Nikon Z compie 5 anni: vi racconto il mio passaggio da una reflex alla Z6 II
In cinque anni possono succedere molte cose
Era il 2018 e in molti si chiedevano come mai Canon e Nikon non fossero ancora passate alle mirrorless visti i risultati ottenuti da Sony con la serie Alpha.
Cinque anni fa, il 23 agosto, è cambiato tutto. Nikon (e di li a poco anche Canon) ha sconvolto il mercato delle fotocamere mirrorless presentando Nikon Z6 e Z7, le prime con innesto Nikon Z. Fino a questa data, le fotocamere Nikon utilizzavano ancora l'innesto F introdotto nel 1959.
Il sistema Nikon Z era concepito per sfidare le mirrorless di Sony, Fujifilm, Olympus e Panasonic. È stato un ingresso in scena trionfale. Nessuno si aspettava che le mirrorless Nikon di prima generazione fossero così valide. A quanto pare l'attesa era valsa la pena, anche se Nikon si trovava ancora indietro rispetto alla concorrenza.
In qualità di recensore ero già abituato alle mirrorless avanzate di Sony, ma la mia fotocamera principale era ancora una Nikon D800 (nella foto qui sotto), una reflex eccellente con sensore full-frame da 36MP uscita nel 2012, quando le mirrorless erano ancora agli inizi.
Dopo la Z6 e la Z7, mi ci sono voluti tre anni e i loro successori di seconda generazione per convincermi che dovevo passare a una mirrorless Nikon abbandonando la mia reflex: dopo tutto, la D800 non ha smesso di fare ottime foto solo perché esistevano le mirrorless.
Possiedo una Nikon Z6 II da due anni e dal primo momento in cui ho iniziato a usarla non ho più sentito la necessità o il bisogno di tirare fuori la mia D800. In occasione del quinto anniversario del sistema Nikon Z, mi sembra giusto scrivere qualche parola sulla mia esperienza con quella che è diventata in poco tempo la mia fotocamera preferita.
Z6 II: un'ottima tuttofare
Se mi occupassi solo di fotografia di paesaggio, forse non avrei sentito la stessa necessità di passare a una mirrorless. Ma il fatto è che sono un fotografo multidisciplinare. E di tanto in tanto schiaccio anche il pulsante rosso. Sono attratto da qualsiasi cosa che cattura la mia attenzione: ritratti, reportage, animali selvatici, paesaggi, motivo per cui mi piace avere una fotocamera tuttofare che faccia il suo lavoro catturando quel momento con uno scatto o un video.
Inoltre, preferisco viaggiare leggero e alternare foto e video senza dover portare con me due corpi macchina. Così ho scelto il kit NIkon Z6 II, che comprende anche un monitor esterno Atomos Ninja V, un rig, batterie supplementari e un adattatore FTZ che mi permette di utilizzare i miei obiettivi Nikon F con la mia fotocamera Z-Mount.
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L'adattamento di vecchi obiettivi è limitante in termini di qualità dell'immagine e so bene che per ottenere il meglio anche in termini di AF dovrei usare obiettivi Z, solo che costano una cifra, per cui ho investito in un'unica lente zoom.
L'innesto Nikon Z ha il diametro più grande e la profondità della flangia più corta tra tutti gli innesti per obiettivi full-frame. Ciò significa che per Nikon è più facile realizzare obiettivi ad alte prestazioni, con una qualità eccellente su tutto il frame. Per questo ho scelto l'obiettivo Nikkor Z 24-70 mm f/2,8 S e per la quasi totalità delle mie attività. Con questo kit sono in grado di fare praticamente tutto quello che voglio ottenendo risultati eccellenti.
Z6 II: punti salienti
Dopo aver recensito la Z7 II ho analizzato in modo approfondito i motivi per cui ho deciso di passare dalla reflex alle mirrorless e, ora che possiedo la sorella minore Z6 II da due anni, posso confermare di essere felicissimo della mia scelta.
Per quanto la mia D800 fosse ( e sia ancora) capace di produrre ottimi scatti, ci sono stati molti scenari in cui mi faceva sentire limitato.
La stabilizzazione dell'immagine all'interno del corpo della Z6 II è qualcosa di fenomenale, soprattutto per chi, come me, ama lavorare a mano libera e cogliere ogni momento senza pianificare troppo lo scatto. Con la mia Z6 II posso utilizzare tempi di posa più lenti a mano libera e le riprese video sono molto più stabili.
Anche per la ritrattistica, l'AF con rilevamento degli occhi si è rivelato superiore rispetto all'AF a punto singolo. Posso rilassarmi sapendo che il piccolo riquadro giallo nel display EVF che segue l'occhio del mio soggetto in tempo reale sta mettendo a fuoco con precisione le aree importanti (vedi foto sopra), e di conseguenza dedicare più energia all'interazione con i miei soggetti. L'AF a punto singolo della D800, invece, era "scatta e spera" e, laddove era possibile, ho utilizzato spesso il bracketing manuale della messa a fuoco per aumentare le possibilità di ottenere una messa a fuoco nitida in almeno uno dei fotogrammi.
Per quanto riguarda la messa a fuoco, l'obiettivo Z 24-70 mm f/2,8 S si è dimostrato affidabilissimo e non ha richiesto alcuna calibrazione. Il mio 50 mm f/1,4 G per fotocamere reflex ha problemi di back focus anche dopo la calibrazione, e quindi non mi ha mai dato troppa fiducia durante gli shooting.
Potrei continuare a parlare della Z6 II all'infinito, dato che me ne sono innamorato: la qualità superiore dell'immagine video 4K a 10 bit con profilo colore flat log, l'autofocus di livello superiore per i video, l'otturatore silenzioso per i momenti in cui non devo voglio dare nell'occhio, il touch screen inclinabile per la visione da angolazioni scomode sono solo alcuni dei motivi per cui non rinuncerei mai alla mia compagna di scatto.
Oggi, il sistema Nikon Z è finalmente composto da un buon numero di lenti e offre quasi tutte le opzioni che vorrei avere nel mio corredo dei sogni, a differenza dei primi anni in cui c'era davvero poca scelta, anche se non siamo ancora ai livelli di Sony e le opzioni di terze parti scarseggiano.
Z6 II: Qualche rimpianto?
Non si può fare a meno di notare quanto siano costose le mirrorless, soprattutto quando si investe su un sistema in cui gli obiettivi possono costare molto di più rispetto agli equivalenti per le reflex digitali. Inoltre, anche se stavo acquistando un'altra fotocamera Nikon, il passaggio da una reflex a una mirrorless è stato un po' come ricominciare da capo.
Detto questo da appassionato del brand continuo ad amare la maneggevolezza delle fotocamere Nikon, e la Z6 II non fa eccezione: si adatta perfettamente alla mia mano, i comandi sono disposti in modo logico attorno al suo corpo resistente e sigillato dalle intemperie.
La Z6 II ha una risoluzione inferiore a quella della D800 e ancor meno a quella della Nikon Z7 II, ma è una fotocamera tuttofare a cui mi affido da due anni e non mi ha mai deluso. È valsa ogni centesimo speso per acquistarla.
Con l'arrivo dell'ammiraglia Nikon Z8, una versione più compatta dell'eccellente Z9 con la quale condivide il sensore stacked, sembra che il sistema Nikon Z stia andando nella direzione giusta e finalmente possa dire la sua anche rispetto a brand che hanno più esperienza nel campo mirrorless, Anche se lasciare la mia D800 nel cassetto mi dispiace un po' il passaggio alle mirrorless ha migliorato la mia esperienza fotografica e mi permette di lavorare più serenamente, ed è qualcosa a cui non rinuncerei mai.
Per questo voglio augurare buon compleanno al sistema Nikon Z e sperare che continui a migliorarsi anno dopo anno, come del resto ha fatto finora.
Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.
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