Microsoft blasta Activision prima di comprarla ma Sony non se la beve

A World War 2 soldier in Call of Duty: Vanguard running through a battlefield
(Immagine:: Activision Blizzard)

Microsoft ha sparato a zero sui giochi Activision Blizzard nel tentativo di portare a termine senza intoppi il progetto di acquisizione del mega editore. Potrebbe sembrare un controsenso, ma le cose sono andate esattamente così. 

Le autorità preposte al regolamento della concorrenza hanno iniziato ad esaminare l'acquisizione all'inizio del 2022, subito dopo che Microsoft ha reso pubblica la volontà di acquistare Activision Blizzard.

Nel contesto di una recente domanda di autorizzazione sottoposta alla Commissione Commercio della Nuova Zelanda, Microsoft ha provato a giustificare l'acquisizione sminuendo deliberatamente i giochi prodotti da Activision Blizzard (fonte: RockPaperShotgun).

"...non c'è nulla di speciale nei titoli sviluppati e pubblicati da Activision Blizzard che sia un 'must-have' per i distributori rivali di videogiochi per PC / console e che possa far sorgere un problema di esclusiva..."

Basta pensare a qualche titolo celebre dell'azienda, come Call of Duty, per rendersi conto di quanto questa affermazione sia opinabile.

Ognuno porta l'acqua al suo mulino

Female Operative Florence Carter holding a rifle and jumping over a sandbag stack in Call of Duty Warzone

(Image credit: Activision)

La frase risulta piuttosto ambigua, soprattutto se si considera la forte volontà di Microsoft di inglobare il produttore che sta sminuendo. Tuttavia, dietro a queste frasi si legge chiaramente la volontà dell'azienda di dimostrare alle autorità preposte che l'acquisizione di uno dei maggiori editori di videogiochi al mondo non danneggerà in modo sostanziale la concorrenza sul mercato, creando quello che Sony definisce un "monopolio". Per quanto la strategia sia "chiara", fa specie pensare che Microsoft definisca irrilevanti delle IP per le quali è disposta a sborsare più di 68 milioni di dollari.

Del resto, le autorità di regolamentazione potrebbero non essere così facili da influenzare. L'imminente Call of Duty: Modern Warfare 2 di Activision e lo spin-off della serie, Call of Duty: Warzone 2 sono tra i giochi più attesi dell'anno.

Come da copione, la concorrenza sembra aver compreso la mossa di Microsoft e la risposta non ha tardato ad arrivare. Stando a quanto si legge in un report emerso dopo le dichiarazioni di Microsoft, parlando con le autorità di regolamentazione brasiliane, Sony ha sottolineato il dominio che Call of Duty potrebbe garantire a Microsoft. Il documento descrive Call of Duty come "un gioco essenziale" e un "titolo tripla A che non ha rivali nel suo segmento".

"Call of Duty è talmente popolare da influenzare la scelta della console da parte degli utenti", ha dichiarato Sony. "La sua rete di utenti fedeli è così radicata che, anche se un concorrente avesse il budget per sviluppare un prodotto simile, non sarebbe in grado di rivaleggiare con [Call of Duty]".

Sony ha poi citato uno studio del 2019 nel quale si sostiene che: "L'importanza di Call of Duty per l'intrattenimento in generale è indescrivibile. Il marchio è stato l'unica IP videoludica a entrare nella top 10 dei marchi più popolari tra i fan, a pari di franchise celebri come come Star Wars, Game of Thrones, Harry Potter e Il Signore degli Anelli".

Nell'ambito della risposta alla New Zealand Commerce Commision, Microsoft ha ribadito il suo impegno a non ritirare i contenuti dalle piattaforme rivali, come PS5, PS4 o qualsiasi altra console PlayStation futura. In precedenza, l'azienda aveva dichiarato di voler rispettare tutti gli accordi esistenti per rendere i giochi di Activision Blizzard multipiattaforma. Tuttavia, non ha detto esplicitamente che i prossimi giochi di Activision, tra cui Call of Duty, non saranno esclusive Xbox Series X e PC.

Microsoft e il resto dell'industria videoludica sono in attesa che le autorità di regolamentazione della concorrenza concludano le loro verifiche.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.

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