Google Pixel Watch 3, il nuovo sistema di rilevamento dell’assenza di battito cardiaco potrebbe salvarti la vita: ecco come è stato sviluppato
Tutto ruota attorno alla “Catena della Sopravvivenza”

- Il Pixel Watch 3 di Google ora integra negli Stati Uniti la funzione di rilevamento dell’assenza di battito cardiaco
- L’azienda ha spiegato come è stata sviluppata questa tecnologia
- Il principio chiave è la rilevazione “opportunistica” per prevenire arresti cardiaci non assistiti
La funzione di rilevamento dell’assenza di battito cardiaco (Loss of Pulse Detection) è in fase di distribuzione negli Stati Uniti, dopo aver ottenuto l’approvazione dalle autorità sanitarie lo scorso febbraio. Ora Google ha spiegato nel dettaglio come ha sviluppato questa tecnologia e perché rappresenta un passo importante per la salute pubblica.
Il Pixel Watch 3, considerato il miglior smartwatch Android sul mercato per prestazioni, design e autonomia, è stato lanciato già con questa funzionalità integrata: in caso di arresto cardiaco, può allertare automaticamente i soccorsi e le persone nelle vicinanze.
Google ha descritto il processo come una risposta a “una sfida apparentemente insormontabile per la salute pubblica”. Gli arresti cardiaci extraospedalieri (Out-of-Hospital Cardiac Arrest, OHCA) causano ogni anno milioni di morti nel mondo. Secondo Google, tra la metà e i tre quarti di questi eventi non vengono nemmeno notati da altri.
Il dato più allarmante riguarda gli arresti cardiaci non assistiti: circa la metà delle vittime non riceve alcuna rianimazione perché viene trovata troppo tardi, rendendo ogni tentativo inutile.
In questi casi, la tempistica è tutto. La cosiddetta catena della sopravvivenza — che culmina con l’assistenza avanzata — inizia con l’intervento tempestivo di un passante o l’arrivo dei soccorsi, attraverso manovre di rianimazione o uso di un defibrillatore. Ma per attivare questa catena è necessario sapere, in tempo reale, che qualcosa sta accadendo.
I dati sono chiari: un arresto cardiaco assistito da testimoni ha una probabilità di sopravvivenza 7,7 volte maggiore rispetto a un evento non assistito. È proprio per questo che il Loss of Pulse Detection diventa uno strumento cruciale: consente di superare il primo e più critico ostacolo, cioè il riconoscimento immediato dell’emergenza.
Come Google ha sviluppato la funzione Loss of Pulse Detection
Google afferma che la funzione Loss of Pulse Detection si basa su un algoritmo multimodale che utilizza la fotopletismografia (PPG) — una tecnica che impiega la luce per misurare le variazioni del volume sanguigno — in combinazione con i dati dell’accelerometro provenienti dai sensori interni dell’orologio.
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Poiché gli eventi di arresto cardiaco sono estremamente rari, il sistema è stato progettato con molteplici “gate” (filtri di controllo) che devono essere superati per evitare falsi positivi, considerati inaccettabili per una funzionalità di questo tipo.
Prima che venga inviato un allarme, l’orologio analizza i dati provenienti dal sensore PPG (normalmente usato per monitorare la frequenza cardiaca), fa elaborare un algoritmo di machine learning per identificare il passaggio da una condizione pulsatile (con battito) a una assenza di battito, e avvia ulteriori controlli attraverso altri LED e fotodiodi per confermare l’eventuale assenza anche di un polso molto debole.
In sostanza, è un modo tecnico per dire che il Pixel Watch deve essere assolutamente certo che il cuore abbia smesso di battere prima di inviare un allarme — e non, ad esempio, attivarsi semplicemente perché l’utente si è tolto l’orologio.
Durante la fase di sviluppo, Google ha collaborato con elettrofisiologi cardiaci e pazienti sottoposti a test programmati con defibrillatori impiantabili, in cui venivano indotte temporanee interruzioni del battito cardiaco. Questo ha permesso di raccogliere dati preziosi per testare la sensibilità e l’affidabilità della tecnologia.
Oltre alla precisione, Google sottolinea che un altro aspetto essenziale nello sviluppo della funzione è stato il senso di responsabilità. L’azienda ha dedicato risorse significative a ridurre al minimo i falsi positivi e ha precisato che la tonalità della pelle non rappresenta un ostacolo all’efficacia del sistema.
Infine, il design della funzione è stato pensato anche per contenere il consumo energetico: anziché mantenere attivo un monitoraggio continuo in background, il sistema sfrutta i dati dei sensori già in uso per attivare controlli più approfonditi solo quando necessario.
Il blog completo offre uno sguardo approfondito e interessante sul lavoro svolto da Google. Come già comunicato, Loss of Pulse Detection è ora disponibile negli Stati Uniti, oltre che nel Regno Unito e in altri 14 Paesi europei dove la funzione era già attiva
Valerio Porcu è Redattore Capo e Project Manager di Techradar Italia. È da sempre ossessionato dai gadget e dagli oggetti tecnologici che cambiano la nostra vita quotidiana, e dai primi anni 2000 ha deciso di raccontarla. Oggi è un giornalista con anni di esperienza nel settore tecnologico, e ha ancora la voglia di trovare le chiavi di lettura giuste, per capire davvero in che modo la tecnologia può rendere migliore la nostra vita quotidiana.