Storia del PC, dagli inizi ad oggi

L’arrivo dei cloni

Inizialmente IBM non fu particolarmente preoccupata dal problema dei cloni. Il suo PC poteva essere replicato con parti al dettaglio, ma il BIOS apparteneva all’azienda, che ne garantiva la corretta compatibilità con lo standard IBM.

Alcune società, come Award e American Megatrends, furono però in grado di eseguire il reverse engineering del BIOS di IBM e produttori come Dell, Compaq e HP iniziarono a utilizzare i BIOS di questi fornitori per realizzare cloni del PC IBM.

Il primo clone fu prodotto nel 1982 dalla Columbia Data Products e si chiamava MPC 1600, ma il 1983 vide come punto di riferimento il Compaq Portable, il primo computer ad essere quasi completamente compatibile con il PC IBM.

Credit: Michael Holley, Public Domain

Il Compaq Portable è stato il primo vero e proprio PC compatibile IBM. (Image credit: Michael Holley, Public Domain)

Compaq utilizzava un proprio BIOS e forniva il proprio sistema in un formato molto diverso rispetto a quello di un PC desktop, con tutti i componenti inseriti in una scatola semi trasportabile, che comprendeva anche un minuscolo monitor CRT.

Quando IBM decise di rilasciare il suo sfortunato budget PCjr nel 1984, RadioShack ne creò un clone, il Tandy 1000. Questo modello ebbe molto più successo del PCjr, grazie ad una migliore compatibilità con il PC.

Dopo la cancellazione del PCjr, il software e le periferiche esistenti vennero sfruttati dai sistemi Tandy. Cloni molto più economici stavano nel frattempo erodendo la posizione di IBM sul mercato, con la sua quota scesa dal 76% nel 1983 al 26% nel 1986.

La svolta 386

IBM aveva dalla sua parte un vantaggio tecnologico, ma anche quello fu eroso quando Compaq propose il Deskpro 386 del 1986. Intel aveva recentemente rilasciato la nuova CPU 80386 a 32 bit ma, sfortunatamente per IBM, Compaq arrivò prima sul mercato con un PC compatibile dotato di processore 386, ben 1 MB di RAM a bordo sistema e operativo MS-DOS 3.1.

Questo processore era molto più veloce del precedente 286, da due a cinque volte (negli ultimi modelli), con un prezzo base del sistema di $6.500. Grazie ad una configurazione top di gamma, le macchine di Compaq avrebbero strappato il titolo di leader di IBM per l’informatica business.

IBM reagì con il suo Personal System/2 (PS/2) del 1987, immettendo la prima versione di PC IBM dotata di 386 sul mercato. Il modello più potente poteva contare su una CPU da 20 MHz, 2 MB di RAM e un disco rigido da ben 115 MB.

Questo computer fu un vero e proprio punto di riferimento, poiché introdusse caratteristiche standard che sarebbero state valide per parecchio tempo negli anni successivi, come il floppy da 3,5 pollici da 1,44 MB e le porte PS/2 ancora utilizzate oggi da mouse e tastiere.

Il balzo più grande a livello tecnico è stato quello dell'introduzione della grafica VGA. Permetteva di mostrare 16 colori ad una risoluzione di 640x480 pixel oppure 256 colori in modalità a bassa risoluzione (320x200) e divenne estremamente popolare per i videogiochi, dato che poteva sfruttare una palette di colori maggiore rispetto a quella delle soluzioni precedenti.

Nonostante gli incredibili progressi, IBM continuò a perdere terreno a favore dei cloni. E sebbene la linea PS/2 vendesse bene per un certo periodo, il pubblico generalista continuò a trovare le macchine prodotte da IBM ancora troppo costose.

Alla fine degli anni '80, il termine PC iniziò ad essere dissociato da quello di IBM, mentre tutti i produttori erano solito dichiarare i propri modelli "compatibili IBM", in guisa di certificazione.

Sebbene il PC stesse conquistando l'America, in molte regioni del mondo i microcomputer erano ancora molto popolari. In Europa spopolavano l’Atari ST e le varie versioni dell'Amiga Commodore, che al tempo era considerata molto all’avanguardia rispetto ai PC coetanei, dotati di un’interfaccia grafica non all’altezza.

Al contrario, i sistemi Amiga basati su Motorola 68000 sfruttavano sofisticate GUI e sorprendenti capacità multimediali e avrebbero surclassato i PC dal punto di vista tecnico ancora per diversi anni ad una frazione del costo.

Inaspettatamente, il PC ha continuato nel frattempo a crescere e svilupparsi, con ulteriori progressi come l’introduzione della grafica Super VGA del 1988 che ha portato la risoluzione massima a 800x600 pixel.

Nell'aprile 1989, Intel rilasciò il processore 486, una potente CPU che nelle sue versioni più spinte è riuscita a sopravvivere alla prima metà del decennio successivo. 

Il primo computer a montare la nuova CPU fu il 486/25 Power Platform di IBM nell’ottobre dello stesso anno, divenendo la macchina più potente sul mercato. 

Il decennio era iniziato con i microcomputer a 8 bit per terminare con i sistemi a 32 bit e grafica SVGA, un progresso tecnico sbalorditivo e molto difficile da replicare in ambito tecnologico.