Schede video e CPU: i consumi crescono ancora alla faccia della crisi energetica
Potremo dire di aver visto bruciare il nostro mondo, ma in ray-tracing e 8K
Un buon numero di leak riguardanti le prossime generazioni di schede video e processori ci dicono che i principali produttori mondiali stanno puntando tutto sulle prestazioni, a discapito dell'efficienza energetica e dell'accessibilità dei prodotti.
Ma com'è possibile fare un ragionamento simile in un momento storico durante il quale il costo dell'energia è alle stelle e le famiglie sono alle prese con l'inflazione?
Da tempo si vocifera che le schede grafiche Nvidia Lovelace di prossima generazione saranno delle vere e proprie sanguisughe affamate di energia. Un esempio? All'inizio della settimana, il noto leaker Kopite7kimi ha pubblicato le presunte specifiche di una Nvidia RTX 4000 di fascia alta, forse una GPU della serie Titan, che potrebbe avere un assorbimento di energia che supera gli 800W.
Secondo quanto riportato da Wccftech, i processori desktop AMD Ryzen7000 che verranno annunciati a breve, abbandoneranno ogni pretesa di efficienza energetica puntando tutto sulle prestazioni, tanto che per i Ryzen 9 sono previsti TDP fino a 170 W.
Considerando il solo consumo di questi due componenti, processore e scheda grafica necessiterebbero di quasi un chilowatt di potenza. Se consideriamo che un PC ha altri componenti al suo interno, è facile pensare che un fisso di fascia alta possa superare i 1000W di consumo energetico.
Ma ha davvero senso spingere cosi tanto sui consumi per ottenere delle prestazioni superiori? E a favore di chi?
Abbiamo davvero bisogno di tutta questa potenza?
Molte delle migliori schede video in commercio, come la Nvidia RTX 3090 Ti che ha un TGP nominale di 450W, hanno consumi energetici già piuttosto elevati. Stiamo parlando di una GPU molto potente, capace di gestire facilmente tutti i giochi più recenti a dettagli massimi in 4K. Del resto, chi ha avuto modo di provare una RTX 3070 o anche la RTX 3060 Ti, sa benissimo che queste GPU dai consumi inferiori sono più che sufficienti per la stragrande maggioranza degli utenti.
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Anche se pensiamo ai 170W che serviranno per alimentare un AMD Ryzen 9 7950X, risulta difficile giustificare la necessità di acquistare un processore del quale pochissimi utenti (forse nessuno) potrebbero sfruttare il pieno potenziale con un uso "domestico".
Certo, sarebbe bello vedere quante schede di Chrome si possono tenere aperte nello stesso momento, ma si tratterebbe di uno spreco di risorse inutile e fine a se stesso più che di una reale necessità. Queste CPU sono concepite per offrire il massimo delle prestazioni e permettono di gestire facilmente anche i carichi di lavoro più elevati, ma a chi servono davvero?
Al contempo, prima della serie Alder Lake Intel aveva posto l'accento sul miglioramento dell'efficienza energetica dei suoi processori, ma i chip di 12a generazione sembrano aver invertito nuovamente la rotta per tornare a offrire prestazioni al top a discapito dei consumi.
Accettare un compromesso è la scelta più saggia
Ormai ci siamo abituati a vedere aumenti prestazionali di 1,25 o 1,5 volte ogni uno o due anni, tanto da considerarli necessari e scontati. Alcuni leak parlano di prestazioni raddoppiate per le schede video Nvidia Lovelace e ci sono già previsioni sbalorditive anche per i processori della serie Intel Raptor Lake.
Ma siamo sicuri che ci sia bisogno di cosi tanta potenza di calcolo a livello consumer, magari per giocare o vedere un film in streaming, o i produttori stanno facendo semplicemente una gara a chi la spara più grossa per attrarre facoltosi acquirenti?
Questo non vuol dire che gli incrementi prestazionali siano inutili, tutt'altro, ma dovremmo puntare a far coincidere le prestazioni con le nostre esigenze, piuttosto che incrementarle a dismisura per battere i record nei benchmark.
Non ci sarebbe nulla di male, per dirne una, se Nvidia dichiarasse che la RTX 4090 non è più potente della RTX 3090, ma che consuma la metà dell'energia o che costa un quinto del prezzo.
Oggi, il rapporto prezzo prestazioni e l'efficienza energetica sono valori che vengono spesso messi in secondo piano, scelta che risulta poco sensata e persino immorale in un'epoca contraddistinta da un'aumento esponenziale dei costi energetici.
Prestazioni a tutti i costi? Ci saranno conseguenze tangibili
Ci sono due problemi legati in modo diretto alla politica delle "prestazioni prima di tutto".
In primo luogo l'energia non è gratuita, né dal punto di vista ambientale né da quello economico. Allo stato attuale, si prevede che l'aumento delle emissioni di anidride carbonica renderà parzialmente, se non del tutto, inabitabili ampie zone del pianeta a un ritmo sempre più rapido.
Il palese abuso di risorse energetiche di cui si rendono protagonisti ogni giorno i paesi più sviluppati porta a una maggiore produzione di emissioni di carbonio, necessarie per tenere il passo con le nostre reali necessità.
Molti credono che le conseguenze siano abbastanza lontane nel tempo, tanto che in da pensare che il problema si risolverà in futuro, come per magia. Purtroppo non è cosi. Lo dimostrano le recenti ondata di caldo che hanno colpito l'Europa e i continui incendi che si stanno verificando negli Stati Uniti occidentali, per non parlare di una delle peggiori siccità della storia recente in alcune zone del Sud del mondo.
Purtroppo, l'emergenza umanitaria che sta interessando i paesi Africani riceve molta meno attenzione rispetto alle famiglie della middle class che fuggono dalle loro case in California.
Cosa bisogna fare?
Se il "progresso" a tutti i costi per alcuni potrebbe sembrare comunque la strada giusta da percorrere (a tutti i costi), proviamo a portare la faccenda su un piano concreto analizzando il fenomeno dal punto di vista economico: aumentare esponenzialmente il livello prestazionale dei componenti non farà altro che renderli ancora più costosi, escludendo un numero sempre maggiore di persone dall'accesso alle tecnologie più recenti, mentre le famiglie medie lottano contro l'inflazione e il costante aumento dei costi energetici.
L'attuale generazione di schede grafiche è già fuori dalla portata di molti perché troppo costosa. Questa tendenza sembra destinata a continuare in futuro, rendendo la tecnologia essenziale per l'economia moderna qualcosa che solo le persone benestanti possono permettersi.
Il discorso include sia i soggetti singoli, come le famiglie o i gamer che acquistano componenti di ultima generazione a cifre esorbitanti pur di avere l'ultima tecnologia, sia i Paesi ricchi che possono permettersi di investire nella ricerca su queste tecnologie sempre più costose. Al contrario rimarrebbero esclusi gli utenti "normali" e le università dei Paesi più poveri, sempre più spesso abbandonate al loro destino.
Tutto questo non può far altro che aumentare le divisioni sociali in un momento in cui gran parte della popolazione si trova a dover affrontare una crisi generale che riguarda cambiamenti climatici, guerra, pandemie e la sempre più spaventosa crisi idrica.
Per quanto chi scriva sia un amante del PC gaming e dell'informatica in generale, è difficile giustificare alcune scelte operare da aziende leader del settore informatico a fronte di una situazione globale che, purtroppo, lascia davvero poco spazio alle interpretazioni e ci mette di fronte a una situazione seria che va affrontata con la massima attenzione.
John (He/Him) is the Components Editor here at TechRadar and he is also a programmer, gamer, activist, and Brooklyn College alum currently living in Brooklyn, NY.
Named by the CTA as a CES 2020 Media Trailblazer for his science and technology reporting, John specializes in all areas of computer science, including industry news, hardware reviews, PC gaming, as well as general science writing and the social impact of the tech industry.
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- Marco SilvestriSenior Editor