LG batte Samsung con la prima TV 8K Ultra HD certificata

(Immagine:: LG)

Nella corsa tra i due principali produttori di televisori, LG si trova attualmente in vantaggio rispetto a Samsung, rilasciando la prima TV al mondo certificata con lo standard 8K Ultra HD.

Nello specifico, questo significa che LG è a tutti gli effetti la prima azienda a utilizzare il logo 8K Ultra HD e la definizione coniata dalla Consumer Technology Association (CTA), a partire dalla nuova linea Real 8K TV che verrà svelata al CES 2020.

Certificazione 8K Ultra HD

 Il logo 8K Ultra HD che vedrete sui prodotti che rispettano gli standard CTA. (Immagine: CTA) (Image credit: CTA)

Il logo e la definizione sono stati rivelati dalla CTA a settembre e hanno lo scopo di “aiutare i rivenditori e i consumatori a identificare quali sono i prodotti conformi allo standard industriale dell’8K Ultra HD”.

I criteri che definiscono questo standard sono ben precisi e definiti, includono infatti la possibilità di effettuare l’upscaling a 8K di diverse risoluzioni (SD, HD, 4K) e i dettagli relativi ad essa relativa con “i pixel attivi che devono essere almeno 33 milioni, con almeno 7680 orizzontalmente e 4320 verticalmente, in una disposizione che rispecchi un rapporto di 16:9”.

Queste TV possiedono almeno una porta HDMI in grado di supportare tale risoluzione e la profondità di colore di 10-bit ma, soprattutto, particolarmente importante per LG,  “i display devono avere una modulazione di contrasto di almeno 50% in un pattern 1x1”.

Modulazione di contrasto

La modulazione di contrasto (CM) è un modo per misurare la 'risoluzione visibile' di un display, che è differente dalla quantità di pixel effettivamente presenti nell’immagine. È possibile infatti, per esempio, che un pannello 7680 x 4320 non rispecchi una risoluzione così elevata.

La misurazione della modulazione di contrasto è definita da parametri precisi creati dalla International Committee for Display Metrology (ICDM), si tratta di una percentuale che mette a confronto la luminanza di linee bianche e nere con la larghezza di un singolo pixel.

La misurazione in percentuale della CM migliora in base a quanto alta è la luminanza dei pixel bianchi e quanto bassa è quella dei pixel neri. I requisiti creati dalla CTA richiedono una percentuale di almeno 50% per i display 8K Ultra HD.

LG sostiene che nel 2020 la sua serie di TV Signature OLED 8K TV e 8K Nanocell “garantiranno una CM del 90%, mentre altri modelli si collocano su cifre più basse”. Questi risultati sono stati verificati da organizzazioni esterne addette al testing, Intertek e VDE (Verband Deutscher Elektrotechniker).

Tecnicamente, LG ha già raggiunto questa soglia, ha annunciato infatti che la linea Real 8K ha superato lo standard a settembre, ben prima che la CTA rivelasse il logo e la definizione ufficiale.

Un grande avvertimento

Tutto questo sembra una grande vittoria per LG, ma sfortunatamente le cose possono complicarsi da qua in poi. La CTA non è l’unica organizzazione che misura gli standard degli 8K, anche la 8K Association (8KA) ha infatti una soglia minima per le specifiche tecniche che devono avere i display per essere ufficialmente considerati 8K (la modulazione di contrasto in questo caso non viene menzionata).

La 8KA fu parzialmente fondata da Samsung, e l’azienda sudcoreana continua a essere membro principe dell’associazione insieme ai principali produttori di display, con un’eccezione particolare: LG.

Nonostante i display Samsung non soddisfino i requisiti della CM dettati dalla CTA, senz’altro soddisfano e superano quelli che sono gli standard della 8KA. È possibile quindi che, a questo punto, ci sia una controversia in corso tra le due superpotenze della tecnologia.

Indipendentemente dall’apparente cambiamento degli standard e dal mare di acronimi e misurazioni tecniche effettuate, è chiaro che la sana competizione in atto tra Samsung ed LG porterà senz’altro a innovazioni tecnologiche nel campo delle TV. Suggeriamo, comunque, di essere prudenti nel dare credito alle dichiarazioni di marketing di entrambe le aziende.