I Chromebook gaming sono realtà, ma hanno davvero senso?
Un Chromebook per giocare? Ne esistono 3!
Google sembra convinta che i Chromebook possano essere portatili gaming, e che il gioco in cloud sia destinato a diventare un fenomeno di massa. Qualcuno potrebbe non essere d'accordo, ma intanto ci sono tre nuovi Chromebook molto interessanti. Google ha anche annunciato una nuova partnership con Valve, grazie a cui Steam sarà disponibile su Chrome OS.
Acer Chromebook 516 GE è equipaggiato con processori Intel Alder Lake, 16GB di RAM e veloci SSD. Non manca uno schermo IPS ad alta risoluzione e frequenza 120 Hz, e ovviamente la tastiera RGB, giusto per confermare che si tratta di un prodotto orientato al gaming. Arriverà a dicembre e costerà 999 euro. Gli altri due modelli sono simili per caratteristiche: si tratta di Asus Chromebook Vibe CX55 Flip e Lenovo Ideapad Gaming Chromebook.
Pur non disponendo di componenti hardware particolarmente potenti, i Chromebook da gaming hanno alcune specifiche (tastiere RGB con anti-ghosting, RAM aumentata, schermi con refresh rate elevati e supporto migliorato per GeForce Now) che possono migliorare l'esperienza di cloud gaming. Del resto, considerata la mancanza di componenti hardware avanzati, il cloud gaming rimane l'unica via per giocare a titoli AAA con un Chromebook.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è: ha davvero senso acquistare un Chromebook da gaming per giocare in cloud? O forse è una cosa che è meglio rinviare a un non molto precisato "futuro".
Analisi: la scommessa di Google
Qualsiasi Chromebook può essere utilizzato per giocare sfruttando la potenza del cloud, in quanto l'obiettivo delle piattaforme cloud gaming è di rendere l'hardware irrilevante. Detto questo, per fare un portatile da gaming serve anche altro.
La qualità dello schermo, l'inclusione di una tastiera RGB e gli altri accorgimenti presi da Acer, Asus e Lenovo, potrebbero fare dei Chromebook gaming un prodotto interessante per chi vive in città o in regioni nelle quali la connessione è stabile e potente, come anche per molti casual gamer che giocano saltuariamente passando da un titolo all'altro senza cercare prestazioni grafiche particolari.
Del resto, se come chi scrive vivete in zone rurali con connessioni che faticano a garantire velocità costanti, pensare di acquistare un portatile gaming per giocare in cloud è una follia. Guardando in particolare all'Italia, non sembra che il nostro paese sia ancora pronto per questa svolta.
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A questo si aggiunge il costo degli abbonamenti per il cloud gaming, che costringe a spendere una cifra mensile per giocare, oltre a qualche extra per l'accesso anticipato e l'acquisto di titoli AAA recenti.
Visto il tragico epilogo di Google Stadia, viene da domandarsi se ha davvero senso acquistare un portatile da "gaming" privo di alcune caratteristiche hardware fondamentali per giocare, come una scheda video dedicata e un processore di fascia alta, giusto per dirne due.
Un Chromebook, per quanto infiocchettato con tastiere colorate e display veloci, rimane comunque ben distante dai portatili gaming tradizionali che, a cifre di poco superiori ai 1000€, dispongono di componenti hardware nettamente migliori e consentono di giocare ovunque, senza bisogno di super connessioni. E poi diciamolo, chi ci vieta di giocare in cloud anche con un portatile gaming tradizionale?
In definitiva, a mio avviso, Google sta provando a dire la sua in un settore dove l'hardware rimane ancora decisivo proponendo prodotti che potrebbero richiamare una nicchia di utenti davvero limitata. Molti di coloro che vogliono giocare in mobilità potrebbero optare per console portatili di ultima generazione o, semplicemente, continuare ad acquistare dei portatili gaming compatti che, al netto di un prezzo leggermente superiore, offrono specifiche valide anche per attività secondarie come il video editing o la programmazione.
Windows, per ora, non lo tocca nessuno
Per i giocatori la piattaforma di riferimento rimane Windows, e per il momento Chrome OS non cambierà questa realtà. Il che è curioso, visto che sono molti quelli che nei commenti scrivono "uso Windows solo per giocare".
Probabilmente ci sono giocatori che vorrebbero smettere di usare Windows, ma sentono che per il momento è l'unica certezza per chi vuole giocare senza troppi pensieri.
Google sta cercando di scardinare questa convinzione, e sicuramente il cloud gaming può essere una soluzione. Anzi, sappiamo per certo che in Italia ci sono persone che hanno già fatto questo passaggio, giocando in streaming su Chromebook e altri dispositivi.
Si può fare, qualcuno lo fa, ma ci vorrà del tempo prima che la cosa diventi un fenomeno di massa. Fino ad allora, un Chromebook gaming da mille euro sembra un prodotto davvero poco sensato.
Almeno per il momento, sempre analizzando la situazione italiana, i Chromebook rimangono validi per chi cerca un portatile per svolgere le attività quotidiane di base o al limite per studiare/navigare e prendere appunti. Per il resto, i portatili Windows rimangono ancora i più appetibili.
Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.