Xiaomi, Huawei e BBK si uniscono per creare un'alternativa al Google Play Store
Un incubo per Google
I produttori di smartphone cinesi, tra cui Xiaomi, Huawei Business Group, Oppo e Vivo, si stanno unendo per creare una sorta di alternativa al Play Store, cercando di porre fine al monopolio by Google.
Secondo Reuters, le quattro società stanno creando la Global Developer Service Alliance (GDSA), una piattaforma su cui gli sviluppatori possono offrire le loro app, giochi, film, musica e tanto altro. Il lancio del "Play Store Killer" era stato inizialmente pensato per marzo, ma il recente scoppio del coronavirus potrebbe averlo ritardato. In realtà i dettagli sono ancora pochi, tranne per il fatto che le società sono già sul punto di concludere l’accordo. Il primo rilascio riguarderà un totale di nove "regioni", tra cui India, Indonesia e Russia, tutte con un mercato smartphone molto grande e in costante crescita.
Se il divieto commerciale imposto a Huawei ha insegnato qualcosa al mondo della tecnologia, è che troppo potere in poche mani è pericoloso. Huawei e le sue consociate (come Honor) sono state inserite in una "lista nera" di aziende con cui le società statunitensi non possono più fare affari. Huawei ha provato a resistere optando per varie soluzioni alternative, ma c'era una società di cui non potevano fare a meno: Google. Più specificamente, del Play Store.
Possono continuare a creare telefoni che girano con Android Open-Source Project (AOSP), ma nessuno di questi avrebbero accesso ai servizi di Google Play. Prima c'erano alcune backdoor che permettevano agli utenti di scaricare comunque le app (sideloading), ma l’opzione durò solo finché queste backdoor non sono state bloccate. Più che la mancanza di app, è stata la mancanza all’accesso di tutti i servizi Google a danneggiare Huawei.
L’immediata risposta di Huawei è stata quella di creare un sistema operativo e un marketplace alternativi con Harmony OS, ma non era abbastanza per coinvolgere più utenti e sviluppatori. Alleandosi con gli altri principali produttori di smartphone cinesi, la GDSA spera di contrastare, o almeno ridurre la dipendenza degli smartphone Android da Google e dalle società americane nel loro insieme.
Nicole Peng, vicepresidente di Canalys, ha messo in luce ulteriori vantaggi dell'alleanza: “Con la costituzione di questa alleanza ogni azienda cercherà di sfruttare i vantaggi delle altre consociate nelle varie regioni, con i numerosi utenti Xiaomi in India, Vivo e Oppo nel sud-est asiatico e Huawei in Europa. In secondo luogo, l’operazione è utile a creare potere di negoziazione con la stessa Google. . Si stima che Huawei, Oppo, Vivo e Xiaomi rappresentino il 40,1% delle spedizioni globali di smartphone nel quarto trimestre del 2019.
L'amministrazione di Trump è stata in grado di interrompere i legami con Huawei sulla base di accuse non dimostrate che citano la sicurezza nazionale. Questo è stato un vero e proprio campanello di allarme per tutti i produttori di smartphone cinesi: chi potrebbe essere la prossima vittima della guerra commerciale?. Unendosi nella GDSA, queste aziende potrebbero essere in grado di unire le proprie risorse per creare un nuovo mercato, magari più redditizio.
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Questa nuova partnership è già realtà, ma resta da vedere quanto sarà realmente efficace. Alleanze del genere non si vedono ogni giorno. Pensiamo anche che in futuro potrebbero unirsi a questa partnership anche altre case produttrici di smartphone.
Un settore industriale prospera in assenza di monopolio, questo è un fatto assodato. E il monopolio del mondo Android è esistito a lungo senza che nessuno facesse nulla per intaccarlo. Chissà che non si sia svegliato un gigante dormiente.