Chi ha scelto il blu per la “schermata blu della morte”?

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Vi siete mai chiesti perché la schermata blu della morte, conosciuta anche come BSOD, è di colore blu?

Lo ha spiegato l’ex ingegnere Microsoft Dave Plummer sul suo canale YouTube: “Innanzitutto in Microsoft non l’abbiamo mai chiamata “schermata blu della morte”, ma solo schermo blu o "controllo dei bug".

La schermata blu che oggi tutti conosciamo e amiamo (o odiamo...) si verifica solitamente quando accade qualcosa che ha indotto il kernel di Windows a chiamare la funzione KeBugCheck e ad arrestare il sistema in modo "controllato", come previsto da Microsoft.

Tale funzione viene chiamata solo quando si verifica un errore irreversibile che minaccia di danneggiare il sistema stesso. "Chiamare quell'API è un po' come tirare l'allarme antincendio in un teatro", ha fatto notare Plummer.

Ma non è stato sempre così. All'inizio era possibile andare avanti nella speranza di recuperare il lavoro non salvato, prima che il sistema operativo gettasse la spugna una volta per tutte.

L’apparizione di un BSOD garantisce che il lavoro in corso è già andato perso, ma è meglio un blocco che corrompere il lavoro già salvato e perdere dati ulteriori.

Plummer ha ricordato diversi momenti salienti della vita in Microsoft, quando sono apparsi dei BSOD nei momenti peggiori possibili, come sul palco nel 1998 del Comdex di Las Vegas, quando un incredibilmente giovane Chris Capossela, ora vicepresidente esecutivo di Microsoft Consumer Business, stava mostrando Windows 98 a Bill Gates.

Oppure durante una demo ufficiale del gioco di guida Forza, che era arrivato indenne da schermate blu, fino a quel momento.

Bianco e blu

Per arrivare al dunque, Plummer è riuscito a rintracciare lo sviluppatore che ha “scelto” di usare il colore blu nella schermata Kernel Panic di Windows NT.

Dopo aver esplorato il codice ha identificato il presunto “colpevole” nella persona di John Vert.

La scelta cadde sul minimo comune denominatore per l'hardware video su cui girava NT. Vi era solo un numero limitato di modalità di testo a colori disponibili, utilizzare il testo bianco su un colore scuro sembrava una buona scelta.

"La macchina di sviluppo di John era un RISC MIPS, e il testo del firmware su quella macchina era di colore bianco su blu. Inoltre, il suo editor preferito all’epoca era SlickEdit, e anche lì il colore di testo predefinito era bianco su blu.", spiega Plumm.

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John Vert, "L'autore" della schermata blu di Windows NT (Image credit: Linkedin)

Mentre i BSOD oggi sono generalmente prodotti da driver malfunzionanti o hardware problematico, caricare i driver in modalità utente ha migliorato moltissimo le cose. Al contrario, le schermate di errore in precedenza erano un appuntamento fisso di Windows già dalla versione 1.0.

Inizialmente queste schermate fornivano una serie di informazioni inutili e generalmente illeggibili, ma con l'avvento di Windows 3.1 nell'aprile 1992 le cose sono diventate “più informative” con l’introduzione della schermata che Plummer chiama "control-alt-delete".

Raymond Chen ha rivendicato di essere l'autore della schermata blu "control-alt-delete" (chiamata finestra di dialogo) di Windows 3.1, tuttavia è stato Steve Ballmer in persona a decidere quale fosse il testo che dava all'utente l'opportunità di uccidere l'app non reattiva.

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Raymond Chen, "L'autore" della schermata blu di Windows 3.1 (Image credit: Microsoft)

Non si trattava proprio un BSOD poiché Windows 3.1x poteva tornare a MS-DOS quando tutto andava “per il verso giusto”, ma la schermata (e la finestra di dialogo) erano entrambi blu e segnalavano che qualcosa non stava andando come avrebbe dovuto.

Le schermate blu continuano ad apparire anche oggi, seppur raramente, in Windows 10, nonostante il sistema operativo sia molto cambiato e la sfumatura di blu sia diversa di quella ben nota passato.

Fonte: The Register