Hogwarts Legacy: l’ennesima polemica di cui non avevamo bisogno
A ridosso dell’uscita di Hogwarts Legacy, il nuovo gioco della Warner Bros. ambientato nel famosissimo universo magico, non si accennano a placare le polemiche attorno alle idee di J.K. Rowling in tema di diritti delle persone LGBTQ, in particolare le donne transgender.
Tutto è iniziato da una serie di tweet, alquanto discutibili, pubblicati dalla scrittrice diversi anni fa, a cui hanno fatto seguito, nel corso del tempo, diverse dichiarazioni volte a screditare la comunità transgender. Un gruppo di attivisti ha quindi deciso di boicottare il gioco in uscita, invitando quante più persone ad unirsi alla causa, come forma di protesta contro le dichiarazioni della Rowling.
Premetto che quanto seguirà è un’opinione personale del sottoscritto e non riflette necessariamente l’opinione di tutta la redazione sulla faccenda.
Molte delle discussioni che ho letto in giro si sono soffermate sulle affermazioni della Rowling e su quanto siano state offensive verso la comunità trans. Il problema è che queste discussioni mancano il punto focale della questione. È giusto boicottare un gioco solo perché l’autrice della serie di romanzi sostiene delle idee deprecabili?
Andiamo ad esaminare meglio i fatti.
- La nostra recensione di Hogwarts Legacy
Chi ha prodotto Hogwarts Legacy?
Iniziamo con il dire che la Rowling non è direttamente coinvolta nel progetto, come ha tenuto a precisare la Warner Bros., il publisher di Hogwarts Legacy, già nel 2020.
La Rowling è infatti “solo” l’autrice dei romanzi che hanno dato vita a questo universo magico, detenendo perciò i diritti del Wizarding World. Tuttavia, la storia del gioco e le varie meccaniche sono opera degli sviluppatori di Avalanche Studios, che nulla hanno a che fare con la scrittrice, anzi queste persone hanno voluto prendere le distanze dalle sue affermazioni.
Questo è un primo punto che mi preme sottolineare poiché sarà di fondamentale importanza nelle conclusioni finali.
È giusto separare l’opera dall’autore?
Premesso che Hogwarts Legacy non è un’opera della Rowling, ma ispirata ad un suo lavoro, a mio avviso è doveroso separare l’opera dall’autore, che questo sia in vita o meno.
L’opera dovrebbe essere giudicata in quanto tale, e non in base alla condotta o alle idee dell’autore. Già Seneca ammoniva a seguire le sue parole e non le sue azioni, e Oscar Wilde osservava che “rivelare l’arte e celare l’artista è il fine dell’arte”. Si possono fare centinaia di esempi su artisti la cui condotta in vita è stata deprecabile, ma le cui opere sono considerate dei gioielli.
Prendiamo ad esempio Ezra Pound: è stato un fervente sostenitore del fascismo fino alla caduta della Repubblica di Salò, eppure Ernest Hemingway scrisse di lui:“Il meglio della scrittura di Pound…durerà finché esisterà la letteratura”. Vogliamo forse dire che Ernest Hemingway, suo contemporaneo, difendesse le idee di Ezra Pound e le appoggiasse in toto? Ovviamente no. Ha espresso solo un apprezzamento per la sua opera letteraria.
Se vogliamo prendere un esempio più recente, consideriamo i vari artisti come Kevin Spacey, Dustin Hoffman ecc… accusati a vario titolo di molestie dentro e fuori dal set. Guardando i loro film stiamo forse appoggiando le loro posizioni e quindi per noi le molestie sono una cosa buona e giusta? Anche in questo caso la risposta è ovviamente no.
In generale, se riuscissimo a conoscere i pensieri e le idee di tutti su tutto, allora gli unici con cui potremmo parlare e di cui potremmo comprare le opere saremmo solo noi stessi - e per alcuni sarebbe difficile anche quello.
Perché proprio Hogwarts Legacy?
Esistono da anni diverse opere a tema Harry Potter, quindi perché scagliarsi adesso contro Hogwarts Legacy? Per fare un esempio, la LEGO, l’azienda dei mattoncini più famosi al mondo, ha prodotto, e continua a produrre ogni anno, tantissimi prodotti a tema Harry Potter, eppure, non è stata toccata dalle critiche che invece hanno investito il gioco.
Possiamo solo provare a dare una parziale risposta a tutto ciò dicendo che Hogwarts Legacy probabilmente si è solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. È l’ultimo gioco uscito, e nelle settimane intorno al suo annuncio sono iniziate le prime polemiche tra la Rowling e la comunità LGBTQ.
La campagna pubblicitaria aggressiva e la cassa di risonanza dei social hanno poi fatto il resto erigendo questo gioco a bilancia morale del web tra due schieramenti netti e ben definiti. Da una parte troviamo i sostenitori della comunità trans per cui se compri il gioco sei transfobico, dall’altra il resto della comunità che per svariati motivi acquisterà il titolo.
Che senso ha questo boicottaggio?
A mio parere questo boicottaggio non ha alcun senso. Per cercare di far emergere un problema e di colpire la scrittrice si è puntato a boicottare questo gioco non considerando diversi fattori.
Innanzitutto, come detto precedentemente, la Rowling non è stata coinvolta in alcun modo nel processo creativo. In secondo luogo, la scrittrice è già stata pagata per i diritti per l’uso della licenza di sua proprietà. Anche considerando eventuali bonus legati alle vendite, di certo il boicottaggio non può avere impatto sul suo patrimonio personale.
Anzi, con questa mossa gli unici che si andranno a danneggiare sono i malcapitati sviluppatori, che in tutta questa storia non c’entrano assolutamente nulla. Infatti, pur essendo già stati pagati per il loro lavoro, non bisogna dimenticare che nell’industria dei videogiochi le software house crescono e si ridimensionano nel giro di qualche settimana a seconda dell’andamento sul mercato delle loro opere.
Questa ennesima inutile polemica non ha fatto altro che polarizzare ancora di più l’opinione, allontanando le posizioni di ognuno, e aizzare odio ed insofferenza, contribuendo a mettere ancora di più all’angolo la comunità trans. Questa è l’amara verità. Moltissimi dei commenti su tutte le piattaforme dove si parla di questo problema, infatti, sono commenti di scherno e derisione verso la comunità trans per questo motivo. Solo una minoranza di persone si dice d’accordo con la comunità LGBTQ sul boicottaggio.
A dimostrare la complessità del momento possiamo prendere la scelta di ResetEra, la più importante e famosa board dedicata ai videogiochi: qui i moderatori hanno deciso di non permettere discussioni su Hogwarts Legacy, pena la chiusura dei topic. Una scelta che, prevedibilmente, non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco.
In ogni caso, come volevasi dimostrare, tutto si è concluso in un nulla di fatto visto che il gioco risulta come primo nella classifica di Steam dei giochi più venduti dal 30 gennaio al 5 febbraio. Inoltre pare che sia un bel gioco, e anche con i suoi tanti difetti, sembra proprio quel tipo di gioco che vale la pena di provare.
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Luigi Famiglietti è Editor presso Techradar Italia dal 2020. Da sempre appassionato di scienza e tecnologia, ha deciso di raccontare la continua evoluzione di questo mondo e le sue diverse sfaccettature.
Ha anche lavorato in un progetto applicativo mirato all’individuazione e valutazione di tecniche in grado di migliorare la somministrazione, l’assorbimento e il potenziale immunogenico di vaccini genetici a base di DNA.
Ama viaggiare, suonare il pianoforte e la fotografia. Inoltre, gli piace trascorrere parte del suo tempo libero a giocare con gli amici al pc.