Abbiamo provato Google Chrome 1.0 su Windows 11, vi raccontiamo com'è andata
Chrome raggiunge quota cento!
A metà degli anni 2000, Google aveva l'abitudine di presentare dei software che non sarebbero mai stati realizzati in occasione del primo di Aprile. Per questo motivo, quando a settembre 2008 l'azienda annunciò la prima versione di Google Chrome, molti utenti pensarono si trattasse dell'ennesimo scherzo in ritardo di qualche mese.
Dal suo arrivo, Chrome ha subito una miriade di aggiornamenti e modifiche che lo hanno reso il browser più popolare al mondo. Oggi, il browser di Google è diffusissimo anche su smartphone e tablet.
Ora che Google sta per lanciare la centesima versione di Chrome, dato che ci avviciniamo al primo di aprile, ci aspettiamo di trovare qualche novità interessante all'interno del prossimo update.
Detto questo, per celebrare a modo nostro il centesimo aggiornamento del browser più popolare al mondo, siamo riusciti a reperire la versione 1.0 di Google Chrome e l'abbiamo provata su Windows 11 per verificare come vengono visualizzati i siti moderni su un browser di 14 anni fa (e se funziona ancora).
Usare Google Chrome 1.0 nel 2022
L'internet del 2008 era molto diverso da quello odierno. Basti pensare che in quell'anno Apple lanciava il suo App store insieme al primo iPhone 3G e la navigazione su smartphone era ancora in fase sperimentale.
Provare a riprodurre un video 4K su YouTube sarebbe stato impossibile, come anche giocare a titoli AAA in streaming via browser con Xbox Game Pass.
Dopo aver trovato e installato la versione 1.0.154 di Chrome lanciata da Google nel dicembre 2008, l'abbiamo lanciata trovandoci al cospetto di un'interfaccia molto familiare, anche se la dominante azzurrina si notava molto di più nelle prime versioni dell'OS. Le schede erano ancora poco utilizzate all'epoca, e persino Firefox e Safari avevano questa caratteristica da pochi anni.
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Ma sono proprio le schede ad aver distinto Chrome dalla concorrenza, incoraggiando gli utenti a premere il pulsante '+' per aprire una nuova finestra sulla quale lavorare o visualizzare contenuti.
Ed è proprio qui che sono iniziati i nostri guai con Chrome 1.0.
Come potete vedere dagli screenshot qui sopra, provando ad aprire la recensione di Apple Studio scritta dai colleghi di Techradar UK potevamo visualizzare correttamente il testo, ma tutto il resto era indecifrabile. Chrome 1.0 non era in grado di riprodurre correttamente le foto o le altre sezioni. Le poche che si vedevano erano deformate a tal punto che si potevano notare i pixel. Abbiamo anche provato ad andare su YouTube per vedere un video e non solo ci siamo ritrovati a visualizzare la versione mobile del sito, ma non si vedeva niente eccetto il logo rosso.
Visitando altri siti appariva un pop-up che diceva 'Stai usando una vecchia versione, per favore aggiorna il tuo browser'. Ignorando questo messaggio, abbiamo provato a visualizzare i siti web in questione, ma nessuno di essi funzionava. Ironicamente, l'unica ricerca effettuata su Google che mostrava correttamente i risultati è stata quella riferita agli alberi, anche se in versione mobile.
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Chrome 1.0.154 è scarno, come ci si aspetta da un browser che al tempo aveva appena due mesi di vita. C'è una sezione dedicata ai Preferiti, ma non ci sono opzioni per i temi o menù dedicati alle estensioni web presenti nei browser moderni.
Oggi, lavorare sulle prime versioni di Chrome sarebbe impossibile, in particolare per chi usa spesso Google Docs o Apple Pages. Del resto stiamo parlando di un browser sviluppato in un'era nella quale la navigazione web era molto limitata e spesso utilizzata per ammazzare il tempo o cercare una domanda a qualche quesito.
Anche se l'esperimento con una delle prime versioni di Google Chrome è durato poco, ci ha dato un'idea molto chiara di quanto Chrome - e internet stesso - si siano evoluti negli ultimi 15 anni.
Basti pensare che oggi, dal browser, si possono guardare film in 4K, riprodurre giochi AAA e gestire documenti condivisi in tempo reale senza il minimo sforzo.
Dopo 100 versioni e quasi 14 anni di Chrome e vista l'enorme evoluzione che ha vissuto, viene spontaneo chiedersi cosa potrebbero essere in grado di fare i browser del futuro e, probabilmente, nemmeno usando la nostra immaginazione saremmo in grado di formulare ipotesi sensate.
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Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.