Dopo Dell, un'altra fonte autorevole conferma la prolungata carenza di chip
La carenza di chip potrebbe perdurare fino alla fine del 2022
A quanto pare, e ormai sono diverse le fonti autorevoli a confermarlo, la carenza globale di chip non sembra ancora voler arrivare ad una fine. È quanto afferma anche Gartner, una società di consulenza e ricerca tecnologica, leader nel mondo nel suo settore. Secondo il parere degli esperti di Gartner il problema potrebbe infatti trascinarsi ancora per molto tempo.
Le previsioni di Gartner confermano quanto riferito in precedenza da Dell e altre grandi compagnie del settore, molte delle quali giapponesi, la carenza di semiconduttori, utilizzati in tutti gli ambiti tecnologici, dai portatili alle auto elettriche, durerà per tutto il 2021 e probabilmente per gran parte del 2022.
A causa del lento recupero delle catene di approvvigionamento in seguito alla pandemia, potrebbero verificarsi ulteriori ritardi nella produzione e nelle consegne di un'ampia gamma di prodotti tecnologici in tutto il mondo.
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Danni seri
"La carenza di semiconduttori e derivati, interromperà gravemente la catena di approvvigionamento e limiterà la produzione di molti tipi di apparecchiature elettroniche nel corso del 2021. Le fonderie stanno aumentando i prezzi dei wafer e a loro volta le società che producono integrati aumentano i prezzi dei componenti", ha affermato Kanishka Chauhan, il principale analista di Gartner.
Gli analisti consigliano agli OEM di adottare quattro differenti azioni per mitigare potenziali gravi danni al loro fatturato, nei prossimi mesi.
Secondo Gartner è necessario migliorare la catena di approvvigionamento, assicurarsi la garanzia della fornitura con un modello associato, finanziare preinvestimenti, monitorare gli indicatori principali e diversificare la base dei propri fornitori.
Gli ultimi avvertimenti sono stati rilasciati da personaggi chiave delle principali aziende tecnologiche. Il co-fondatore e CEO di Dell, Michael Dell, ha recentemente espresso la sua opinione dicendo che la carenza di chip in corso persisterà ancora per qualche anno.
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Dell è stata costretta a pagare un extra per vedere soddisfatte le proprie richieste, nonostante il volume dichiarato di 70 miliardi dollari faccia di essa uno dei maggiori clienti per le società che producono derivati dei semiconduttori. Nel frattempo, anche i CEO di molti altri importanti compagnie come Cisco, Qualcomm e Micron hanno espresso preoccupazione per la longevità della crisi.
Le stime della Semiconductor Industry Association con sede negli Stati Uniti, affermano che circa il 75% della capacità di produzione globale è nell'Asia orientale, a partire dai colossi TSMC e Samsung. In aggiunta, una grave siccità a Taiwan ha costretto il paese a deviare l'approvvigionamento idrico da diverse aree industriali, inclusa una vitale per la produzione di semiconduttori, e ciò non ha fatto altro che peggiorare le cose.
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