Il Motorola Razr 2019 può risollevare la sorte del mercato smartphone?
Ampiamente anticipato, Lenovo non ha deluso le aspettative, con un modello che coniuga in maniera perfetta passato e futuro
Un colpo di coda di fine anno, di quelli che non ti aspetti. Lenovo, che controlla la divisione mobile di Motorola, ha rotto gli indugi con il nuovo smartphone pieghevole Razr (che si chiama così, semplicemente Razr). Mantenendo il suo classico design a conchiglia, la compagnia ha pensato bene di eliminare la tastiera fisica, che oggi non serve più, e rimpiazzarla con un secondo schermo che, magia delle magie, è un unico pannello flessibile, che realizza da aperto un’esperienza simile, per non dire identica, a quella degli altri telefonini touch in commercio.
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La differenza, come è chiaro, è che da chiuso il Razr è uno spettacolo, per design e portabilità, quella che i moderni cellulari, viste le dimensioni, ci avevano fatto dimenticare. Sembra una rivoluzione eppure quanto effettuato da Lenovo-Motorola è il passaggio più naturale che il mercato mobile poteva aspettarsi: addio fisicità dei tasti ma senza snaturare forme e dimensioni dei nostri compagni hi-tech.
Può il Motorola Razr del 2019 risollevare la sorte di un settore che vive anni di continua saturazione e percentuali di crescita irrisorie? Pensiamo proprio di si. Più del Galaxy Fold, peraltro ufficializzato in Italia proprio di recente, più del Mate X di Huawei (dov’è e che fine ha fatto?), l’iconico modello pieghevole ha dalla sua un vantaggio su tutti: la popolarità. Questo non vuol dire che sarà un esemplare per tutti.
All’arrivo tra le nostre mura, dal 4 dicembre, costerà comunque 1.599 euro, che è sempre una cifra fuori da ogni logica quando si parla di un prodotto consumer ma che è sicuramente sotto la soglia dei suddetti Galaxy Fold e Mate X. Tanti o pochi? Non possiamo dirlo ma ci basti ricordare che al momento dello sbarco nei negozi, ben 19 anni fa, pagavamo quasi un milione di lire per il Nokia 3310. L’innovazione si paga e forse è giusto così.
Il Motorola Razr arriva in un momento cruciale dell’era telefonica, in cui i pieghevoli si trovano a metà strada tra sogno e realtà. Un anno fa, i “foldable” venivano intesi come la nuova rivoluzione del settore, il realizzarsi di quel desiderio di rendere maggiormente portatile un dispositivo dal grande schermo. Ma i noti problemi a pannelli e cerniere ne hanno messo in discussione la fattibilità, smorzando un po’ l’entusiasmo di partenza. Non diciamo che il Razr sarà sicuramente esente da criticità, più o meno lievi, ma in caso di successo potrà ritornare ad essere quel diamante che era già stato nel 2004, dimenticando le discutibili declinazioni (come il Droid Razr).
Bisognerà testare per bene il gioiellino, tenendo ben presente gli eventuali danni che potrebbe subire lo schermo Oled di plastica (conosciuto come P-Oled), la durata della batteria nell’uso reale e la qualità della fotocamera. Le specifiche tecniche non sono da grido ma, per una volta, passano in secondo piano. Quello che vediamo è un telefono pieghevole con un potenziale enorme e non solo un esercizio di stile, buono solo per le aziende di marketing.
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