Microsoft Bing vs Google Bard: chi sta vincendo?

(Immagine:: Future)

Google è stato il sinonimo di "ricerca su Internet" per quasi un quarto di secolo. Tuttavia, con il recente arrivo del chatbot AI di Microsoft su Bing, per la prima volta dopo anni si è aperta una piccola crepa nella sua colorata armatura.

L'arma segreta di Microsoft è il suo chatbot AI basato su ChatGPT. Rilanciando Bing (con il nome di "The New Bing"), Microsoft ha proposto al suo pubblico (e non solo) un nuovo approccio alla ricerca su Internet. Ora, il motore di ricerca del browser di Windows permette di interagire e approfondire argomenti di ogni genere, piuttosto che fornire semplicemente un elenco di link.

La tecnologia in sé non è una novità. L'ascesa fulminea di ChatGPT, recentemente divenuta l'app con la crescita più rapida della storia, ha già reso popolare l'idea di un motore di ricerca conversazionale con capacità espressive simili a quelle degli esseri umani. La differenza è che il chatbot AI di Bing, diversamente da ChatGPT, può accedere alla rete Internet per generare le risposte, anche se interrogato su temi di attualità.

Google ha tenuto a precisare che il suo progetto di ricerca denominato Transformer del 2017 si trova alla base della maggior parte delle applicazioni di AI generativa che vediamo oggi. Nel tentativo di rubare la scena a Bing, il re dei motori di ricerca ha annunciato Bard - un "servizio sperimentale di AI conversazionale" - proprio il giorno prima del lancio del nuovo Bing AI.

Integrando questi chatbot AI nei motori di ricerca più popolari del mondo, Google e Microsoft hanno di fatto reso i chatbot mainstream. Oggi, il modo in cui effettuiamo ricerche in rete sta cambiando radicalmente e non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. 

Ma come si comportano gli assistenti di ricerca AI dei due giganti tecnologici e quale dei due si trova in vantaggio rispetto al rivale? 

Per rispondere alla domanda vi proponiamo una breve panoramica della situazione attuale.

Cos'è un chatbot AI?

Prima di mettere a confronto i chatbot AI di Microsoft e Google, spiegheremo brevemente di cosa si tratta.

Le tecnologie che alimentano le nuove "risposte via chat" di Bing e Bard vengono definite "modelli linguistici di grandi dimensioni". Si tratta di reti neurali, o algoritmi di deep learning addestrati su grandi quantità di dati capaci di generare risposte conversazionali.

Microsoft afferma che la sua nuova versione di Bing è alimentata da un "modello OpenAI di nuova generazione" che è "più potente di ChatGPT". Potrebbe trattarsi del tanto vociferato GPT-4, successore del modello GPT-3.5, attualmente disponibile in Italia e totalmente gratuito.

Google Bard

(Image credit: Google)

Il Bardo di Google, invece, si basa su una versione di LaMDA (abbreviazione di Language Model for Dialogue Applications). È già disponibile al pubblico in 180 paesi, Italia esclusa, quindi se volete provarlo dovrete usare una VPN.

Il nuovo sistema di ricerca supportato dai chatbot, oltre ai risultati tradizionali, fornisce risposte più complete e contestuali a quesiti più aperti (domande che Google chiama NORA, ovvero No One Right Answer).

Sia Microsoft che Google hanno fornito esempi del tipo di domande per le quali Bing e Bard saranno particolarmente utili.

Ecco le domande fornite da Microsoft:

  • La poltrona Klippan di Ikea si adatta alla mia Honda Odyssey del 2019?
  • Il mio compleanno è a settembre, aiutatami a pianificare un viaggio in qualche posto divertente in Europa partendo da Londra.
  • Mi piace la musica elettronica e quest'anno voglio andare al mio primo festival. Hai qualche consiglio da darmi?

Ecco le domande fornite da Google:

  • È più facile imparare il pianoforte o la chitarra e quanta pratica è necessaria per ciascuno di essi?
  • Voglio acquistare una nuova auto per la mia famiglia. Che modelli dovrei considerare?
  • Aiutami a capire i pro e i contro di un'auto elettrica.

Microsoft Bing vs Google Bard: quali sono le differenze?

Google sta finalmente spiegando meglio come funzionano i suoi strumenti di ricerca AI, cosa che Microsoft ha fatto fin da subito. Entrambi i sistemi lavorano in modo simile, sfruttando le nuove funzioni per arricchire i risultati delle ricerche, piuttosto che sostituire in toto la barra di ricerca tradizionale.

Di recente, Microsoft ha presentato il nuovo motore di ricerca Bing AI e il browser Web Edge che si avvalgono di quello che l'azienda definisce il "copilota AI per il Web". 

Qui sotto trovate un video in inglese (con sottotitoli) dove viene spiegato nel dettaglio il funzionamento del chatbot di Bing.

Innanzitutto, c'è una casella di ricerca ampliata che può contenere fino a 2.048 caratteri per permettere all'utente di digitare frasi complesse che il nuovo Bing è in grado di comprendere. Inserendo una domanda, accanto al tradizionale elenco di siti web, apparirà un nuovo riquadro con una risposta in stile ChatGPT. Al di sotto del testo vengono inoltre indicate le fonti alle quali ha attinto il chatbot per generare la risposta.

In alternativa, è possibile fare clic sull'opzione Chat nel menu sopra i risultati. Qui vi si presenterà una schermata interamente dedicata al chatbot, così potrete iniziare una conversazione per approfondire l'argomento o chiedere altro.

Microsoft Bing

(Image credit: Microsoft)

Il nuovo browser Edge è direttamente collegato al chatbot, caratteristica che presto verrà introdotta anche su Chrome. Ora, sul Browser di Windows è disponibile una barra laterale che analizza le pagine web e consente di porre domande o generare sommari.

Al momento l'integrazione di Bard è un po' meno chiara. Durante la presentazione (che potete vedere qui sotto al minuto 13:37), Google ha mostrato una casella di ricerca con una domanda in stile Facebook "cosa ti passa per la testa?" che include altri quesiti posti con un linguaggio naturale, come quelli riportati nel paragrafo precedente.

Un altro esempio fornito da Google (sotto) mostra Search che da una risposta in stile chatbot a una domanda più lunga digitata nella barra di ricerca tradizionale. 

Sembra quindi che l'integrazione del motore di ricerca AI di Google sarà simile a quella di Microsoft: si otterrà una risposta conversazionale alle cosiddette query NORA (No One Right Answer), oppure si potrà accedere a uno spazio più ampio dedicato al chatbot per avviare un dialogo vero e proprio. Non è ancora chiaro come l'azienda intenda integrare tutto questo sul suo browser Chrome.

(Image credit: Google)

Sebbene le tecnologie e le interfacce utente siano simili, Microsoft è chiaramente un passo avanti per quanto riguarda l'implementazione

Bing e Edge sono collegati a un modello OpenAI di "nuova generazione", apparentemente più potente di ChatGPT. Inoltre, il nuovo Bing è già in circolazione e Microsoft lo ha reso disponibile anche in Italia. Per accedervi rapidamente potete cliccare qui o andare all'indirizzo www.bing.com.

Google Bard, invece, si basa su una versione "light" del modello LaMDA. Il suo modello linguistico attuale, rivale diretto del chatbot GPT-4 di OpenAI, si chiama PaLM 2. La versione iniziale, PaLM, è stata addestrata su 540 miliardi di parametri linguistici e, sebbene Google non abbia dichiarato su quanti parametri è stato addestrata PaLM 2, quest'ultima promette capacità migliori oltre a prestazioni più veloci ed efficienti.

Bing vs Bard: chi è in vantaggio?

Se parliamo di pubbliche relazioni ed eventi di presentazione relativi ai nuovi motori di ricerca AI, la bilancia pende da una parte sola. Nello stesso periodo in cui Microsoft lanciava con sicurezza le sue nuove versioni di Bing ed Edge, Google si affrettava a pubblicare i comunicati stampa di Bard e a giustificare il grave errore commesso dal suo chatbot durante una dimostrazione.

Quel singolo errore ha gravato per ben 100 miliardi di dollari sul valore di mercato di Google e l'ha costretta ad ammettere che l'episodio "evidenzia l'importanza di un processo di test rigoroso".

Tuttavia, come si è visto durante il Google I/O 2023, Bard è pronto a un ritorno in grande stile. Ci sono molte nuove funzionalità che sono già state rilasciate o che verranno rilasciate a breve da Google, tra cui il miglioramento delle citazioni, le funzionalità di esportazione verso Google Docs e Gmail, uno strumento che consentirà agli utenti di esportare il codice Python attraverso Replit, l'aumento del supporto linguistico a 40 lingue, la funzionalità multimodale e un'ampia varietà di integrazioni Adobe.

Google Bard

(Image credit: Future)

Microsoft, per una volta, recita il ruolo della coraggiosa start-up con una quota di mercato desktop del 9%, mentre Google regna incontrastata con una quota di mercato dell'84%. Per questo Google deve essere più cauta nel promuovere il suo motore di ricerca AI prima che sia veramente completo, mentre Microsoft può osare di più. Detto questo, sebbene Microsoft sia intenzionata a sottrarre utenti a Google, il divario tra i due motori di ricerca è ancora troppo ampio per destare preoccupazioni.

In questo momento, il nuovo Bing e la versione di Chrome che integra Bard sono come due studenti prodigio all'asilo, e Microsoft può permettersi di adottare un atteggiamento molto più permissivo nei confronti della sua creatura. Nessuno dei due chatbot è infallibile, ma il confronto si giocherà proprio sull'accuratezza delle risposte e sull'affidabilità che sapranno garantire.

Ci troviamo nella fase iniziale, quella divertente, dove il bistrattatissimo Bing è diventato interessante per molti utenti e Google sta inseguendo il rivale con la massima cautela.

Anche se per ora Microsoft è in vantaggio in termini di integrazione AI, il confronto tra i due chatbot è appena cominciato e si prospetta come una delle battaglie più importanti per il dominio nel campo dei motori di ricerca AI.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.

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