Cercate un portatile per la scuola? Ecco tre errori che non dovete fare
Si impara dagli errori, ma non siete costretti a farli per forza
Mentre le famiglie italiane si preparano alla riapertura delle scuole che, come di consueto, avverrà nel mese di settembre, molti genitori (e studenti) sono alla ricerca di un portatile per studenti.
Con l'incognita didattica a distanza e la crescita esponenziale del numero di attività che si svolgono digitalmente a scuola, per molti studenti avere un portatile sta diventando utilissimo, se non necessario. Pensate a quante cose si possono fare con un portatile: prendere appunti ricchi di note e link, creare presentazioni, disegnare, usare la calcolatrice e molto altro ancora.
Purtroppo però, quando si sceglie un portatile per la scuola, spesso ci si trova impreparati e si rischia di spendere troppo o di fare la scelta errata. Oggi esistono molti portatili che si prestano perfettamente alle necessità di uno studente e costano davvero poco anche se offrono prestazioni simili ai modelli di fascia alta di qualche anno fa.
In questo articolo vedremo tre errori comuni nei quali si può incappare quando si cerca un portatile per studenti e andremo ad analizzarli singolarmente per evitare che ci caschiate.
Non fatevi ingannare dal design
Ricordo che quando ero all'università molti dei miei compagni di corso spendevano cifre incredibili per soluzioni 2 in 1 e MacBook di fascia alta. Io, al contrario, me la sono cavata benissimo con un Acer Aspire One che mi ha accompagnato per diversi anni, anche una volta concluso il mio percorso universitario.
Quando in classe vedevo alcuni compagni prendere appunti sui loro 2-in-1 scintillanti (era il 2012) pensavo a quanto fosse più comodo farlo li, piuttosto che su un foglio di carta, quindi alla fine decisi di passare anch'io a una soluzione ibrida.
Avete mai provato a prendere appunti su un portatile 2 in 1 con schermo 16:9? Se lo avete fatto almeno una volta, saprete benissimo che è tutt'altro che comodo. Lo schermo non è abbastanza grande da consentire di scrivere agevolmente e i 2 in 1 di 10 anni fa erano a dir poco orribili, anche in termini prestazionali.
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Lo spessore era eccessivo e non consentiva di scrivere agevolmente poggiando il polso sul tavolo, la stilo era piuttosto imprecisa (la gomma lasciamo perdere) e alla fine mi ritrovavo a rileggere degli appunti più incomprensibili di quelli scritti su carta senza piano d'appoggio (giusto per rendere l'idea).
Alla fine mi ritrovai a usare il quaderno nel giro di qualche settimana e il mio 2 in 1 è rimasto per anni a prendere la polvere in un cassetto, prima di finire tra le mani di un cuginetto che lo usa come tablet. Questo perché, oltre a essere pessimo per prendere appunti, non andava bene nemmeno come portatile classico visti i componenti di cui disponeva.
Certo, i 2 in 1 moderni sono fatti di tutt'altra pasta, ma continuano a costare più di un portatile classico con il quale, tra l'altro, si possono prendere appunti altrettanto facilmente.
In breve: Quando comprate un portatile per la scuola non avventuratevi, cercate modelli classici che possano offrire prestazioni stabili e una buona autonomia, piuttosto che l'ultima novità in termini di design.
Scegliete un portatile che sia adatto alle vostre necessità
Dopo la brutta esperienza con il 2 in 1 pensavo di aver imparato la lezione e ho comprato un Chromebook di prima generazione. Questa esperienza mi ha allontanato dai Chromebook per quasi mezzo decennio.
Il problema non stava nel fatto che il Chromebook non facesse ciò che prometteva, anzi, lo faceva benissimo. L'errore è stato mio, visto che quando l'ho comprato non ho minimamente pensato alle funzioni che mi sarebbero servite davvero. A quel punto, i Chromebook erano ancora limitati alle applicazioni di Google, come Documenti e Fogli, e se non si era connessi a Internet, risultavano praticamente inutili.
Sebbene il Chromebook andasse benissimo per scrivere documenti, il mio Acer Aspire poteva fare la stessa cosa nonostante avesse già più di 5 anni all'attivo. All'epoca non c'erano compilatori C++ su Chrome OS (questo prima che i Chromebook fossero dotati di un kernel Linux integrato), quindi non potevo nemmeno lavorare agevolmente con Linux.
Anche se in teoria potevo scrivere il codice su Google Docs, la formattazione del testo non va molto d'accordo con la codifica, quindi alla fine il Chromebook è andato a far compagnia al 2 in 1 nello stesso cassetto.
Nel tempo i Chromebook sono migliorati molto, ma essendomi fatto prendere dall'hype ho acquistato la prima serie e, come avrete capito, mi sono trovato tra le mani un portatile che non mi serviva.
In breve: Se dovete comprare un portatile pensate alle app che usate a scuola o all'università e accertatevi che sia in grado di gestirle agevolmente.
Comprate il portatile che costa meno tra quelli che possono andarvi bene
Nel 2016 mi sono detto: "adesso basta, vado sul sicuro" e ho deciso di acquistare un MacBook Air. Non era il massimo per la programmazione, a meno che non si programmasse per un Mac, cosa che io non facevo, ma funzionava comunque abbastanza bene. Era anche uno dei migliori computer portatili per gli scrittori (e lo è tuttora), quindi andava benissimo per scrivere le tesine e per gli articoli.
Era anche molto più costoso di quanto fosse necessario per quello che stavo facendo e che potevo tranquillamente fare anche con un portatile che costava la metà. Ho fatto un buon uso del mio MacBook Air prima di finire per regalarlo a mia madre, che aveva bisogno di un nuovo computer dopo che il suo netbook vecchio di dieci anni era morto.
Questa esperienza mi ha insegnato una cosa: l'opzione più economica in grado di svolgere il lavoro è spesso la scelta migliore. Assicuratevi però che sia in grado di svolgere il lavoro e fate una ricerca sui migliori computer portatili economici prima di scegliere questa strada.
In breve: non fatevi ammaliare da design, brand e soluzioni innovative, puntate su un prodotto che possa svolgere agilmente le funzioni che vi servono per studiare e cercate di trovarlo al miglior prezzo possibile.
Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.
- John LoefflerComponents Editor