I miti da sfatare sulle VPN: anonimato, crittografia e hacker

I miti da sfatare sulle VPN
(Immagine:: Shutterstock)

Nel corso di questa disamina sui miti da sfatare sulle VPN faremo una panoramica sui temi più caldi del mondo delle VPN, puntando a fornire un quadro che rifletta come diversi elementi entrino in gioco al di là dell'indirizzo IP.

Le VPN, dall’inglese "virtual private network", sono i servizi più diffusi per navigare online in maniera anonima, difendere i propri dati attraverso la crittografia e cambiare l'indirizzo IP, in modo che un dispositivo risulti in un’area geografica diversa da quella in cui si trova realmente.

Le caratteristiche appena menzionate, ormai conosciute da tutti, descrivono sicuramente quello che fa una VPN, ma sono troppo generali per dare un’idea chiara e soprattutto concreta di come sono in realtà diversi fattori a contribuire ai risultati. Per esempio, parlando di anonimato si potrebbe pensare che basti connettersi tramite VPN per rendersi invisibili a chiunque, come se al posto nostro ci fosse una qualsiasi persona che nessuno può riconoscere.

Un altro punto interessante è la questione crittografia che scoprirete essere già a disposizione indipendentemente dalle VPN.

Nel caso foste alla ricerca di un servizio VPN per le piattaforme streaming, rimandiamo alla nostra guida sulle migliori VPN per Netflix. Se possedete un Mac, abbiamo pronta una guida alle migliori VPN per Mac. Infine, nel comparto smartphone, ci sono le migliori VPN per Android.

I miti da sfatare sulle VPN

1. Le VPN sono il metodo più sicuro per la privacy

Concentriamoci su quella che è la funzione principale di una VPN: permetterci di cambiare la nostra regione. Come si può intuire, il cambiamento di località fa parte della sfera della privacy, ma non la copre sicuramente nella sua interezza.

Quando navighiamo utilizziamo un determinato dispositivo, magari con un determinato account e ci serviamo dei motori di ricerca più famosi e, cosa da tenere bene presente, più avanzati. Le nostre abitudini di navigazione lasciano una traccia che il solo mascheramento dell’indirizzo IP non può togliere. Dunque, se state cercando l’anonimato, non potete fermarvi alle VPN.

2. Le VPN non raccolgono i dati degli utenti

I fornitori dei servizi di VPN, sovente anche per questioni legate alla legislazione del Paese che li ospita e dei Paesi in cui vendono i loro prodotti, sono obbligate a conservare un registro degli accessi. Il motivo è semplice: se quelle informazioni dovessero servire alle autorità, in caso si decida di fare il passo più lungo della gamba, il fornitore deve metterle a disposizione.

Sostanzialmente, non si può pretendere che i produttori di VPN rischino di essere considerati complici di qualche misfatto. Gli utenti, se necessario, possono essere cercati. Inoltre, i casi non si limitano alle situazioni più cupe, ma possono estendersi anche agli operatori di mercato.

3. Rallentamento connessione

L’introduzione di un passaggio in più nel modo in cui ci colleghiamo alla rete può rallentare la connessione, ma lo scenario è più ampio di quanto si potrebbe pensare inizialmente.

Innanzitutto, la velocità che il nostro fornitore internet ci garantisce continua ad essere la base delle prestazioni che otteniamo. A ciò si aggiunge l’ampia disponibilità di server forniti dalle VPN che garantiscono la possibilità di trovare la connessione ottimale. Le funzioni di crittografia influiscono sulla velocità, trattandosi di fatto di operazioni aggiuntive date dal servizio, ma una VPN funzionate è anche una VPN che sa ottimizzare i suoi processi.

La VPN non vi trasformerà in un mago del web

(Image credit: TheDigitalArtist / Pixabay)

4. Protezione dagli hacker

Affrontando adesso questo argomento, dopo aver sviluppato un’idea più chiara su cosa entra in gioco quando navighiamo online e cosa va oltre la singola località, è più immediato capire perché una VPN non può assicurare una protezione contro gli hacker. Premettendo che di un hacker prima bisogna destare l’interesse, una persona con quel livello di competenza ha più strumenti per raggiungere il suo obiettivo e conosce i mezzi adeguati. Tuttavia, restando sulle VPN la questione è ancora più semplice: le informazioni che inviamo ad un sito sono già protette dal protocollo HTTPS; dunque, un’eventuale fuga di dati personali non ha a che vedere con la connessione.

5. Un appunto sulle restrizioni regionali

Un ultimo appunto un po’ scontato e perciò breve. La VPN vi fornisce un punto di partenza per superare le restrizioni regionali, ma il punto di arrivo sono i blocchi che i servizi streaming o di altro tipo pongono. Detto questo, i team che lavorano alle VPN sono costantemente impegnati a trovare nuovi modi per aggirarli (il risultato però non è sempre garantito e potrebbe volerci del tempo).

Discutiamo, testiamo e recensiamo VPN nel rispetto della normativa vigente e prettamente per scopi ricreativi, ad esempio:

1. Accedere a servizi di altri Paesi (nel rispetto dei termini e delle condizioni del servizio cui si accede);

2. Proteggere la propria sicurezza e aumentare la propria privacy online;

Non supportiamo in alcun modo utilizzi illegali o fraudolenti dei servizi VPN. L’utilizzo di VPN per accedere a contenuti pirata non è in nessun modo approvato da Future Publishing.