti da rifinire. Il movimento e la mobilità non convincono del tutto: il peso trasmesso dal portare Diana sulle spalle è comprensibile sul piano narrativo, ma si traduce in un feeling un po’ troppo macchinoso nei comandi. Anche la funzione di hover, che dovrebbe alleggerire la traversata, risulta debole e poco incisiva. Niente che rovini l’esperienza, ma un piccolo aggiustamento alla velocità generale renderebbe tutto più fluido e gratificante.
What comes after dreaming?
Quello che rende Pragmata un titolo davvero promettente è il suo setting affascinante e il mistero che lo circonda. C’è un chiaro richiamo alla fantascienza filosofica alla Philip K. Dick, con echi di Blade Runner, incentrata sulla consapevolezza delle intelligenze artificiali e delle androidi. Un tema che oggi, con l’IA sempre più presente nella vita quotidiana, risuona con forza e attualità.
L’idea di scoprire cosa è successo alla stazione lunare è di per sé accattivante, per chi ama atmosfere alla Dead Space, questo alone di ignoto è irresistibile – ma l’aggiunta di androidi enigmatici e la sensazione costante di non sapere a cosa si va incontro crea un’esperienza ancora più coinvolgente.
C’è anche qualcosa di intenzionalmente retrò, nel senso migliore del termine: lo stile richiama certe produzioni dei primi anni 2000, dove si mescolavano sparatorie, rompicapi e narrativa ambiziosa. Una formula che sembra funzionare ancora, pronta a offrire un’avventura sci-fi che non vediamo l’ora di giocare nel 2026 su PS5, Xbox Series X/S e PC.
Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.