L'AI di Google è davvero cosciente? Presto potrete scoprirlo da soli
Il chatbot AI di Google sta per conoscere il grande pubblico
Dopo il lancio all’inizio del 2022 di "AI Test Kitchen”, un software che consente di dialogare con il chatbot di Google dotato di intelligenza artificiale (AI) LaMDA2, è arrivato il momento di far conoscere l’applicazione al grande pubblico.
Si aprono così le registrazioni della prima ora (early access) agli utenti che vogliono scaricare il software e dialogare con l’AI di Mountain View. Una coincidenza non troppo casuale, visto che all’inizio del mese Meta aveva permesso l’accesso a Blenderbot 3, il suo chatbot AI.
Secondo gli utenti che l'hanno provato, sarebbe addirittura possibile far dire al bot di Meta cose fuori luogo, addirittura bugie o persino critiche al boss Mark Zuckerberg (adesso non fatelo, per piacere!).
Secondo un’esperta di AI che lavora per Facebook, l’utilizzo pubblico di chatbot dotati di AI potrebbe persino essere controproducente per l’azienda che lo ha prodotto, tant’è che le compagnie non sono esattamente felici di mostrare in pubblico il proprio sistema in maniera integrale.
Si ricorda che qualche anno fa, Tay, il chatbot di Microsoft, venne tacciato come uno “stupido razzista” dopo meno di sole 24 ore, per aver pronunciato cose irripetibili, mentre l’azienda di Redmond venne sommersa di critiche perchè al chatbot era stato concesso di ripetere a pappagallo letteralmente qualsiasi frase “gli fosse stata messa in bocca”.
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Allo stesso modo però, sono gli stessi ricercatori a ritenere che dare alle AI la possibilità di dialogare con il grande pubblico sia davvero utile per testarle e per apportare successive correzioni e miglioramenti.
In questo senso, Meta avrebbe deciso di pubblicare il proprio bot attivo sotto tutti gli aspetti, mentre Google intenderebbe rilasciare il proprio chatbot più responsabilmente, limitandone gli utilizzi impropri. Il bot di Google LaMDA2 sarebbe al momento fornito di 3 modalità, così scrive l’azienda in un comunicato.
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La prima si chiama Imagine it “Immagina”, la seconda Talk about it “Parlane” e la terza List it“ Elencalo”. Imagine it richiede all’utente di nominare un luogo e fare in modo che l’AI ne parli correttamente, fornendo una descrizione sensata.
Talk about it elargisce un argomento relativamente complesso per verificare che l’AI riesca ad attenersi al discorso in maniera plausibile. Infine, List it, consente all’utente di fornire un argomento e lasciare che l’AI provi a trattarlo in maniera sensata, facendo successive domande e considerazioni pertinenti.
Grazie a queste modalità, Google pensa di tenere la propria AI sotto controllo per evitare che venga usata dal pubblico in maniera impropria. Come andrà a finire, ovviamente, lo scopriremo solo successivamente.