Le password condivise costano miliardi di dollari a Netflix, Spotify e altri servizi
Lo scorso anno i servizi per lo streaming hanno perso 9 miliardi di dollari a causa della condivisione di password
Nel corso dell’anno passato le aziende di servizi per lo streaming hanno perso circa 9,1 miliardi di dollari a causa della condivisione legale e illegale delle password di accesso, ma una nuova ricerca di Parks Associates prevede che questa cifra arriverà a 12 miliardi e mezzo entro il 2024.
Molti servizi streaming, come Netflix, Disney+ e Amazon Prime Video sono piuttosto permissivi nei confronti della condivisione della password, ma stanno cercando di attuare delle misure per contrastare la proliferazione di siti che vendono password illegalmente.
Uno studio condotto da Synamedia, un’agenzia specializzata nel settore dello streaming video e della sicurezza, ha rilevato che due provider di contenuti in streaming rimasti anonimi hanno perso oltre 70 milioni di dollari a causa delle condivisioni account.
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Secondo uno studio di Hub Entertainment Research esiste inoltre un gap generazionale che riguarda la condivisione di password. Sembra infatti che il 31% di tutti gli abbonati ai servizi di streaming abbia condiviso la propria password con persone che non vivono sotto lo stesso tetto. Andando a dividere il campione per età tuttavia si evidenzia che questa percentuale sale al 64% nella fascia di età tra i 13 e i 24 anni e scende al 16% in quella oltre i 35.
Password sharing e VPN
Il direttore di Hub Entertainment Research, Jon Giengengack, ha spiegato che la pratica della condivisione della password si diffonderà sempre di più tra le generazioni più giovani, dichiarando:
“C’è in atto un cambiamento culturale in particolare tra i giovani, per i quali condividere i propri account con conoscenti è un buon metodo per risparmiare, ed è un comportamento che inciderà sulla fruizione di tantissimi servizi, non soltanto TV e film.”
Un modo per combattere la condivisione di password è quello di aumentare il prezzo delle sottoscrizioni che permettono a più profili di uno stesso abbonamento di riprodurre contemporaneamente i contenuti. Sono inoltre in fase di sviluppo alcuni software, presentati recentemente al CES 2020, che possono aiutare le aziende a identificare gli utenti che condividono i loro account o utilizzano materiale pirata.
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Ultimamente i servizi di VPN sono sempre più sotto scrutinio perché permettono agli utenti di guardare dei contenuti non disponibili per il loro Paese, ma il loro effetto sugli introiti delle aziende di streaming sono irrisori rispetto alla condivisione della password.
After working with the TechRadar Pro team for the last several years, Anthony is now the security and networking editor at Tom’s Guide where he covers everything from data breaches and ransomware gangs to the best way to cover your whole home or business with Wi-Fi. When not writing, you can find him tinkering with PCs and game consoles, managing cables and upgrading his smart home.