Windows 11 ci ricorda molto Windows Vista: ecco perché
Vista, l'ultima frontiera...
Tra le varie caratteristiche di Microsoft Windows 11, il suo nuovo look ha ricevuto un'accoglienza abbastanza positiva da parte della community di Windows. Tuttavia, gli utenti sembrano confusi circa i requisiti di sistema dell'ugprade, insieme ad altri aspetti che Microsoft non ha ancora rettificato.
Secondo una vecchia leggenda, un po' come con i film di Star Trek, si può indovinare la qualità di un aggiornamento di Windows a seconda che il numero sia pari o dispari.
Sia Windows 8 che Star Trek V: L'Ultima Frontiera hanno ricevuto un'accoglienza non proprio positiva, ma Windows 7 e Star Trek VIII: Primo Contatto hanno ottenuto il plauso degli utenti. Un dilemma durato per anni.
Tuttavia, sembra che Microsoft voglia riportare in auge Windows Vista agli occhi di un nuovo pubblico e pare che stavolta stia percorrendo la strada giusta, quantomeno finché manterrà la chiarezza nelle comunicazioni con gli utenti.
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La tecnica del "poliziotto buono, poliziotto cattivo"
Se avete seguito le notizie su Windows quasi vent'anni fa, probabilmente avrete sentito parlare di Longhorn. Si trattava del possibile erede di Windows XP, rilasciato nel 2001, che avrebbe dovuto apportare diverse funzioni di nuova generazione, come:
- Un nuovo stile grafico, denominato "Slate"
- Un nuovo file system in sostituzione di Esplora risorse, con nome in codice WinFS (Windows Future Storage)
- Effetti 3D in tutta l'interfaccia utente
Tuttavia, lo sviluppo è stato azzerato e riavviato nel 2005 e molte funzioni, fra cui WinFS, rimosse. Purtroppo, il risultato finale, alla fine del 2006 fu la release di Windows Vista, con widget (chiamati Gadget) praticamente inutili su desktop, con un'installazione enorme in termini di dimensioni e un'interfaccia Aero troppo impegnativa per le schede grafiche rispetto a ciò che offriva, ma i problemi non si fermavano qui.
Vista era noto come la sesta versione di Windows, dunque già molti utenti non avevano chissà quali speranze sull'aggiornamento e, in prospettiva, i dubbi furono confermati praticamente tutti, considerata anche la pessima accoglienza riservata al sistema operativo. Poco tempo dopo, nel 2009, arrivò Windows 7, con una reazione molto più positiva da parte dell'utenza.
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Tuttavia, nonostante Vista fosse un sistema inutilmente pesante, aveva comunque del potenziale per l'epoca. A dispetto di uno sviluppo travagliato e funzionalità non esattamente agili, sembrava comunque ambire a qualcosa di più. E se è vero che è Windows 8 a rappresentare un po' lo spartiacque in termini di design, con l'enorme schermata start e il desktop organizzato in "tile" o piastrelle, fu Vista il sistema più "sperimentale".
Windows Vista 2.0
E dunque arriviamo a Windows 11, con un nuovo design e la riproposizione dei widget (stavolta chiamati proprio così), ma con requisiti di sistema per TPM e CPU che hanno destato confusione fra utenti e fornitori.
Tuttavia, per lo più, l'accoglienza riservata a Windows 11 risulta positiva, soprattutto se consideriamo che, nel 2015, Microsoft aveva dichiarato con fermezza che non ci sarebbe stato un Windows 11 o 12. E se da una parte l'aggiornamento previsto per Windows 10, noto come "Sun Valley", presenta il redesign di alcune icone e delle finestre di Esplora risorse, Windows 11 sembra essere un aggiornamento di sostanza, tanto da giustificarne la nuova nomenclatura.
Negli ultimi mesi, Windows 11 ha dimostrato un fatto interessante: Vista avrebbe potuto ricevere un'accoglienza molto migliore, se lo sviluppo fosse stato più sereno e se Microsoft avesse comunicato in modo più chiaro.
Sia Windows Vista che 11 sono due facce della stessa medaglia: entrambi hanno scopi simili, ma con una comunicazione non sempre cristallina da parte di Microsoft.
L'azienda dovrebbe fare chiarezza sui requisiti in termini di processore e TPM, e dovrebbe farlo in fretta. A quasi due settimane dall'annuncio, non sappiamo ancora con certezza quali PC saranno compatibili con l'aggiornamento.
Windows Vista era promettente, ma è stato penalizzato dai pasticci della distribuzione, da requisiti di sistema esagerati e da un sistema operativo pesante e macchinoso. Windows 11 è ancora più promettente, ma rischia di essere un altro flop, se Microsoft non chiarirà l'effettiva importanza del TPM come requisito, entro la finestra di lancio prevista per la fine dell'anno.
Come disse Spock di Star Trek, ribaltando una delle sue frasi più famose: "Le esigenze di pochi contano più di quelle di molti". E sembra che Microsoft voglia rivolgersi agli utenti dotati di macchine di fascia alta con l'aggiornamento a Windows 11, anche a costo di perdere molti degli utenti più casuali che non aggiornano il proprio sistema ogni anno, che in questo caso resterebbero esclusi da un upgrade davvero utile.
Microsoft ha dimostrato di saper imparare dagli errori del passato, come Windows 8 e l'annuncio di Xbox One. Tuttavia, con l'uscita di Windows 11 ormai in vista (scusate il gioco di parole), gli utenti si aspettano informazioni più chiare sulle modalità di upgrade delle proprie macchine, anche per evitare l'esperienza negativa vissuta da molti con Windows Vista.
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