Apple Vision Pro è il gagdet migliore mai creato, ma gli manca uno scopo

The Apple Vision Pro headset at WWDC 2023
(Immagine:: Future)

Apple Vision Pro è senza dubbio il miglior visore per la realtà virtuale che abbiamo mai provato, eppure non è perfetto.

La chiave del successo di prodotti del genere non è solo l'innovazione, ma nella nostra opinione ci sono cinque requisiti ben precisi da rispettare:

1. Accessibile

2. Facile da usare

3. Sensato e utile per l'utente medio

4. Avere uno scopo o risolvere un problema

5. Essere un'innovazione per qualcosa che già esiste

Naturalmente queste "regole" potrebbero non coincidere con le vostre o con quelle di Tim Cook, CEO di Apple.

Per un momento, però, supponiamo che queste siano le regole a cui dovrebbe attenersi tutta la tecnologia: Apple Vision Pro azzecca quasi tutti i punti.

Non è mai esistito un visore per la realtà mista come questo: con un mix di componenti all'avanguardia (Chip M2, R1, micro-LED con immagini dual-4K) e una piattaforma software sorprendentemente ben congegnata, questo apparecchio sembra davvero spingersi verso nuove frontiere.

Per lo stesso motivo, vince sul fronte della facilità d'uso: è raro trovare un dispositivo tecnologico all'avanguardia e nuovo di zecca che funzioni in modo così semplice come il Vision Pro, grazie a un'eccellente interfaccia guidata dai gesti e dallo sguardo.

Tre su cinque è un buon risultato, ma non viviamo ancora in un mondo in cui qualsiasi visore VR possa essere considerato un dispositivo ambito e di successo come un iPhone.

A composite of how Lance Ulanoff might look wearing Apple Vision Pro

(Image credit: Future / Lance Ulanoff)

A meno che non siate dei gamer, è molto probabile che il visore VR in cui avete investito un anno fa non stia venendo utilizzato. La realtà virtuale e la realtà mista hanno bene o male fallito nel settore consumer perché non rispondono al requisito numero 4: risolvere un problema del mondo reale.

Mettiamola così: si guida un'auto perché senza di essa non si possono percorrere lunghe distanze in un tempo ragionevole. Si indossano occhiali o lenti a contatto perché c'è chi non riesce a vedere senza. Si porta con sè uno smartphone per rimanere connessi e comunicare con chiunque nel mondo in tempo reale.

Ma cosa vi spingerebbe a possedere e utilizzare Apple Vision Pro ogni giorno?

Siamo grandi fan delle esperienze VR e di realtà mista, ma ciò non toglie che si possa vivere anche senza. Meta e Mark Zuckerberg hanno fatto del loro meglio per creare un motivo per acquistare Meta Quest: il Metaverse. I consumatori, però, non si sono fatti ingannare. Il mondo reale può non essere sempre meraviglioso, ma la maggior parte delle persone sembra ancora preferirlo al vivere e lavorare in una realtà virtuale.

Apple, a suo merito, non ha presentato un nuovo AppleVerse per accompagnare il suo Vision Pro, ma questo significa anche che non c'è un buon motivo solido per sborsare 3.500 dollari per sperimentare il meglio della tecnologia VR e AR. 

Si tratta invece di un insieme di esperienze e possibilità che, in generale, migliorano ciò che si fa nel mondo reale. È possibile per esempio guardare film su schermo gigante in casa, oppure estendere il desktop a tutti gli angoli dell'ufficio.

Apple Vision Pro

(Image credit: Future / Lance Ulanoff)

Apple Vision Pro non ha uno scopo principale perché è una piattaforma di calcolo, cioè di "spatial computing": è la versione Windows 11 con VR e AR. È ciò che Microsoft ha cercato di realizzare con HoloLens, senza riuscirci.

Sul fronte della produttività e del lavoro, Vision Pro potrebbe essere utile per alcuni. C'è chi usa anche tre schermi fisici, e averne di più potrebbe agevolare il flusso di lavoro. Ma come fare con la pausa caffè? Immaginate un ufficio pieno di impiegati che alla fine lasciano i loro Vision Pro sulla scrivania (quella reale) perché sono stanchi di toglierli ogni volta che fanno una pausa per andare in bagno.

Per quanto riguarda il punto numero 1, Apple Vision Pro è ovviamente inaccessibile al momento. Anche quando sarà disponibile l'anno prossimo, 3.500 dollari sono un costo proibitivo per la maggior parte dei consumatori, che quando cercheranno di giustificare una spesa simile si chiederanno perchè ne hanno davvero bisogno.

Giulia Di Venere

Giulia Di Venere è Editor Senior per TechRadar Italia e lavora con orgoglio al progetto da quando è nato.

Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è una grande appassionata di cinema, libri, cucina e cinofilia.

Da sempre considera la scrittura lo strumento più efficace per comunicare, e scrivere per fare informazione, ogni giorno, è per lei motivo di grande soddisfazione.

Copre una grande varietà di tematiche, dagli smartphone ai gadget tecnologici per la casa, gestendo la pubblicazione dei contenuti editoriali e coordinando le attività della redazione.

Dalla personalità un po’ ambivalente, ama viaggiare tanto quanto passare il tempo libero nella tranquillità della propria casa, in compagnia del suo cane e di un buon libro.

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