Google AirTags: cosa sappiamo finora sui rivali degli Apple AirTags

(Immagine:: Apple)

Gli Apple AirTag sono senza dubbio i tracker Bluetooth più famosi al mondo, ma presto Google proporrà un'alternativa altrettanto valida, se non migliore, che dovrebbe essere compatibile con un enorme numero di dispositivi Android.

I presunti rivali degli AirTag firmati Google - che dovrebbero chiamarsi Grogu, in omaggio a The Mandalorian - dovrebbero uscire in occasione del Google I/O 2023, che prenderà il via il 10 maggio. Anche se i tracker potrebbero arrivare sugli scaffali in un secondo momento, in un futuro non troppo lontano gli utenti Android potranno finalmente scegliere alternative diverse rispetto agli attuali Tile Pro e Samsung Galaxy SmartTag Plus. 

La caratteristica più interessanti dei dispositivi di tracciamento Google sta nel fatto che dovrebbero essere in grado di connettersi a una rete più ampia che include tutti i dispositivi Android, indipendentemente dal brand, e forse anche gli iPhone di Apple.

Qualcuno potrebbe chiedersi: il mondo ha davvero bisogno di altri localizzatori? Questi piccoli gadget a forma di portachiavi hanno suscitato tante polemiche fin dal lancio dei primi modelli. Gli AirTag di Apple, ad esempio, sono finiti più volte al centro delle cronache costringendo l'azienda a rilasciare un firmware anti-stalking, mentre Tile ha recentemente introdotto una controversa modalità antifurto.

Tile Pro

Tile Pro (Image credit: Tile)

In aggiunta, Google sta gettando le basi sia per i suoi "AirTag" che per un equivalente del sistema "Dov'è" di Apple. Il vantaggio di questa tecnologia (e il motivo di tanta diffidenza) è che può rilevare gli oggetti smarriti utilizzando i telefoni vicini, anche quando il bene smarrito è offline. Se tale sistema dovesse arrivare su miliardi di dispositivi Android, potenzialmente come parte di Android 14, potrebbe portare i tracker Bluetooth a un livello finora immaginabile comportando grossi rischi per la sicurezza.

Se la rete di tracciamento venisse aperta a produttori terzi, come suggeriscono le indiscrezioni, i tracker Bluetooth compatibili con Android potrebbero diventare un accessorio indispensabile per molti utenti e al contempo una minaccia (se dovessero essere usati in modo improprio).

Di seguito trovate qualche informazione trapelata nelle scorse settimane e un piccolo spunto riflessivo.

Google AirTags: Data di uscita e prezzo

Google non ha ancora dato conferme, ma alcune indiscrezioni provenienti da un leaker che risponde al nome di Kuba Wojciechowski suggeriscono che il lancio avverrà il 16 gennaio 2023 in occasione dell'evento Google I/O 2023.

Il keynote della conferenza degli sviluppatori, durante il quale Google solitamente annuncia nuovi prodotti e software, si terrà invece il prossimo 10 maggio. Oltre a fornire una descrizione dettagliata del tracker in stile AirTag, il cui nome in codice dovrebbe essere "grogu".

Wojciechowski ha suggerito che il lancio potrebbe avvenire anche durante l'evento dedicato ai Google Pixel che si terrà a ottobre.

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Al momento siamo nel campo delle ipotesi, quindi le tempistiche potrebbero cambiare. Tuttavia, Google ha sempre annunciato i suoi nuovi dispositivi durante la conferenza I/O: l'anno scorso, ad esempio, abbiamo visto il Google Pixel 6a, il Google Pixel Tablet e il Google Pixel Watch fare la loro prima apparizione pubblica in occasione dell'evento.

La cattiva notizia è che, a distanza di un anno, stiamo ancora aspettando che il Pixel Tablet arrivi nei negozi, quindi sappiamo che un annuncio al Google I/O non garantisce un lancio rapido. 

Per quanto riguarda il prezzo, al momento, non ci sono indiscrezioni che possano fornire riferimenti credibili.

Google AirTags: funzioni

Le voci sui "Google AirTag" ci danno un quadro abbastanza chiaro di cosa potremmo aspettarci dai dispositivi di tracciamento Android.

La tecnologia del dispositivo AirTag di Google (nome in codice "Grogu") dovrebbe essere simile a quella degli Air Tags di Apple. Il 16 gennaio, il leaker Kuba Wojciechowski affermava che il tracker è "in fase di sviluppo da parte del team Nest", anche se potrebbe avere un marchio differente.

Sembra che i tracker di Google, come gli AirTags Apple, siano dotati di connettività UWB (banda ultralarga) e Bluetooth Low Energy, oltre che di un altoparlante integrato.

La connettività UWB è la chiave per i localizzatori. Il protocollo wireless a corto raggio consente ai telefoni di individuare la posizione degli oggetti collegati con un grado di precisione molto più elevato rispetto al Bluetooth. Apple lo chiama "ricerca di precisione" sugli AirTag. La stessa tecnologia consente inoltre al telefono di fungere da chiave digitale su veicoli con serrature supportate.

(Image credit: Obi Fidler / Yanko Design)

Google Pixel 6 Pro è stato il primo Pixel a supportare la banda ultralarga, presente anche sul Google Pixel 7 Pro. Probabilmente, visto che utilizzano la tecnologia UWB, per utilizzare i dispositivi di tracciamento Google sarà necessario avere uno smartphone Android relativamente nuovo. Del resto anche gli AirTags di Apple sono compatibili solo con i telefoni dall'iPhone 11 in poi.

Anche se la banda larga è già ampiamente utilizzata da altri tracker, quelli di Google potrebbero avere due peculiarità interessanti. In primo luogo, come rilevato da Mishaal Rahman, Google ha recentemente aggiunto il supporto per i "tag di localizzazione" al suo standard Fast Pair. Se non la conoscete, Fast Pair è una funzione Android che aiuta a connettersi rapidamente ai dispositivi Bluetooth vicini utilizzando un menu a comparsa (come nel mockup qui sopra) ed è aperta ai dispositivi di terze parti.

Ciò significa che il sistema di accoppiamento rapido alla base della rete di tracker di Google potrebbe funzionare con tutti i tracker compatibili, compresi quelli Apple. Ma c'è di più. Secondo i rumor, Google sta lavorando all'equivalente della rete "Dov'è" di Apple che dovrebbe chiamarsi "Rete Finder".

(Image credit: Obi Fidler / Yanko Design)

È proprio la "rete Finder" che potrebbe fare la differenza. La funzione "Dov'è" di Apple sfrutta in modo anonimo le connessioni Bluetooth degli altri utenti Apple per cercare gli AirTag (o dispositivi di terze parti compatibili) se sono offline o fuori dal raggio d'azione del Bluetooth. Si tratta di un espediente intelligente che fortunatamente è anche crittografato end-to-end.

Apple la definisce una "rete in crowdsourcing di centinaia di milioni di dispositivi Apple". Ma Google, almeno potenzialmente, potrebbe far affidamento su un numero nettamente più alto di dispositivi per rintracciare il vostro gadget smarrito. Alla conferenza Google I/O 2022 dello scorso anno, l'azienda ha rivelato che ci sono oltre tre miliardi di dispositivi Android attivi nel mondo

Immaginate cosa potrebbe significare potersi appoggiare anche a meno della metà di essi per trovare un dispositivo smarrito?Android dispone già di una "Trova il mio dispositivo", ma fino a poco tempo fa si basava sulla posizione nota più recente. Dopo l'aggiornamento di dicembre 2022, la rete Android "supporta report criptati sulla posizione più recente per i dispositivi Android, utilizzando un nuovo framework incentrato sulla privacy". 

Mettete insieme tutti questi pezzi e potenzialmente avrete il sistema più potente al mondo per ritrovare oggetti o beni smarriti. Il tracker AirTag di Google potrebbe non essere un salto tecnologico rispetto al rivale Apple, ma il sistema su cui si basa potrebbe essere più aperto e più grande di "Dov'è". Chissà, forse sarà abbastanza valido da costringere Apple a rilasciare l'AirTag 2, di cui si parla da tempo.

Google AirTags: Tiriamo le somme

Siamo certi che se Google riuscisse a lanciare un tracker che si collega ai dispositivi Android con funzioni simili a "Dov'è" di Apple sarebbe un successone. Al contrario non siamo sicuri di quando la "Rete Finder" sarà disponibile per gli utenti Android e quali dispositivi saranno visibili al suo interno.

L'attuale app "Trova il mio dispositivo" di Google è arrivata sei anni fa al Google I/O 2017 e si è iniziato a parlare di un'alternativa alla rete "Dov'è" di Apple solo nel giugno 2021 (XDA Developers).

An Android phone on an orange background showing the FInd My Device function

(Image credit: Google)

L'arrivo della connettività a banda ultralarga sui recenti telefoni Google Pixel e Android sembra confermare le intenzioni di Google rispetto alla creazione di una rete di tracciamento globale. I ritardi potrebbero essere tanto legati ai dubbi sulla privacy, quanto alla tecnologia.

L'unica cosa sulla quale non c'è alcun dubbio è il potenziale di un AirTag di Google con una rete di tracciamento che si appoggia in modo anonimo a miliardi di dispositivi Android. I localizzatori Bluetooth sono attualmente frammentati, con il servizio SmartThings Find di Samsung compatibile solo con i telefoni Galaxy e gli AirTag di Apple solo con gli iPhone.

Entrambi potrebbero essere messi in ombra da una "rete Finder" alimentata da Android, soprattutto se aperta a produttori di terze parti e capace di connettersi ad altre reti di localizzazione come fa Tile con Amazon Sidewalk. 

Per saperne di più dovremo attendere il Google I/O 2023.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.

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