Apple Studio Display, non sarà troppo per il foto editing?
Opinione: ci sono sicuramente monitor migliori, ma cos'ha di speciale Apple Studio Display?
L'erede spirituale di Apple Cinema Displays è qui e, anche se non sentiamo il bisogno irrefrenabile di prenderne uno solo perché il nuovo modello ha l'audio spaziale, siamo rimasti molto incuriositi dalla proposta di Apple.
Il display retina da 27 pollici sarebbe ideale da collegare a un MacBook Pro, se non fosse che costa quasi come il portatile. Non che Apple Studio Display costi troppo, anzi; date le specifiche di cui dispone, il prezzo di 1.799 (per il modello base) non risulta eccessivo.
Detto questo a bordo ci sono tante funzioni di cui non tutti hanno bisogno e che spesso si possono trovare su altri dispositivi di uso comune. Per certi versi è come se Apple avesse inserito un iPhone 11 dentro uno smart monitor da 27 pollici, che per certi versi risulta persino "troppo smart".
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Il mio monitor LG 27UK850-W 4K (pagato circa 500 euro nel 2019) non ha sei altoparlanti come Apple Studio Display,m ne dispone dell'audio spaziale o dei tre microfoni, o del sensore da 12MP ultrawide e della risoluzione 5K, giusto per citare qualche differenza.
Se invece parliamo di potenziale nel foto e video editing, le differenze con la controparte Apple sono minime. Entrambi offrono una gamma di colore 10-bit e la ricarica inversa via USB-C. Al contempo entrambi hanno una frequenza di aggiornamento da 60Hz, a differenza dell'Apple Pro Display XDR, che può contare su un refresh rate variabile fino a 120Hz.
Come molti altri prodotti Apple, Studio Display non si limita alla praticità, ma mira a conquistare gli utenti con un mix tra funzioni uniche e design. Cosa intendiamo? Con Studio Display non c'è bisogno di acquistare altoparlanti esterni, webcam e microfono, tutti integrati nel monitor e di buona qualità.
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Se vi interessa ottimizzare al meglio lo spazio sulla scrivania e cercate un monitor per i lavoro di editing grafico, piuttosto che per il gaming, Studio Display rappresenta un'opzione validissima per tutti gli utenti Mac.
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Certo, il pannello non ha nulla di speciale rispetto, per dire, a un LG UltraFine 5K o al display degli iMac e la luminosità di 600-nit potrebbe risultare deludente visto il prezzo. Del resto il monitor Apple è sottile, rifinito e minimale, oltre a integrare un set di accessori che giustificano (almeno in parte) il prezzo richiesto.
Come sempre Apple non fa sconti sugli accessori e se volete un supporto regolabile dovrete sborsare ben 400 euro. Inoltre si può scegliere l'opzione Nano-Texture che riduce i riflessi sullo schermo, ma anche in questo caso il prezzo del monitor sale di quasi 400 euro arrivando a €2.049. Acquistando il monitor con supporto e Nano-Texture si spende la stessa cifra necessaria per un iMac 27 pollici con display Retina 5K.
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Se si escludono i professionisti che hanno bisogno di un display super-luminoso per l'editing video HDR e il color grading, Apple Studio Display rappresenta una buona alternativa rispetto al più costoso Pro Display XDR. Non c'è nessun altro monitor con questo mix di funzionalità, design e specifiche in questa fascia di prezzo.
In conclusione, pur trovandomi più spesso a fare foto editing che video editing, non riesco a giustificare una spesa simile per quello che sembra a tutti gli effetti un iPad gigante con una densità di 448 pixel per pollice e una copertura della gamma di colori P3.
Se però non avessi un monitor e dovessi acquistarne uno, Apple Display Studio sarebbe un'alternativa molto interessante, soprattutto considerando che mi permetterebbe di liberare un bel po' di spazio sulla scrivania e al contempo di usare meno lo smartphone e il tablet.
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Mark is TechRadar's Senior news editor. Having worked in tech journalism for a ludicrous 17 years, Mark is now attempting to break the world record for the number of camera bags hoarded by one person. He was previously Cameras Editor at both TechRadar and Trusted Reviews, Acting editor on Stuff.tv, as well as Features editor and Reviews editor on Stuff magazine. As a freelancer, he's contributed to titles including The Sunday Times, FourFourTwo and Arena. And in a former life, he also won The Daily Telegraph's Young Sportswriter of the Year. But that was before he discovered the strange joys of getting up at 4am for a photo shoot in London's Square Mile.