Non volete scaricare Immuni? Apple e Google propongono un'alternativa
I sistemi operativi Android e iOS supporteranno le notifiche di esposizione integrate
Con la fase 3 oramai alle porte e la rapida ricomparsa di contagi è sempre più chiaro quanto le app di “Exposure Notification” possano aiutare le autorità sanitarie nel loro compito, e per fortuna lo hanno capito anche Google e Apple.
Per contribuire alle operazioni di tracciamento dei contagi, sia iOS che Android introdurranno una funzionalità di rilevamento integrata nei sistemi operativi che segnalerà agli utenti se sono venuti a contatto con un soggetto positivo anche se non hanno scaricato Immuni.
L’implementazione delle cosiddette Exposure Notification introdotte da Apple e Google si è divisa in due fasi:
In un primo momento è stato realizzato un framework per consentire agli sviluppatori di realizzare app con sistemi di notifica e raccolta dati, mentre nella seconda fase le notifiche sono state integrate nel sistema operativo.
Proprio ieri Apple ha rilasciato la beta di iOS 13.7 che integra la notifica dell’esposizione nel sistema operativo. La nuova versione di iOS non è disponibile al pubblico e al momento dell’aggiornamento gli utenti saranno liberi di scegliere se attivare o meno le notifiche. La stessa cosa vale per i possessori di smartphone Android: l’aggiornamento avverrà tramite Google Play Services e l’utente dovrà acconsentire all’utilizzo del sistema di raccolta dati e alla ricezione delle notifiche.
Questo non significa che Immuni diventerà obsoleta: di fatto questa rimane l’app di riferimento da utilizzare per segnalare al servizio sanitario nazionale la propria positività una volta comprovata dal tampone. Dopo aver effettuato la segnalazione sarà quindi necessario caricare i codici sui server per inviare la notifica ai propri contatti.
Dal momento che Google e Apple attiveranno la funzione sui propri OS, le notifiche saranno integrate sui sistemi operativi di gran parte degli smartphone presenti sul territorio nazionali.
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La disinformazione ha limitato la diffusione di Immuni
Sul finire della cosiddetta fase una della pandemia che ha segnato, e continua a segnare il 2020, il governo Italiano ha chiesto ai suoi cittadini di scaricare l'app Immuni allo scopo di tracciare i contatti di coloro che risultavano positivi al virus e avvertirli per tempo evitando ulteriori contagi.
Tuttavia, dopo la presentazione dell’app, sono circolate molte voci che l’hanno definita una vera e propria minaccia per la privacy dei cittadini. La paura di vedere violati i propri diritti ha limitato la sua diffusione e solo 5 milioni di italiani l'hanno installata sui propri smartphone. Nonostante il numero ridotto di download, Immuni si è dimostrata utile tracciando migliaia di casi positivi e contenendo i possibili focolai.
La speranza è che con nomi del calibro di Apple e Google i cittadini siano più propensi ad affidare i propri dati, come spesso fanno inconsapevolmente, alle blasonate aziende americane in modo da aumentare la diffusione del sistema di tracciamento e prevenire un eventuale nuovo lockdown.
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Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.