Resident Evil 3 potrebbe essere un remake superiore a Resident Evil 2

(Immagine:: Capcom)

Resident Evil 3 non è sempre divertente da giocare. Sembra strano infatti etichettare come "divertente" un gioco in cui dovete correre continuamente per sfuggire agli zombie e a un nemico all'apparenza invincibile. Tanto panico? Sì. A volte irritante? Certamente. Molto sanguinoso? Potete scommetterci.

Resident Evil 2 Remake è stato acclamato dalla critica ed è stato persino inserito nella nostra lista dei migliori giochi del 2019, ma il remake di Resident Evil 3 sembra essere addirittura migliore del predecessore.

Abbiamo avuto un po’ di tempo per giocare a Resident Evil 3 e alla modalità multiplayer Resistance e quando siamo tornati a casa abbiamo di nuovo avviato Resident Evil 2 Remake. Lasciate che vi spieghiamo il perché.

In giro per Raccoon City

Quando usciamo dal dipartimento di polizia di Raccoon City troviamo una marea di infetti. Resident Evil 3 è ambientato infatti durante gli stessi eventi del secondo capitolo, proprio nel cuore dell'epidemia del virus T, che vede tutti trasformarsi in (per lo più) zombie senza cervello.

Resident Evil 3 vede il ritorno dell'ex membro della STARS Jill Valentine, che sta tentando di fuggire dalla città insieme al caporale UBCS Carlos Oliveira. 

La demo che abbiamo giocato permetteva di usare Jill e aveva lo scopo di mostrare la funzione “Dodge” (una schivata), che consente di compiere una fuga veloce o di avere il sopravvento su un nemico. In tipico stile Resident Evil, abbiamo attraversato le strade e gli edifici di Raccoon City risolvendo enigmi e raccogliendo oggetti per progredire nel gioco con una buona dose di backtracking.

Uno dei tanti aspetti positivi di Resident Evil 3 è che sembra più aperto. Non siete intrappolati nel RPD (e nelle sue aree circostanti), ma potete esplorare molti angoli di Raccoon City, ovviamente sempre entro determinati limiti. L'atmosfera urbana è molto diversa, pur rimanendo la stessa del predecessore: invece di esplorare più o meno sempre le stanze dello stesso edificio, in RE3 attraverserete negozi e, ad esempio, farmacie.

Basta poco per capire che si tratta di un Resident Evil e questo terzo capitolo sembra effettivamente migliorato rispetto alla versione originale.

Dopo pochi minuti dall'inizio della demo, è subito evidente che Resident Evil 3 è un po’ più difficile del secondo capitolo. Il numero di zombie è aumentato, le possibilità di evitarli diminuiscono e le risorse a disposizione sono di conseguenza più delicate da gestire. Tuttavia, ci sono più oggetti a disposizione rispetto a Resident Evil 2 e che appaiono molto più frequentemente.

In RE3 Remake potevate scappare evitando la maggior parte degli zombie (se lo desideravate) nel tentativo di accumulare munizioni e oggetti ma in Resident Evil 3 diventa tutto più difficile e a volte persino frustrante.

Questo può sembrare fastidioso ma è bilanciato dalla nuova funzione di schivata che, se azionata nel momento giusto, consente una fuga veloce o di avere il sopravvento su un nemico. È meglio abituarsi a eseguirla correttamente, perché progredendo nel gioco diventerà sempre più importante.

È quasi come se RE3 stesse cercando di incoraggiarvi ad affrontare gli zombie invece di scappare e, per certi versi, in realtà è più facile che mai. Potete eliminare gruppi di infetti sfruttando infatti l’ambiente circostante come sparando a barili o generatori e liberare la strada con un solo proiettile. Questo è il modo ideale per affrontare lo scontro per coloro che non sono fan dei giochi horror, ma quando i nemici arrivano a frotte il giocatore non ha altra via di uscita.

Gli enigmi di Resident Evil 3

Resident Evil 3

(Image credit: Capcom)

Vogliamo prenderci del tempo anche per parlare degli enigmi di Resident Evil 3 Remake. I puzzle della serie sono una delle cose che ci è sempre piaciuta di più. Ci riferiamo principalmente a situazioni del tipo: "Devo spegnere questo incendio. Questo idrante si trova nelle vicinanze, devo collegare un tubo” o qualcosa del genere.

Ogni volta che rimanete bloccati, sapete che la risposta si trova o nell’inventario o in qualche oggetto o documento che avete perso per strada. Invece di tornare indietro e girare di nuovo tutte le ambientazioni, potete controllare tramite la mappa quali stanze avete esplorato completamente e quelle che restano da visitare. Se una zona è rossa, probabilmente l’oggetto che state cercando si trova lì.

Quando uscirono i primi Resident Evil, risolvere gli enigmi risultava davvero fastidioso perché le guide non si trovavano facilmente come oggi. I puzzle, comunque, non sono mai stati troppo difficili ma un minimo di impegno ce lo dovrete mettere anche qui, soprattutto quando sarete a corto di salute e cercherete di trovare oggetti senza essere massacrati. Come ho detto, non sono mai così difficili da sembrare al di sopra delle vostre possibilità.

Ogni oggetto in Resident Evil ha il suo preciso posto: dovete solo trovarlo.

Nemesis 

Resident Evil 3

(Image credit: Capcom)

È praticamente impossibile parlare di Resident Evil 3 senza menzionare Nemesis, ovvero l’arci-nemico che tende a essere più intelligente rispetto alla media degli altri fratelli zombie. Mr. X di Resident Evil 2 era praticamente uno stalker aggressivo in trench e fedora che potevate evitare con un po' di attenzione ma Nemesis non vi consente di affrontarlo ogni volta che vorrete, oltre al fatto che sarà praticamente impossibile farla franca in caso di uno scontro diretto capitato per caso.

A un certo punto mi sono nascosto in un negozio e Nemesis stava fuori a guardarmi, come il bullo della scuola che aspetta di picchiarvi dopo le lezioni. In queste situazioni, la funzione della schivata diventa abbastanza utile, dandovi qualche secondo in più per scappare, ma non potete affrontare il bestione fino a quando non arriverete alla boss battle, che si è svolta alla fine della nostra demo.

Non voglio farvi spoiler ma la battaglia di Nemesis è piuttosto impegnativa, anche se ovviamente non impossibile. Ci sono voluti diversi tentativi per mettere a punto la giusta strategia per batterlo ma la sensazione di euforia quando cade è piuttosto grande.

Nemesis vi farà male, ma almeno non vi insegue costantemente come Mr. X. Non sentirete i suoi passi… diciamo che è più l’equivalente di un “jump scare” durante un film horror. Questo significa che non potete evitarlo e vi costringe ad affrontare le vostre paure faccia a faccia.

Alla guida della resistenza

Resident Evil: Resistance

(Image credit: Capcom)

Se volete fare una pausa dalla campagna di Resident Evil 3, potrete passare a Resistance, che è la modalità multiplayer fornita gratuitamente con il gioco.

Proprio come Venerdì 13 e Dead by Daylight, Resident Evil: Resistance è un gioco di sopravvivenza con un gruppo di sopravvissuti che cercano di scappare, mentre il Mastermind prova tutto ciò che è in suo potere per fermarli. 

Se state giocando come sopravvissuti, farete squadra con altri tre giocatori e dovrete lavorare insieme per completare gli obiettivi della mappa per scappare. Un altro giocatore agirà come Mastermind, manipolando l'ambiente e scatenando l'inferno su di voi.

Essendo fan di Dead by Daylight, la nostra lamentela è sempre stata che i giochi di questo genere diventano ripetitivi molto rapidamente. I metodi di fuga si limitano infatti ad azioni come "riparare i generatori", "sfuggire alla botola" e una manciata di altre opzioni.

Tuttavia, Resident Evil: Resistance mescola le carte. Esistono infatti diverse mappe, ognuna con il proprio layout che richiede del tempo per prendere confidenza e inoltre da una partita all’altra cambiano gli obiettivi, così come il posizionamento degli oggetti che è necessario trovare. Questo scuote la formula e rende le cose un po’ più complicate.

So che lo dicono tutti, ma in Resident Evil Resistance la comunicazione è fondamentale. Come sopravvissuto, una volta che un obiettivo è completo, è necessario dirigersi verso la porta per progredire. Il tempo è essenziale poiché ogni stanza ha un limite di tempo. Allo scadere, venite avvelenati ma potete aumentare il limite uccidendo i nemici e completando rapidamente gli obiettivi. Questo è un qualcosa che si rivela difficile quando avete un altro giocatore non proprio rapido come voi nel completarli.

Come sopravvissuti, potete mettervi nei panni di uno sportivo, un nerd e così via, quindi i classici personaggi da film horror. Ognuno ha la sua classe e le proprie abilità speciali per difendersi dalle mosse del Mastermind. Ad esempio, la ragazza può mettere fuori uso le telecamere in modo che non sia possibile vedere cosa stiate facendo.

Nel frattempo, le scelte a disposizione del Mastermind sono quelle tipiche dei villain dell’Umbrella e per questo avrete a disposizione anche il vostro Tyrant personale. Il Mastermind, inoltre, può bloccare porte, evocare zombie, posizionare torrette e ogni sorta di ostacolo per i sopravvissuti.

Abbiamo giocato un paio di partite a Resistance e siamo sempre arrivati all'ultima stanza ma non l'abbiamo mai completata, e devo ammettere che questo non ci dispiace.

Un altro probabile successo

(Image credit: Capcom)

Dopo aver giocato a Resident Evil 3 per diverse ore, ho lasciato l'evento a cui avevo partecipato e sono tornato a casa per giocare di nuovo a Resident Evil 2 Remake.

Resident Evil 3 potrebbe non avere lo stesso clamore che ha avuto Resident Evil 2, ma probabilmente sarà meglio del suo predecessore dato che è più veloce, più ricco di azione e costringe ad affrontare le vostre paure faccia a faccia, che lo vogliate o no.

Avere Resident Evil: Resistance incluso, significa sostanzialmente che state ottenendo due giochi al prezzo di uno e questo non dispiace.

Coloro che non sono mai stati grandi fan della serie potrebbero cambiare idea grazie a questo remake di Resident Evil 3 e avvicinarsi al franchise. Sempre che Nemesis gli permetta di farlo.

Resident Evil 3 sarà disponibile per PS4, Xbox One e PC il 3 aprile 2020.

Vic Hood
Associate Editor, TechRadar Gaming

Vic is TechRadar Gaming's Associate Editor. An award-winning games journalist, Vic brings experience from IGN, Eurogamer and more to the TechRadar table. You may have even heard her on the radio or speaking on a panel. Not only is Vic passionate about games, but she's also an avid mental health advocate who has appeared on both panels and podcasts to discuss mental health awareness. Make sure to follow her on Twitter for more.