iPhone vs Android: la guerra è nella testa dei consumatori

(Immagine:: Shutterstock / Mr.Mikla)

Siamo nel 2023 e la guerra degli smartphone è finita, o almeno dovrebbe esserlo. Apple? Android? Avete il diritto e il dovere di scegliere quello che preferite, ma non di sminuire le scelte altrui.

Ogni volta che esce un nuovo iPhone c'è sempre una marea di utenti che si fionda sui social e spara a zero sul fatto che Apple non proponga innovazioni reali, chieda cifre assurde e truffi i suoi clienti riproponendo lo stesso smartphone anno dopo anno. Dall'altra parte della staccionata troviamo gli affezionati della Mela, secondo i quali qualsiasi dispositivo non concepito a Cupertino è destinato a autodistruggersi nel giro di pochi mesi, dimezzare il suo valore, fare foto scadenti o, semplicemente, viene scelto perchè costa poco, perchè "non puoi permetterti un iPhone".

Insomma, non esistono buoni o cattivi, ma tanta disinformazione e voglia di sentirsi "migliori" degli altri semplicemente per aver acquistato lo smartphone "giusto".

Patetico, non trovate? Eppure basta andare su un qualsiasi gruppo FB o pagina di tecnologia per vedere decine di utenti scannarsi nei commenti per sostenere la propria scelta, come se da questa dipendesse il destino del mondo.

Per carità, è innegabile che ciascuna opzione abbia i suoi pro e contro, ma visto il livello degli smartphone top di gamma iOS e Android disponibili oggi è più una questione di gusti personali e necessità specifiche che di parametri tecnici.

Ma cosa si cela dietro questo atteggiamento conflittuale?

Tante differenze, poche differenze

Chiedete a chi possiede uno smartphone Android perché ha scelto di acquistarlo e, nella maggior parte dei casi, vi parlerà dei suoi punti di forza. Si può fare di tutto (tranne usare iMessage) e si può scaricare qualsiasi app da qualsiasi store (tranne l'App Store). Ci sono tantissime opzioni di personalizzazione che consentono di modificare l'interfaccia a proprio piacimento e si può cambiare tranquillamente brand se il vostro produttore di riferimento fa delle scelte di design che non vi aggradano. Siete indipendenti, siete liberi. O almeno, è quello che vi piace pensare.

In verità non c'è nulla di intrinsecamente libero nel poter scegliere tra diverse scatole di plastica, vetro e metallo, soprattutto quando la maggior parte delle persone misura la qualità di queste scatole di plastica, metallo e vetro in base alla loro somiglianza a una specifica scatola di metallo e vetro: l'iPhone (o il Pixel di turno). 

La maggior parte di questi telefoni sono costruiti con gli stessi componenti e le app che eseguono sono le stesse, anche se con piccole variazioni. Cambia il nome, cambia il brand, forse il design, eppure vediamo ciclicamente comparire smartphone Android che scimmiottano gli iPhone (vedi Xiaomi 13) sia nel design che nella UI. Stesse app con nomi diversi, stesse funzioni, stessa estetica. Dov'è la libertà di scelta che si sente spesso millantare?

E gli iPhone? Agli occhi di alcuni, gli iPhone consentono di connettersi meglio con il mondo circostante, di essere più sociali. Avete iMessage, avete AirDrop per condividere le vostre foto con gli amici che usano l'iPhone e i vostri dispositivi possono comunicare tra loro senza limitazioni dettate dagli operatori; in effetti, anche dopo anni in cui i principali brand Android si sono impegnati a raggiungere i livelli di interattività degli smartphone Apple, l'ecosistema degli iPhone rimane ancora il punto di riferimento e consente di accedere a un modo di interagire con il mondo circostante diverso da qualsiasi altro dispositivo; almeno così sembra. 

L'accento è posto sulla parola "sembra". È la massima veridicità, che il marketing e le riviste di settore ci hanno inculcato con l'espressione "integrazione in stile Apple" per suscitare interesse. In sostanza, usando un prodotto Apple non si è intrinsecamente più sociali, ma si ha la sensazione di esserlo.

A ognuno il suo

La scelta tra Android e iPhone non dipende da quale dei due dispositivi sia oggettivamente migliore dell'altro, ma dalla percezione che si vuole dare di se stessi al mondo che ci circonda. Ognuno ha la sua: c'è chi si vuole distinguere, chi si vuole adattare, chi vuole dimostrare di essere un nerd, chi si vuole sentire al di sopra di tutto e tutti, chi vuole fare delle foto bellissime e via dicendo.

È per questo che le smartphone war, spesso, scendono sul piano personale e si inaspriscono a tal punto da far spavento. Gli utenti di uno o dell'altro brand non combattono in difesa di un dispositivo tecnologico o contro un altro brand, ma perché si sentono attaccate nella loro identità. Ed è un vero peccato. Che si tratti di iPhone, Android o di un terzo soggetto che spunta fuori di tanto in tanto, ci sono sempre dei vantaggi nell'utilizzare qualcosa di nuovo e sconosciuto, nel conoscere il bello che si cela dietro la diversità.

Non c'è niente di male nel volersi distinguere e non c'è niente di male nel seguire la corrente. iPhone e telefoni Android continueranno a esistere finché le persone si muoveranno tra i marchi che si identificano con i loro valori fondamentali. A volte vogliamo distinguerci, a volte vogliamo mimetizzarci e a volte vorremmo che quella strana terza opzione chiamata Windows Phone fosse ancora in circolazione. Ma quando si tratta di scegliere il telefono, sembra che, come in molti settori della vita, l'unica cosa che ci accomuna sia l'esigenza di identificare il "nemico".

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.

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