VPN integrate nei browser, ne vale la pena?
Scopriamo se vale la pena affidarsi alle VPN che sfruttano il browser
Le VPN sono sempre più diffuse, ma il fatto di dover sottoscrivere un abbonamento, scaricare il client e configurarlo rappresenta ancora un deterrente per molti utenti.
Per questo le VPN integrate nei browser stanno riscuotendo un certo successo. Del resto, non essendo molto diffuse, tanti si domandano se si tratta o meno di servizi affidabili e che grado di protezione offrono.
Tra i browser più diffusi, Opera è quello che ha investito maggiormente su questo aspetto ponendosi come portabandiera della sicurezza in rete, dimostrando di non avere paura di sperimentare, assumere rischi e introdurre nuove caratteristiche legate alla privacy, in anticipo rispetto ai colossi del settore.
Non a caso Opera è stato il primo browser "mainstream" ad avere una VPN integrata, sia per la versione deskop sia per quella mobile.
La VPN di Opera è gratuita; si tratta di una scelta precisa, un incentivo offerto agli utenti per spingerli a abbandonare i browser che utilizzano di solito e sposare il progetto di Opera.
Un portavoce dell'azienda ci ha spiegato la filosofia di Opera e i motivi per cui ha deciso di includere una VPN gratuita nel suo browser: “I ricavi legati all'uso del nostro browser provengono da altre fonti non collegate alla VPN. Per esempio da accordi stpulati con i motori di ricerca più famosi al mondo"
“La risposta da parte degli utenti è stata ottima. Apprezzano il fatto che la nostra VPN sia gratuita, che non registri i dati e che non abbia restrizioni in termini di utilizzo. A differenza di Firefox, per esempio, il browser Opera continua ad accrescere la propria base di utenti e adesso è la prima scelta per più di 300 milioni di persone in tutto il mondo, che lo usano sui PC e sugli smartphone".
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Opera si dimostra sicura di sé e il servizio che offre è senz'altro semplice da usare (tra l'altro i nostri colleghi di Tom's Guide hanno scoperto che questa VPN funziona molto bene con Netflix), ma si tratta si una VPN a tutti gli effetti? Secondo alcuni, no.
Quando una VPN non è una vera VPN?
A settembre 2019, Mozilla ha presentato uno strumento sperimentale chiamato Firefox Private Network (FPN). Sebbene funzioni esattamente come lo strumento messo a punto da Opera, Mozilla ha deciso di non chiamarlo VPN e quindi abbiamo chiesto loro quale fosse la differenza.
Come detto a TechRadar da un portavoce di Mozilla, “Firefox Private Network è stato progettato per garantire il miglior livello possibile di prestazioni e privacy. Rispetto a una vera VPN, che è un software che funziona a livello di sistema operativo, Firefox Private Network e un sistema sicuro e criptato per navigare su internet tramite il browser Firefox, usando Cloudflare come proxy".
Dato che FPN protegge soltanto il traffico web che passa attraverso il browser, Mozilla ritiene che il termine proxy sia più appropriato. Stando a questa definizione, anche quello che offre Opera è un proxy visto che rende anonimo solo il traffico che transita tramite il browser.
I proxy sono strumenti utili per garantire la privacy relativamente alla navigazione tramite browser, soprattutto quando si sta usando un Wi-Fi pubblico, ma è importante essere a conoscenza dei loro limiti rispetto a una vera VPN.
Un proxy non assicurerà la protezione e l'anonimato dei dati inviati e ricevuti usando altre applicazioni tra cui programmi per la gestione delle email, applicazioni per i file multimediali e app di messaggistica. Visto che sempre più di frequente gli utenti usano tante app diverse e non un browser, si tratta di un aspetto importante da tenere a mente.
Inoltre è importante sapere chi è l'organizzazione che fornisce il servizio di proxy al browser, e dove si trova (ogni Paese ha la sua legge sulla privacy).
Da questo punto di vista apprezziamo la trasparenza di Mozilla. Il portavoce ci ha detto: "FPN è stato attentamente progettato dagli ingegneri di Mozilla per garantire il livello più alto di prestazioni e privacy, in maniera fortemente integrata con il browser Firefox. Tenendo fede al nostro impegno nei confronti della privacy, l'elaborazione dei dati da parte di Cloudflare per Firefox Private Network è soggetta alle privacy policy di Mozilla. Tutti i dati relativi al proxy saranno cancellati entro 24 ore".
Ad ogni modo, se volete essere sicuri che tutto il traffico internet sia reso anonimo e criptato, anche al di fuori del browser, dovrete considerare l'idea di abbonarvi a un servizio VPN.
Tramite l’utilizzo di una VPN è possibile modificare l’indirizzo IP del proprio dispositivo tramite il collegamento a server di tutto il mondo, evitando così il blocco geografico, in quanto il vostro dispositivo risulterà in tutto e per tutto connesso da un altro territorio.
Abbiamo potuto testare centinaia di diverse VPN, possiamo quindi garantirvi che andrete a colpo sicuro con NordVPN, la miglior VPN disponibile al momento.
Oltre al fatto che NordVPN disponga di una prova di 30 giorni entro la quale potrete venire completamente rimborsati del vostro acquisto, lo abbiamo classificato come #1 per la velocità di connessione, affidabilità della sua sicurezza e semplicità di utilizzo. NordVPN può essere utilizzato su molti dispositivi diversi contemporaneamente, tra cui Smart TV, Fire TV Stick, PC, Mac, iPhone, smartphone Android, iPad e tablet.
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Proxy e VPN, che differenza c'è?
ExpressVPN è una delle aziende più conosciute in ambito VPN e, al momento, occupa il secondo posto nella nostra classifica delle migliori VPN. Un portavoce dell'azienda, ci ha detto:" Siamo contenti di vedere che un numero crescente di imprese concordano con noi nel ritenere che le VPN siano uno strumento essenziale per garantire la privacy e la sicurezza dei dati in rete".
“Collaboriamo dal 2018 con Mozilla per offrire per offrire agli utenti di Firefox Lite una prova gratuita di sette giorni di ExpressVPN. È anche un modo per contribuire a informare ed educare gli utenti sui rischi legati all'uso delle reti Wi-Fi pubbliche, fornendo loro anche gli strumenti per proteggersi."
Tuttavia, sebbene abbia riconosciuto l'utilità dei proxy basati su browser, ha anche sottolineato che questi strumenti non proteggono tutto il traffico internet.
In ultimo, secondo il portavoce, i servizi VPN dedicati possono investire di più sui loro prodotti e offrono servizi come assistenza clienti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, elevata ampiezza di banda, uno sblocco dei contenuti affidabile e hardware all'avanguardia in termini di velocità, stabilità e sicurezza. Per esempio, i server di ExpressVPN sfruttano soltanto la RAM, non usano hard disk e questo garantisce che tutti i dati e tutti i software presenti nel server siano cancellati a ogni riaccensione.
Si tratta di caratteristiche che la maggior parte dei browser non può garantire, senz'altro non gratuitamente. Forse, nel panorama dei browser, c'è solo un attore che potrebbe permettersi questo sforzo.
E Chrome cosa aspetta?
Ebbene sì, ci riferiamo al browser di Google. Senz'altro ci sono estensioni proxy di terze parti per Chrome (e ce ne sono molte), sia gratuite che a pagamento, ma finora non esiste alcuna VPN integrata nel browser Google. Con in mano più del 65% del mercato mondiale dei browser secondo StatCounter, Google non ha certo bisogno di ricorrere a questi mezzi per acquisire ulteriori quote di mercato.
Google fornisce, per necessità, un servizio di VPN per i clienti del servizio di telefonia mobile Google Fi. Tuttavia l'azienda non controlla una rete per cellulari di sua proprietà, ma negli Stati Uniti dove il servizio è attivo, si appoggia alle infrastrutture di Sprint, T-Mobile e US Cellular.
Ciascuno di questi operatori telefonici ha le proprie politiche di sicurezza e di privacy e quindi questo rende complicatissimo per Google creare una privacy policy standard. Per risolvere questo problema, Big G ha deciso di installare un servizio di VPN su ogni smartphone.
I dati sono criptati e inviati su in server in remoto prima di arrivare a uno dei tre provider di servizi di telefonia e di internet a cui Google si appoggia. In questo modo, i tre operatori non possono vedere i dati ricevuti e da chi provengono.
Non è un servizio a basso costo, ma dimostra che Google è in grado di incrementare la protezione della privacy quando necessario. E se i proxy dovessero diventare uno standard per tutti gli altri browser, Chrome potrebbe vedersi costretto a seguire a ruota.
Circa quattro anni fa, nel 2019, l'azienda ha seguito l'esempio di Mozilla e Opera, fornendo agli utenti di Chrome la possibilità di bloccare i cookie di terze parti (sebbene la sua insistenza su questo punto, porterà gli inserzionisti a usare metodi meno trasparenti come le impronte digitali per tracciare gli utenti di internet).
Oggi la possibilità di avere una vera VPN integrata nel browser potrebbe rappresentare un grande punto di forza per Google. Se gli utenti poi accetteranno o meno una VPN gestita interamente da Google è tutto da vedere, ma senz'altro non vogliamo escludere che Big G stia pensando di muoversi in tal senso.
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