60 anni fa nasceva la meteorologia moderna: tutto iniziò da Cape Canaveral
Merito di TIROS-1
Oggi sembra essere quasi un riflesso incondizionato. Sblocchiamo il nostro telefono e la schermata home ci mostra la temperatura e le condizioni meteo della nostra città. In più, toccando le stesse icone, possiamo vedere quali sono le previsioni per i prossimi dieci giorni.
Per arrivare sino a questo punto la meteorologia moderna ha dovuto percorrere una strada molto lunga e volendo cercare una data di inizio di questo viaggio possiamo trovarlo nel primo aprile del 1960. Siamo alla base di lancio della Cape Canaveral Air Force Station, dove nove anni dopo sarebbe partita la missione che avrebbe permesso di compiere "un grande passo per l'umanità".
In quella primavera di aprile non era ancora il momento di Apollo ma l'attenzione era concentrata su TIROS-I. Nessuna citazione mitologica in questo nome greco: si trattava del più pragmatico acronimo Television InfraRed Observation Satellite. Semplificando, fu il primo satellite meteorologico lanciato dagli Stati Uniti.
La missione di TIROS-I fu di breve durata: iniziò il primo aprile del 1960 per concludersi appena 78 giorni dopo. Questi due mesi e mezzo però furono determinanti per la meteorologia dato che il satellite riuscì a fornire dallo spazio un quadro delle condizioni meteo del pianeta.
Questo dato, da solo, non bastò a innescare l'innovazione in questo ramo scientifico. Mentre TIROS-I realizzava i suoi scatti in orbita, a terra alcuni supercomputer elaboravano dei modelli simulativi dell'atmosfera. Il risultato principale fu raggiunto proprio grazie alla combinazione di questi due tipi di dati.
Già dopo la Seconda Guerra Mondiale, il matematico John von Neumann aveva avviato lo sviluppo di un supercomputer in grado di gestire un gruppo di equazioni messe insieme da altri esperti del campo. Dalla metà degli anni '50 il team di Charney iniziò a produrre regolarmente una serie di previsioni meteo basate su calcoli matematici.
Quelli furono ovviamente i primi passi dato che le tecnologie, così in orbita come nei laboratori, dovevano maturare. Ci sarebbero voluti decenni prima del lancio di satelliti con sensori così avanzati da poter raccogliere dati sulla temperatura e altre variabili nei differenti livelli dell'atmosfera. Altrettanto tempo ci sarebbe voluto perché i computer riuscissero a produrre previsioni ancora più dettagliate e affidabili.
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Intorno al 1980 quelle tecnologie avevano però raggiunto un certo grado di maturità. Gli esperti avevano a disposizione una copertura globale di satelliti 24 ore al giorno e le previsioni iniziarono a migliorare radicalmente. Per dare un'idea, nel 1980 le previsioni per il giorno successivo erano affidabili quanto quelle su cinque giorni che oggi possiamo vedere sul telefono.
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Anche se per noi non è facile accorgercene, i vantaggi delle previsioni del tempo vanno ben oltre le decisioni semplici ma altrettanto importanti che prendiamo ogni giorno in base al meteo. Tra questo e ci casi di emergenza come gli uragani c'è anche l'agricoltura, ci sono le compagnie elettriche e altre applicazioni commerciali.
Insomma i dati sulle previsioni meteo ormai sono strettamente intrecciate con la nostra economica e la nostra società. In questo sessantesimo anniversario, non resta che augurare alla meteorologia moderna cento di questi giorni (preferibilmente di sole).
Fonte: Ars Technica