5G, ecco come potrà aiutare l'esercito

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Cos'è successo al 5G? Tempo fa veniva visto come una storia di progresso tecnologico che ci avrebbe consentito di fare tante cose più velocemente con il nostro smartphone, ma adesso la rete dati mobile di prossima generazione è sempre più intrecciata con la geopolitica internazionale.

Che legame c'è tra le superpotenze mondiali e il 5G? E questa tecnologia come può essere usata dagli Stati e dai loro eserciti? 

5G: perché è diventata una questione geopolitica? 

Sostanzialmente, è tutto legato alle due superpotenze dominanti a livello mondiale, gli USA e la Cina. Infatti, sebbene vi siano diverse aziende nel mondo attualmente impegnate nello sviluppo delle reti mobili 5G (Nokia, Samsung e Ericsson giusto per fare tre nomi), un attore davvero importante in questa partita è Huawei. 

Ovviamente, si tratta di un'attività completamente diversa rispetto alla vendita di smartphone, ma stiamo parlando sempre della stessa azienda cinese. Huawei è coinvolta nella costruzione delle reti 5G in tutto il mondo. 

Tuttavia l'amministrazione Trump ritiene che le apparecchiature di rete prodotte da Huawei siano una minaccia alla sicurezza nazionale perché si dice che Huawei sia in strettissimi rapporti con il governo cinese.  

Il governo cinese dispone effettivamente di backdoor all'interno delle apparecchiature di rete di Huawei e potrebbe quindi condurre operazioni segrete di spionaggio tramite la rete 5G sviluppata da Huawei stessa? È possibile che la rete 5G di un Paese venga spenta nel caso di una guerra? Nessuno sa davvero rispondere a queste domande, ma la situazione è diventata ancora più confusa vista l'attuale guerra commerciale in corso tra le due superpotenze per cui è difficile capire cosa sia effettivamente vero e cosa invece sia solo tattica per portare acqua al proprio mulino. 

5G come infrastruttura strategica

Una cosa, però, è chiara: la rete 5G è considerata un'infrastruttura strategica da proteggere ancora prima che la sua costruzione sia stata completata.  

La rapidità e la profondità di adozione di questa tecnologia potrebbe avere un ruolo cruciale nella "lotta" per l'egemonia mondiale tra gli Stati Uniti e la Cina. Se si tratta di un qualcosa di così importante, è senz'altro comprensibile che nessun Paese voglia esporsi a possibili attacchi a distanza da parte di nemici. Attaccare questa rete di telecomunicazioni significherebbe esporre anche l'internet delle cose (ovvero aerei, rete elettrica, dighe, auto a guida autonoma e potenzialmente tantissimo altro) anche se, ve lo concediamo, si tratta di un'interpretazione alquanto paranoica. 

Dopo tutto, se stiamo parlando di sospetti legati a hardware prodotto in Cina, non è forse vero che l'arcinoto iPhone sia anch'esso prodotto lì (come del resto quasi tutti i prodotti hardware)? 

Inoltre, qualsiasi vulnerabilità legata alla rete 5G in caso di guerra, sia essa percepita o meno, è ingrandita per via di come si pensa che il 5G possa cambiare radicalmente gli eserciti di tutto il mondo. Cerchiamo di capirci di più. 

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Il 5G e le armi ipersoniche

Visto che si tratta di una rete superveloce in grado di scambiare dati in tempo reale su aree di grande dimensione, il 5G potrebbe avere un ruolo in un aspetto di cui si parla da tempo negli ambienti militari: le armi ipersoniche.  

Attualmente in fase di sviluppo in Russia, Cina, USA e Francia e, a quanto si dice, pronte per il 2022, le armi supersoniche viaggeranno a Mach 5, cinque volte la velocità del suono, ovvero circa 1,6 Km/s

Queste armi voleranno ad altitudini assai elevate, con traiettorie imprevedibili, e saranno in grado di eludere facilmente i sistemi di difesa anti missile attualmente esistenti. Intercettare queste armi sarà quindi molto difficile, ma sarà altrettanto complesso guidarle.

In questo scenario, il 5G si inserisce all'interno dei sistemi di difesa ipersonici. Una portaerei, una base militare o perfino una città avranno a disposizione meno di un minuto per reagire a un missile ipersonico in arrivo. 

In sostanza, se si vuole avere qualche speranza di difendersi da queste armi ipersoniche, sarà necessario disporre di grandi capacità di elaborazione in tempo reale, con l'ausilio dell'intelligenza artificiale, dei dati relativi a obiettivi e traiettorie. E quindi 5G.

Il 5G e la base militare "intelligente"

Lo spettro ad alta frequenza, a lunghezza d'onda breve, noto con il nome di "onda millimetrica" che consente velocità superiori a 1 Gbps su reti 5G ha ovviamente un potenziale uso militare.  

Si tratta di connettività esclusivamente a corto raggio, per cui è perfetta per creare basi militari e posti di comando "smart". Pensate, ad esempio, a fotocamere che si basano sull'onda millimetrica e a tecnologie con sensori di movimento attorno al perimetro di basi militari con la possibilità di comunicazione in tempo reale tra centri di comando e veicoli.

“Un raggio d'azione del segnale ridotto non è un problema", ha affermato Gary Martin, ex componente dell Program Executive Office Command Control and Communications–Tactical dell'esercito statunitense (Ufficio degli stati uniti che si occupa di fornire all'esercito americano tutte le tecnologie e le strumentazioni per la comunicazione) a Signal Magazine. “In alcuni casi, non si vuole che il segnale si propaghi ad una distanza eccessiva perché il nemico potrebbe intercettarlo". 

Da questo punto di vista il 5G è perfetto: i segnali a onde millimetriche del 5G hanno un raggio d'azione limitato. 

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Il 5G: la rete perfetta per il campo di battaglia

Sul campo di battaglia la velocità è tutto e la minore latenza del 5G, unita alla maggiore capacità di questa tecnologia, consentirà agli eserciti di condividere più dati come mappe in tempo reale, foto di scenari di battaglia e simulazioni a computer. 

Secondo una recente relazione pubblicata dal consiglio per l'innovazione del ministero della difesa degli Stati Uniti “il vero potenziale del 5G sarà il suo impatto sulla rete di guerra del futuro. Questa rete includerà sempre di più un ampio numero di sistemi meno costosi, più connessi e più resilienti, in grado di operare in uno scenario di battaglia in rapida evoluzione". 

Il 5G, inoltre, fonderà reti frammentate in un'unica rete "per favorire una maggiore consapevolezza della situazione in cui ci si trova e un migliore processo decisionale. Impatti positivi ci saranno anche a livello di logistica e manutenzione".

Sebbene la tecnologia a onda millimetrica sarà disponibile negli scenari di guerra in aree geograficamente limitate vicine a stazioni 5G portatili, esiste un altro aspetto delle specifiche del 5G, altrettanto importante, ma spesso ignorato. Parliamo di connessione che si basa su onde lunghe a bassa frequenza. 

Non ha la stessa capacità di trasferimento dei dati del 5G a onda millimetrica, ma, soprattutto in futuro, questa tecnologia sub-6Ghz diventerà una parte integrante di quelle comunicazioni che devono coprire porzioni di territorio vaste. Questa tecnologia, con una larghezza di banda di molto inferiore, ma in grado di coprire aree molto vaste, è giù usata ampiamente dai vari eserciti.

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Il 5G e i dispositivi indossabili da battaglia

Una parte spesso trascurata dello standard 5G riguarda mMTC (massive, Machine Type Communication), ovvero quella parte del 5G che consentirà di connettere fino a un milione di dispositivi per chilometro quadrato.   

Insomma, sarò possibile avere sensori che raccolgono e condividono dati usando la rete 5G. Con uno smartwatch e dei dispositivi indossabili sarà possibile avere tantissime informazioni, da poter condividere, sui soldati: dai loro parametri vitali, come battito cardiaco, pressione sanguigna e affaticamento, fino alla loro posizione geografica. 

Poi si potrebbe pure arrivare a usare dei dispositivi di realtà aumentata simili ai Google Glass, un po' come quelli già in dotazione ai piloti, ma con trasmissione di dati in tempo reale.

Ad ogni modo, la quantità di informazioni e la loro trasmissione sul campo di battaglia cambierà radicalmente con il 5G. 

Il 5G i droni e l'intelligenza artificiale 

I velivoli a pilotaggio remoto (UAV, Unmanned aerial vehicles), noti comunemente come droni, sono già in dotazione dell'aeronautica militare di vari Paesi. Tuttavia non trasmettono e condividono immagini in 4K in tempo reale con i centri di controllo e comando e le unità impegnate in battaglia.

Con il 5G arriveranno i video in 4K, il rilevamento di oggetti, una più rapida elaborazione dei dati e l'intelligenza artificiale (un buon esempio in questo senso è Project Maven), che contribuiranno al successo delle missioni di ricognizione, fornendo informazioni alle unità dell'esercito su cosa potranno trovarsi di fronte. Il 5G, inoltre, potrebbe essere d'aiuto nel selezionare le armi in maniera più accurata e intelligente.  

Jamie Carter

Jamie is a freelance tech, travel and space journalist based in the UK. He’s been writing regularly for Techradar since it was launched in 2008 and also writes regularly for Forbes, The Telegraph, the South China Morning Post, Sky & Telescope and the Sky At Night magazine as well as other Future titles T3, Digital Camera World, All About Space and Space.com. He also edits two of his own websites, TravGear.com and WhenIsTheNextEclipse.com that reflect his obsession with travel gear and solar eclipse travel. He is the author of A Stargazing Program For Beginners (Springer, 2015),