Windows 11 zoppica, un po' di colpa è anche degli utenti

Windows 11
Credit: 123RF (Immagine:: 123RF)

Windows 11 è ancora un sistema operativo poco diffuso, e l'ultima conferma arriva dai dati di AdDuplex relativi a giugno 2022, secondo il report Windows 11 è installato sul 23,1% dei PC. Il dato fa riferimento a quei PC dove gira il Microsoft Store, all'interno del quale sono visualizzati gli annunci di AdDuplex. 

L'azienda sottolinea che negli ultimi due mesi la diffusione d Windows 11 è cresciuta solo del 3,4%, una cifra molto contenuta. Al momento, Windows 10 è cora il sistema operativo più diffuso. 

Perché Windows 11 non decolla

Dati di questo tipo non vanno mai interpretati come una fotografia perfetta della situazione, ma sicuramente ci dicono almeno qualcosa su come stanno andando le cose. Sicuramente possiamo supporre che non ci sarà alcuna accelerazione nella diffusione di Windows 11.

Probabilmente, in effetti, chi voleva e poteva aggiornare a Windows 11 ormai l'ha fatto. Tutti gli altri, invece, probabilmente passeranno a Windows 11 quando cambieranno computer.

Ciò che ha ostacolato Windows 11 stono stati diversi fattori. Il primo è più rilevante è sicuramente la compatibilità hardware: Windows11 si può installare solo se il computer è dotato di TPM 2.0. I computer compatibili non sono molti, e provare a installare Windows 11 senza TPM è un'azione complessa e non consigliabile. 

Poi c'è il fatto dell'account Microsoft obbligatorio, che è una vera e propria assurdità da parte dell'azienda. L'account è del tutto inutile per usare Windows, e Microsoft insiste solo per aumentare in modo artificiale il numero di abbonati, e nella speranza poi di vendere abbonamenti a Office 365 o contenuti del Microsoft Store. Magari funzionerà, ma resta una colossale rottura di scatole. Anche in questo caso, per fortuna, esisto maniere per installare Windows 11 senza account Microsoft.

Anche gli utenti però a volte sono assurdi

Tuttavia, gli ostacoli creati dalla stessa Microsoft sono solo una parte della storia. L'altra parte sono le persone, gli utenti, che in molti casi sollevano una barriera per ragioni tanto assurde quanto le imposizioni di MS.

C'è chi non vuole il nuovo software a prescindere. Tolti quelle (poche) aziende dove ci sono vere questioni di compatibilità, è pieno di gente che non vuole aggiornare solo perché refrattaria al cambiamento. Un atteggiamento che in genere si riflette in altri gli aspetti della vita, non solo nella versione di Windows. Chi vuole restare con Windows 10 "perché sì", magari è uno che dà di matto se chiudono la sua pizzeria favorita. Sì, certa gente esiste, non stupitevi. 

Poi c'è la setta del menu Avvio, quelli che vorrebbero tornare al menu di Windows 7 perché "è meglio". Ultime notizie: il menu avvio non serve assolutamente a niente, e la cosa migliore è smettere di usarlo. Mettete le vostre app preferite nella barra delle applicazioni, se proprio è necessario. E per tutto il resto  c'è la ricerca, che è esattamente il modo in cui usare davvero la potenza di Windows.

Se pretendente di usare un computer nel 2022 come se fosse il 2002, forse il problema è po' vostro, no?  È difficile, per me, capire come mai il pubblico Apple e gli utenti Linux si adattino quasi subito alle novità, persino quando le interfacce cambiano radicalmente, e invece nel modo Windows così tanti facciamo resistenza. 

I problemi di Windows 11 sono quindi alcuni grossolani errori fatti da Microsoft, e alcuni assurdi pregiudizi degli utenti. Difficile stabilire delle proporzioni, ma di sicuro non è tutta colpa di Microsoft. 

Immagine di copertina: 123RF

Valerio Porcu

Valerio Porcu è Redattore Capo e Project Manager di Techradar Italia. È da sempre ossessionato dai gadget e dagli oggetti tecnologici che cambiano la nostra vita quotidiana, e dai primi anni 2000 ha deciso di raccontarla. Oggi è un giornalista con anni di esperienza nel settore tecnologico, e ha ancora la voglia di trovare le chiavi di lettura giuste, per capire davvero in che modo la tecnologia può rendere migliore la nostra vita quotidiana.

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