Sony, Canon e Nikon unite contro i deepfake: ecco come saranno le prossime fotocamere

Nikon Z9 on a bench in front of a wooden cabin
Nikon will reportedly integrate an image provenance function into its Z9 camera (above) (Immagine:: Future)

L'intelligenza artificiale ha sconvolto il mondo della fotografia nel 2023, dall'inganno dei giudici per vincere i concorsi fotografici alla proliferazione di deepfake con ramificazioni nel mondo reale, come la rappresentazione di un'esplosione - non avvenuta - all'esterno del Pentagono che ha causato un breve calo dei mercati. 

I deepfake possono essere divertenti, ma possono anche essere usati per diffondere disinformazione e, man mano che i generatori di immagini AI diventano più potenti, diventa sempre più difficile distinguere le foto vere che vediamo online da quelle false.

Secondo un report di Nikkei Asia, i principali marchi di fotocamere Sony, Canon e Nikon stanno cercando di risolvere questo problema inserendo nelle nuove fotocamere una tecnologia in grado di verificare l'autenticità delle immagini. 

L'anno scorso, la Leica M11-P è stata la prima fotocamera dotata di Content Credentials, una firma digitale che autentica l'ora, la data e il luogo in cui è stata scattata un'immagine, l'autore dello scatto e indica se sono state apportate modifiche dopo la cattura.

Leica M11-P rear screen with Content Credentials menu

(Image credit: Future)

Tuttavia, non sono in molti a poter possedere una Leica così costosa, e ora Sony, Canon e Nikon sono pronte a introdurre la propria tecnologia di autenticazione.

Non sappiamo ancora quali nuove fotocamere saranno disponibili con la tecnologia Content Credentials incorporata. In occasione del lancio della Sony A9 III, Sony ha annunciato che aggiornerà la fotocamera e altri due modelli pro, l'A1 e l'A7S III, con il supporto Content Provenance and Authenticity (CP2A), anche se non sappiamo quando e come intende farlo. 

Il report di Nikkei Asia afferma che le future fotocamere forniranno le informazioni necessarie per autenticare un'immagine sul sistema gratuito e pubblicamente disponibile Content Authenticity Initiative (CAI) Verify.

Le firme digitali integrate sono sufficienti?

L'aumento del numero di fotocamere con tecnologia di autenticità in grado di contrassegnare le immagini con il timbro ufficiale Content Credentials è un grande passo avanti nella giusta direzione, ma è sufficiente?

Anche se tre dei maggiori marchi di fotocamere hanno implementato funzioni di autenticità/anti-AI, le prime indicazioni sono che queste saranno riservate principalmente alle fotocamere professionali, tipicamente nelle mani dei giornalisti.

Mentre le grandi organizzazioni di media saranno in grado di implementare protocolli per il controllo dei fatti e l'autenticazione dell'origine delle immagini attraverso lo strumento Content Credentials Verify per le fotocamere abilitate come la M-11P, la maggior parte delle fotocamere non sarà verificata in modo adeguato, comprese le onnipresenti fotocamere degli smartphone di Apple, Samsung e Google.

Leica M11-P top view on wooden table with 50mm f/2 lens attached

(Image credit: Future)

La sfida più grande, che queste misure di verifica non affrontano, è rappresentata dai siti web e dalle piattaforme di social media che ospitano informazioni errate, con immagini false che possono essere viste e condivise da milioni di persone.

É incoraggiante il fatto che i marchi di fotocamere siano pronti a introdurre le firme digitali nelle fotocamere future e potenzialmente ad aggiornare con questa tecnologia alcune fotocamere esistenti. Ma sembra che ci vorrà un po' di tempo prima che queste funzioni vengano applicate a fotocamere e telefoni su scala più ampia, compresi i dispositivi utilizzati da chi cerca di diffondere disinformazione con immagini false.

Inoltre, non è chiaro se i malintenzionati troveranno il modo di eludere le firme digitali, sia per le immagini generate dall'intelligenza artificiale sia per le immagini reali che sono state modificate. E che dire delle sequenze di immagini multiple in-camera, come i compositi? Speriamo che queste domande trovino risposta man mano che i marchi di fotocamere metteranno in pratica queste misure di autenticazione. Per ora, la lunga lotta contro i deepfake è appena iniziata.

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Giulia Di Venere

Giulia Di Venere è Editor Senior per TechRadar Italia e lavora con orgoglio al progetto da quando è nato.

Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è una grande appassionata di cinema, libri, cucina e cinofilia.

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